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Tutelare chi va al lavoro in bici, il Pd: "La Giunta aderisca alla petizione di Fiab"

“In attesa che il Comune predisponga il nuovo piano della sosta e una serie di interventi concreti a favore della mobilità ciclistica, chiediamo alla giunta Perri di aderire alla petizione promossa da Fiab per riconoscere la tutela a chi sceglie l’utilizzo della bicicletta”. L’ordine del giorno è firmato dai consiglieri del Partito Democratico. “Considerando che la Federazione Italiana Amici della Bicicletta Onlus ha recentemente promosso una petizione per riconoscere la tutela a chi sceglie la bicicletta per andare al lavoro, attraverso una “proposta di legge per il riconoscimento dell’infortunio in itinere” che si ritiene possa essere valutata in maniera positiva, che il Comune di Cremona può attivare politiche per incentivare l’utilizzo della bicicletta attraverso provvedimenti che ne favoriscano e ne tutelino l’uso e che molti comuni italiani negli ultimi mesi si sono espressi in maniera positiva, impegna la Giunta ad aderire ufficialmente alla proposta di integrare l’art. 12 del D.Lgs. 38/23.02.2000, dopo la frase “L’assicurazione opera anche nel caso di utilizzo del mezzo di trasporto privato, purché necessitato” con quanto segue: “L’uso della bicicletta è comunque coperto da assicurazione, anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico” e a sollecitare il Parlamento ad approvare al più presto la modifica di legge suggerita”.

PETIZIONE DI FIAB

“Ci sembra che l’uso della bicicletta sia da considerare socialmente utile e meritevole, alla stregua di quello del mezzo pubblico.

Chi sceglie la bicicletta per andare al lavoro va tutelato perché aiuta l’ambiente (non inquina non fa rumore, non consuma carburante, ecc.) e, se non usa l’auto contribuisce a diminuire il traffico e la congestione urbana, se non usa il mezzo pubblico contribuisce a rendere meno affollato il servizio.

Inoltre l’uso della bicicletta, in un certo qual senso, può essere “necessitato” da motivi personali ed economici importanti: il lavoratore risparmia l’abbonamento al mezzo pubblico, in molti tragitti è più veloce del mezzo pubblico – per il quale vanno considerate anche le attese, i ritardi, il disagio per l’affollamento- e fa pertanto risparmiare tempo ed inutile stress, permette anzi di svolgere un sano movimento (fisicamente e psicologicamente migliore che imbottigliarsi nel traffico con l’auto o accalcarsi in mezzi pubblici ormai ovunque al limite della capienza).

Più in generale la FIAB ritiene che, nell’ambito delle politiche a sostegno della Mobilità Sostenibile debba rientrare a pieno titolo l’incentivazione della bicicletta e che, pertanto, sia necessario attivare, in ogni possibile ambito legislativo ed amministrativo, provvedimenti che ne favoriscano e ne tutelino l’uso.

L’introduzione di una tutela assicurativa dell’uso della bicicletta nei tragitti lavorativi, se da una parte costituisce sostegno concreto, e per così dire “rafforzato”, dell’utenza debole della strada, alla quale appartiene il ciclista, dall’altra induce ad una consapevolezza diffusa del problema della sicurezza di tali utenti anche da parte degli enti assicurativi pubblici che, come è noto, sono oggi istituzionalmente preposti non solo al risarcimento dei danni ma soprattutto alla prevenzione degli incidenti lavorativi.

Se, alla luce di tanti tragici fatti, il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro è ormai giustamente considerato una priorità politica, altrettanto si può dire di quello della sicurezza stradale, dove politiche più incisive sono ormai inderogabili”.

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