Cronaca

Acqua, Perri vuole l'assemblea dei sindaci Il Comitato: è una furbata

Acqua. Perri starebbe preparando una lettera da inviare al presidente dell’Ato Gian Pietro Denti per chiedergli di convocare l’assemblea dei sindaci per spiegare il motivo del via libera ai privati nella gestione del servizio idrico. Dura la reazione del Comitato cremonese per l’Acqua pubblica che vede dietro il gesto del primo cittadino una sorta di ‘furbata’. “Forse Perri si dimentica che non può da solo fare questa richiesta – scrive il Comitato – La richiesta deve venire da un folto gruppo di sindaci: ma forse lo fa (dimostrando una certa astuzia politica) solo per arrivare prima di un’altra richiesta di convocazione che altri sindaci potrebbero fare, che ponga seriamente all’ordine del giorno la scelta una volta per tutte del modello gestionale. Le ridicole scuse accampate da Bordi, Perri, Denti e Rastelli per la scelta della privatizzazione dell’acqua le hanno ormai ascoltate tutti e non convincono nessuno, tant’è vero che sono state smontate una per una pubblicamente. Bene scrive oggi (forse freudianamente) il giornalista di La Provincia: “dietro al semaforo verde ai privati non c’è niente”: è tragicamente vero, manca ogni motivazione seria. E se non è l’ideologia (come affermato in aula consigliare) forse sarebbe meglio per il signor sindaco Perri tacere le ragioni reali”.
“Il tentativo odierno – prosegue il Comitato – di lanciare la pietra e nascondere la mano asserendo che l’accelerazione dipende da decisioni altrui è però davvero molto più squallido e vergognoso del voto stesso dato dal Comune di Cremona in cda: se l’AATO accelera su una decisione per la quale il territorio è come minimo spaccato in due il dovere del sindaco di un capoluogo è frenare, non correre a votare sì. E se si è pressati ad un voto e non si ha il coraggio di mettere un freno al disastro, come si possono far prevalere le proprie scelte personali sulla volontà chiaramente espressa dalla maggioranza assoluta dei cittadini? La realtà è invece, ormai l’hanno capito tutti, che il territorio propende in maggioranza per la società pubblica; anche il voto unanime nell’ultima assemblea di Padania Acque è stato dato dai sindaci proprio in questo senso: estromettiamo il privato dal servizio per poterlo gestire con forme esclusivamente pubbliche. Ora il risultato di quel voto rischia di essere un boomerang perché il privato messo alla porta è libero di partecipare alla gara aggiudicandosi l’intero piatto e non le briciole. I sindaci sono stati bassamente ingannati: chi vuole da sempre a tutti i costi mettere in tasca (o meglio, in tasche altrui) la succulenta privatizzazione del servizio idrico cremonese è costretto a provare il colpo di mano. Da questo punto di vista poco importa ai cittadini, in fondo, sapere quanto l’inaspettata deliberazione dell’Ufficio d’Ambito sia o meno stata concordata con il governo della Provincia: ciò che conta è che essa si pone in controtendenza al percorso intrapreso da gran parte dei sindaci e alle tanto sbandierate dichiarazioni di disponibilità al dialogo dei mesi scorsi. Se il presidente Salini  vuole far credere che essa coincida “per caso” proprio con la soluzione da lui preferita forse si abusa del buonsenso e della pacatezza di sindaci e cittadini”.

TORCHIO: “SINDACI CHIAMATI A RATIFICARE LA PRIVATIZZAZIONE”

Sul tema interviene anche il consigliere provinciale Giuseppe Torchio. “Dopo il coro di proteste – scrive Torchio – manifestazioni di dissenso, catene umane attorno al palazzo, invito (a cinque giorni di distanza) di Pizzetti, che rimane favorevole alla privatizzazione, a ridiscutere la questione, arriva la richiesta del sindaco Perri di parlare dell’argomento in sede di assemblea dei sindaci. Tuttavia Perri, come Pizzetti, conferma l’opzione privata e si limita a chiedere un’assemblea della quale tra assenteisti cronici, double face, tira indré, taia e medèga, eletti nei cda delle aziende, terrore per i depuratori, etc. si può ben immaginare lo sbocco. Così di fronte a dubbi e vibrate proteste sull’uso del silenzio-assenso da parte del direttivo dell’Aato ed alle libere interpretazione dei verbali di precedenti sedute assembleari, votate dagli assenti, che hanno portato alla privatizzazione del servizio, si andrebbe ad una decisione blindata di conferma da parte dell’assemblea, mettendo una pietra tombale sulla possibilità di ricorso al Tar sui passaggi precedenti. Nulla emerge da Perri sul faraonico piano d’ambito votato dal suo rappresentante all’Aato nonostante le molteplici richieste di ridimensionamento in ragione della riduzione delle risorse che non può andare solo su pensioni e buste paga ma dovrebbe riguardare anche investimenti previsti pre spending review. Nemmeno “en bùf” di collegamento alle decisioni assunte ed assumende da amministrazioni omologhe di centro-destra tra Lodi e Milano per mantenere il servizio idrico totalmente pubblico. Son questioni che riguardano l’Aato e la Provincia, dice Perri… “mi son de Rovigo, non m’intrigo!” e intanto il suo assessore Bordi vota per la privatizzazione…e i sindaci vengono chiamati in assemblea per ratificarla. Così dal combinato-disposto delle differenze e dei distinguo si confermerebbe un quadro d’insieme, non si comprende se gattopardesco o kafkiano, di conferma della privatizzazione. Il dado e’ tratto, indietro non si torna, andiamo al cinema a cura dell’Anicagis… si diceva un tempo…e tutto torna. Con un particolare: manca quel tocco di rispetto per le persone che non sono sempre bòn e cuiòn o minus habens”.

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