Politica

Giulietto “lacrime e sangue” di Enrico Pirondini

Ci sono due categorie di matti in questo paese: quelli che si credono Napoleone e quelli che credono si possano abbassare le tasse. I primi sono già rinchiusi in palazzi di cemento e sorvegliati a vista. I secondi marciano su e giù per lo Stivale in libertà ed ogni tanto si fanno pure vedere in tv. A questa seconda categoria appartiene Giulietto Tremonti, ministro dell’Economia, un professorino bravo a dare i numeri, colto e rigoroso, antipatico quanto basta per reggere un dicastero fastidioso di suo, dovendo mettere le mani in tutte le tasche che può; un Cavillo di razza un tempo per questo caro alla Lega (ma sul sacro pratone di Pontida, poco tempo fa, gli è stato preferito Maroni con tanto di striscione al vento); un caratterino indigesto al Cavaliere perché si è messo in testa di varare una manovra che ci toglierà dalle tasche 47 miliardi (entro il 2014), tartassando financo i possessori di Suv (macchinoni simbolo della borghesia rampante); pizzicando quelli che hanno bisogno di visite specialistiche ambulatoriali (torna il ticket) e i dipendenti pubblici (blocco degli stipendi per tre anni). Per carità, una manovra che la stessa Corte dei conti ha giudicato “opportuna e indispensabile”, ma “ ai limiti della sostenibilità”. Staremo a vedere.

“Giulietto lacrime e sangue” pare tranquillo. Perché i promessi tagli alla Casta gli moltiplicano i consensi e perchè ha anche tanti amici oltre la Val Brembana. A cominciare dalla sciura Emma Marcegaglia che alla Assemblea di Torino di Confindustria lo ha difeso a spada tratta (“o subito la manovra o saranno guai”), e lo ha difeso anche dopo Pontida non avendo gradito le pizzicate di Bossi . La figlia di Steno è stata tranciante. Meglio di Monteprezzemolo. Meglio dei tanti amici che Giulietto ha persino in Vaticano come i banchieri Ettore Gotti Tedeschi e Giuseppe Profiti; come i cardinali Ravasi e Scola. E pure sull’altra sponda non mancano gli estimatori, in testa a tutti Pierfurby Casini, il vicesegretario Pd Enrico Letta, l’ex premier Giuliano Amato che ora fa il presidente onorario di un Istituto di “cervelloni e poteri forti”. Anche il Dottor Sottile tiene famiglia.

Giulietto ha un sogno: vuole ridurre i privilegi dei personaggi pubblici ed abbattere gli sprechi. Campa cavallo. L’impresa è titanica. Perchè in Italia c’è un esercito di fancazzisti che vivono di politica. Certo, non mancano le eccezioni. La Uil ha fatto un calcolo: sono un milione e 300mila persone (stima al ribasso). Parlamentari, ministri e amministratori locali sono 145 mila. Se aggiungete i consiglieri circoscrizionali e i consiglieri di amministrazione delle 7mila società pubbliche rischiate di perdere la testa. Mica è finita qui: e dove li mettete i 318 mila consulenti o collaboratori? Eppoi non calcolate i portaborse, i consulenti dei consulenti, i segretari, gli uffici stampa? Le sole auto blu ci costano 4,4 miliardi .

Il sistema Montecitorio ci costa quest’anno un miliardo di euro, cioè due mila miliardi di vecchie lire. Nel 2014 la cifra sale a un miliardo 114.219.354 euro. A questa data infatti bisognerà mettere in conto i vitalizi ai parlamentari attuali (molti dei quali non saranno rieletti. Pazienza).

Il vitalizio è il beneficio più detestato dai cittadini. Speriamo che il pacchetto di Giulietto non se lo scordi. In questo momento a riceverlo sono 1.813 persone. La media è di 6.352 euro mensili. Per ricevere un vitalizio basta aver compiuto 4 anni, sei mesi e un giorno di legislatura. La “dead line” è ottobre 2012. Trovo sia difficile che deputati e senatori cambino le regole per farsi male da soli. Saranno parolai, ma di sicuro non sono fessi.

Enrico Pirondini

 

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