Cronaca

Scorie nella Brebemi, in quattro restano agli arresti domiciliari

– Nella foto, i lavori per la Brebemi a Fara Olivana con Sola

 

Il gip di Brescia Cesare Bonamartini nega la revoca degli arresti domiciliari per quattro delle persone indagate nell’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti legato alla Brebemi, l’autostrada in costruzione nel cui fondo, ad opera dell’impresa Locatelli, sarebbero finiti materiali pericolosi non trattati. Tra i cantieri sotto sequestro c’è anche quello di Fara Olivana con Sola (Bergamo), necessario alla realizzazione del casello autostradale cremasco. Restano ai domiciliari, dopo gli interrogatori dei giorni scorsi e la decisione di oggi del giudice per le indagini preliminari, Giovanni Battista Pagani, 51enne di Pontoglio (Brescia) e factotum del gruppo Locatelli,  Walter Rocca, bergamasco 43enne responsabile della discarica Biancinella di Calcinate (Bergamo) del gruppo Locatelli, dove i materiali di scarto e le scorie dovrebbero essere trattate per poi essere riutilizzate regolarmente nei cantieri, Bartolomeo Gregori, 42enne ex assessore di Telgate (Bergamo), responsabile della movimentazione dei mezzi dell’impresa Locatelli, ed Egidio Grechi, 52enne nato a Romanengo ma residente a Romano di Lombardia (Bergamo), consulente ambientale del gruppo Locatelli.

Accolta la richiesta della difesa di Giorgio Oprandi, 31enne bergamasco della Terraverde srl (società di consulenza ambientale incaricata dal gruppo Locatelli) per il quale terminano gli arresti domiciliari. E’ ancora in carcere, invece, il responsabile Terraverde, Andrea David Oldrati, 44enne della provincia di Bolzano. Attesa per l’incidente probatorio chiesto dai pm per verificare la composizione del fondo della Brebemi.

Si aspettano, ora, anche le prossime mosse della Procura di Milano sul filone dell’inchiesta riguardante le mazzette per l’autorizzazione alla discarica di amianto a Cappella Cantone (il reato di corruzione si sarebbe consumato nella città meneghina). Sono in carcere il 68enne politico bresciano Franco Nicoli Cristiani e il 53enne di Rho Giuseppe Rotondaro (Arpa Lombardia), accusati di aver preso rispettivamente una bustarella da 100mila euro e una da 10mila. Intanto è arrivata l’ufficialità delle dimissioni di Nicoli Cristiani dalla vicepresidenza del consiglio regionale lombardo e dalla carica di consigliere (questa mattina la sua lettera è stata protocollata dagli uffici del Pirellone). In cella c’è anche l’imprenditore bergamasco 53enne Pierluca Locatelli (davanti al gip bresciano ha detto che i 100mila euro da lui sborsati erano solo la prima metà della tangente) mentre la moglie Orietta Pace Rocca, 41 anni, è ai domiciliari.

 

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