Cronaca

Cura dimagrante nella sanità lombarda Reparti a rischio tagli

Niente di ufficiale, ma il dubbio che anche a Cremona qualche reparto ospedaliero possa ‘saltare’, c’è. La sanità lombarda cerca di razionalizzare i costi e, oltre al già previsto accorpamento tra aziende ospedaliere (Crema e Cremona potrebbero essere unificate), adesso c’è in ballo anche il taglio di 32 reparti in tutti gli ospedali pubblici della Regione. Il provvedimento dovrà essere messo in atto entro giugno e i dati ‘sono stati messi nero su bianco nel prospetto inviato ai dg di Asl e ospedali dalla direzione generale Sanità nei giorni scorsi’, scrive il quotidiano Repubblica. ‘La previsione della spesa, per il 2013, ha tolto alla sanità lombarda 225 milioni di euro, da recuperare con il taglio degli sprechi e la ristrutturazione dei servizi. Da qui la rivoluzione in arrivo: su 54 reparti di emodinamica 13 saranno chiusi, come tre delle 20 cardiochirurgie presenti in tutta la regione. Stessa sorte per sei tra le 15 unità di chirurgia toracica, tre tra le 22 di neurochirurgia e sette dei 35 reparti di chirurgia vascolare (che potranno essere riconvertiti per procedure in day hospital)’.

In realtà, spiegano dallo staff del direttore generale dell’Ospedale di Cremona,  Simona Mariani, l’unica cosa certa comunicata ai d.g il 7 maggio scorso dall’assessore di riferimento, è la costituzione di una serie di gruppi di lavoro tecnici, che coinvolgono anche le Asl di appartenenza, per stabilire i criteri in base ai quali alcuni reparti saranno ridimensionati. Cremona non dovrebbe rischiare perchè serve un bacino d’utenza piuttosto vasto, per alcune specificità come Chirurgia vascolare e Neurochirurgia, due tra quelle che la Regione vorrebbe ridurre su base regionale. In nessuno dei due casi si tratterebbe di reparti sottodimensionati. Chirurgia vascolare dispone  di otto posti letto normali e tre in day hospital, secondo quanto riporta la descrizione sul sito internet aziendale;  neurochirurgia  di 23 posti letto totali, di cui 18 ordinari, quattro di terapia post intensiva e 1 in day hospital.

I tagli, ha spiegato il neo assessore alla Sanità regionale Mario Mantovani, verranno fatti sulla falsariga degli interventi già prospettati dalla giunta Formigoni, che aveva stabilito la chiusura delle emodinamiche con meno di 250 procedure l’anno, delle cardiochirurgie al di sotto dei 300 interventi annuali, delle neurochirurgie, delle vascolari e delle toraciche che non raggiungono le 200 operazioni ogni 12 mesi.

‘I diktat per gli ospedali della Regione – continua l’articolo di Repubblica –  sono due: risparmio e reperimento di nuove risorse. Così, non solo i direttori generali  dovranno fare attenzione a ogni centesimo speso — a partire dagli interventi di messa in sicurezza, che potranno essere fatti solo con risorse autonome, visto che dal Pirellone non arriveranno ulteriori iniezioni di liquidità — ma dovranno anche cercare di “incrementare” le entrate. Ad esempio, rincarando i ticket per i Pronto Soccorso.

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