Cronaca

Garza nell'addome: 'Una macroscopica dimenticanza'

Devono rispondere di omicidio colposo due medici dell’ospedale di Cremona e due strumentiste, accusati di aver dimenticato una garza nell’addome di un anziano paziente, morto un mese dopo. A processo ci sono l’ex primario di Urologia Luciano Santini, il primo chirurgo Fabrizio Russo, le strumentiste Simona Beltrami e Katya Benedini e l’infermiera di sala Vicente Gonzales. Gli imputati sono accusati di “omesso o errato espletamento della conta delle garze in uso presso l’ospedale”. In particolare, i chirurghi devono rispondere di aver “omesso di asportare la garza, di dimensioni non indifferenti, 60 per 60, prima di chiudere l’addome” e di aver “omesso una revisione attenta e precisa del campo operatorio”.

I fatti risalgono all’11 maggio del 2006, giorno in cui il paziente, un uomo di 85 anni, era stato sottoposto ad un intervento chirurgico di cistectomia. L’anziano era morto un mese dopo dall’intervento. Per l’accusa, il decesso era sopraggiunto a causa di “un’insufficienza multi organo progressiva in un soggetto affetto da coronaro angiomi cardiosclerosi in stato di shock settico conseguente a peritonite da micro perforazione intestinale” causato dalla presenza nell’addome della garza laparotomia dimenticata dall’equipe medica.

Oggi i consulenti della procura, il professor Gerolamo Tonini e la collega Nicoletta Cerri, dell’Istituto di Medicina Legale dell’ospedale di Brescia, hanno parlato di “comportamento negligente”, ma hanno escluso il nesso causale tra la garza dimenticata nell’addome e la morte del paziente.

L’anziano era stato operato l’11 maggio per una cistectomia. Nel corso dell’intervento chirurgico era stata dimenticata la garza che era stata rimossa in anestesia locale il 16 maggio successivo. Successivamente, al paziente era stata diagnosticata una micro perforazione intestinale che aveva provocato una peritonite.

Per i consulenti, quella micro perforazione sarebbe stata una lesione  “accidentale” dovuta alla rimozione della garza. Per gli esperti, dunque, la causa della micro perforazione non sarebbe da attribuire alla presenza della garza in addome, ma solo alla sua estrazione.

“E’ comunque macroscopico aver dimenticato una garza”, ha sottolineato il professor Tonini. “Nel primo intervento è fallita la conta”. “L’evoluzione sfavorevole”, ha però spiegato l’esperto, “è stata favorita dalle condizioni generali della persona e dalla sua età avanzata. Se la stessa vicenda fosse capitata ad un giovane in buone condizioni fisiche, forse l’evoluzione sarebbe stata non così sfavorevole come è stato in questo caso”.

Da parte sua, il consulente della difesa, il professor Osvaldo Morini, di Milano, ha spiegato che la  micro perforazione potrebbe anche essere stata causata da una sofferenza ischemica della parete intestinale. “Il punto di minor resistenza”, ha detto il consulente, “potrebbe aver creato la micro perforazione”. Niente a che vedere, comunque, con la presenza della garza in addome.

In aula ha testimoniato anche la dottoressa Margherita Fornaciari, medico legale dell’ospedale di Cremona, che dopo la morte del paziente aveva fatto parte della commissione interna che si era riunita in ospedale il 23 maggio del 2006. La testimone ha spiegato che l’intervento dell’11 maggio era il primo della lista operatoria. “Il paziente, però”, ha detto la Fornaciari, “non si era sentito bene, e quindi l’intervento, durato cinque ore, era iniziato più tardi”. A metà operazione c’era stato il cambio di turno. “Sia la strumentista che l’infermiera di sala si sono scambiate. In primo turno c’era la Beltrami, sostituita nel secondo turno dalla Benedini”. La Fornaciari ha anche riferito che per la conta delle garze c’era un programma informatico, ma era poco usato. In sostanza la strumentista entrata in servizio per il cambio turno aveva ricevuto informazioni esclusivamente verbali dalla collega. “Poi in ospedale è stato ripristinato il controllo su carta”.

Oltre ai due medici e alle due strumentiste, c’è anche un’altra imputata: si tratta di Vicente Gonzales, finita a processo perché considerata una strumentista. In realtà, come ha spiegato oggi la dottoressa Fornaciari, la Gonzales è un’infermiera di sala. “E’ stato per colpa di un errore di compilazione del computer”.

Si torna in aula il prossimo 14 ottobre.

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