Cronaca

Lunedì in città il cardinale di Sarajevo per pregare sulla tomba di Fabio Moreni ucciso vent'anni fa in Bosnia

Nella foto, l’arcivescovo di Sarajevo e il cremonese Fabio Moreni

Il 29 maggio del prossimo anno ricorreranno i 20 anni della morte di Fabio Moreni, il cremonese ucciso a soli 39 anni mentre, insieme ad altri due italiani, portava aiuti umanitari nella Bosnia dilaniata dalla guerra. La sua memoria, rimasta viva in città grazie alla Fondazione a lui dedicata e all’omonima cascina inaugurata nell’ottobre 2010, sarà onorata, la prossima settimana, anche dall’arcivescovo di Sarajevo, il cardinale Vinko Pulji?, che in occasione della sua visita in Italia ha voluto far tappa proprio a Cremona per rendere omaggio a Fabio. E il porporato ha anche firmato la prefazione del libro su Moreni che sarà pubblicato a breve. Il cardinal Pulji? giungerà a Cremona nel pomeriggio di lunedì 19 novembre. Prima tappa alle 19 in Duomo, dove sarà accolto dal rettore-parroco della Cattedrale mons. Ruggero Zucchelli: il porporato visiterà il massimo tempio cittadino fermandosi in preghiera davanti all’urna del patrono sant’Omobono. Alle 19.30 il Cardinale si sposterà in Palazzo comune dove incontrerà il sindaco Oreste Perri, la Giunta ed il Consiglio Comunale. Ultimo appuntamento pubblico della giornata alle 21 presso la chiesa parrocchiale di Bosco ex-Parmigiano, di cui è parroco il vicepresidente della Fondazione Fabio Moreni onlus, don Alberto Mangili. L’arcivescovo di Sarajevo presiederà il S. Rosario per i cristiani perseguitati. Il momento di preghiera vedrà la partecipazione anche dell’amministrazione comunale di Gerre de’ Caprioli per il saluto ufficiale di benvenuto. Il giorno successivo, martedì 20 novembre, l’appuntamento è presso la Cascina Moreni (in via Pennello, a Cremona): alle 10.15 il porporato svilupperà il tema “La fede senza la carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento” (Benedetto XVI, “Porta fidei”); quindi alle 11 presiederà l’Eucaristia con preghiera sulla tomba di Fabio Moreni. La Messa sarà concelebrata dal vicario generale della Diocesi di Cremona, mons. Mario Marchesi, in rappresentanza del Vescovo impegnato al corso di aggiornamento  teologico-pastorale dei sacerdoti al Santuario di Caravaggio. «La visita a Cremona del cardinale Pulji? – spiega don Alberto Mangili, vicepresidente della Fondazione Fabio Moreni onlus – nasce dal suo desiderio di far visita e pregare sulla tomba di Fabio Moreni nel ventesimo anniversario dell’uccisione. Già alcuni mesi fa ho avuto modo di incontrarlo a Sarajevo: è del cardinale la prefazione del libro che uscirà tra qualche mese proprio in occasione del ventesimo anniversario». Il cardinal Pulji?, nato a Prijecani nel 1945 e ordinato sacerdote nel 1970, dalla fine del 1990 è arcivescovo di Sarajevo. Consacrato arcivescovo da Papa Giovanni Paolo II nel gennaio 1991, durante il conflitto dell’Ex Jugoslavia fece accorati appelli per la pace e la difesa dei diritti umani. Durante la guerra rimase in diocesi e fu per qualche tempo imprigionato dai serbi. Nel 1994, a 49 anni, Giovanni Paolo II lo ha innalzato alla dignità cardinalizia come segno di vicinanza alle popolazioni colpite dal conflitto. Da tempo il cardinal Pulji? è in contatto con la Fondazione Moreni, avendo avuto modo di conoscere il presidente Giancarlo Rovati.

Chi era Fabio Moreni

Fabio Luca Maria Moreni nacque a Cremona il 12 maggio 1954 da Giovanni Moreni e da Valeria Arata. Dopo una brillante carriera scolastica (si diplomò in soli quattro anni presso il liceo scientifico, a Cremona, e si laureò a pieni voti in ingegneria informatica presso l’Università Normale di Pisa), si occupò a tempo pieno dell’azienda paterna, che ricadde sulle sue spalle mentre era ancora studente liceale a causa dell’improvvisa morte del padre. La sua vita fu caratterizzata da un inarrestabile cammino di fede, che lo spinse a recarsi nella Bosnia allora segnata dalla guerra, da volontario, percorrendo un paio di volte al mese tra le 20 e le 25 ore di tragitto, pur di portare personalmente alla povera gente viveri, indumenti e medicinali. È morto a 39 anni, il 29 maggio 1993, ucciso con gli amici Sergio Lana di Rivarolo Mantovano e Guido Puletti di Brescia, mentre trasportava aiuti umanitari: i “Berretti verdi” di Hanefija Prijic Paraga sequestrarono il convoglio e li fucilarono. La sua testimonianza forte, la profonda fede ed il suo senso di altruismo vengono oggi portati avanti dalla Fondazione, che al suo esempio si ispira e che da lui prende il nome.

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