Cronaca

Bike sharing a pagamento e tecnologico Seconda mezz'ora a 0,80, dalla quarta si paga 2 euro Le tariffe massime in commissione

Il servizio di bike sharing sarà a pagamento e verrà automatizzato. Sarà presto aperta una gara per la gestione e la manutenzione del servizio per una durata massima di dieci anni, previa verifica tra le parti al termine del quinto anno (il bando di prequalifica è già stato pubblicato).
Il servizio di bike sharing è stato attivato nel 2010 in forma gratuita e meccanica attraverso la collaborazione con alcuni esercenti della città. Chi usufruisce del noleggio delle biciclette è tutt’ora obbligato a riportale nella postazione di partenza e l’utilizzo dei mezzi non è costantemente monitorato. Il Comune dalla Regione ha preso 295mila euro (fondi europei Por Fesr Asse 3 Mobilità Sostenibile) per la trasformazione delle postazioni attuali con strutture a dispositivo elettronico in grado di riconoscere la presenza della bici e – con una tessera – chi utilizza il servizio. Il Comune, inoltre, ha aumentato il parco mezzi, acquistando alcuni bici elettriche e tricicli con rimorchio per carico di materiali.
“Abbiamo 2mila iscritti al bike sharing – ha detto l’assessore Bordi in commissione Ambiente – e 10mila utilizzi. Il servizio con questi numeri e con l’obiettivo di evolverlo non può più essere gratuito. Servono software che garantiscano il costante monitoraggio e postazioni che consentano agli utenti di riportare le bici in qualsiasi punto, anche non in quello di noleggio”.
Ecco le tariffe massime individuate: abbonamento annuale di 25 euro comprensivi di tessera di iscrizione e ricarica obbligatoria di 5 euro, tariffa oraria con prima mezz’ora gratuita (“per favorire la rotazione e non consentire agli utenti di fare proprio il mezzo”), dalla seconda alla terza mezz’ora 0,80 euro, quarta mezz’ora e successive 2 euro. I livelli tariffari sono stati ricavati da un’analisi su quattro principali città in cui è attivo il servizio (Torino, Milano, Bergamo e Parma). “Sono le tariffe massime – ha spiegato l’assessore – Il peggio delle città limitrofe. Ma l’abbiamo fatto apposta, in modo tale che chi si proporrà per gestire il bike sharing possa solo scendere e fare offerte più vantaggiose”.
Due le forme di remunerazione per il gestore, oltre gli introiti dovute alle tariffe: l’esenzione del versamento della tassa di occupazione del suolo pubblico e gli introiti derivanti dalla gestione commerciale di 42 impianti pubblicitari sul territorio cittadino (la gara precedente per questa partita è andata deserta).
Nei criteri della gara il Comune ha inserito l’obbligo di indicare le tipologie di abbonamenti, le tariffe e i canali di diffusione. “L’idea iniziale – ha proseguito Bordi – era quella di affidare a Fiab il servizio, ma ci hanno detto di non avere le forze necessarie, dunque abbiamo pensato alla gara perché il bike sharing costa 30mila euro l’anno al Comune e non ce lo possiamo più permettere”.
In cantiere, una postazione di bike sharing al parcheggio Massarotti e la partecipazione ad un bando regionale con il Politecnico sul trasporto merci ecologico.

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