Cronaca

Calo di iscritti negli asili nido comunali, restano a casa le maestre precarie

Lunedì 26 agosto si apre ufficialmente l’anno scolastico nelle scuole d’infanzia e asili nidi comunali. In programma la consueta riunione con le insegnanti alla presenza dell’assessore alle Politiche Educative Jane Alquati che anticipa l’apertura delle scuole del 2 settembre. Non ci saranno le maestre precarie dei nidi, però. Per la prima volta, infatti, il Comune non usufruirà – almeno per il momento – del contributo delle insegnanti a tempo determinato. Il numero di iscrizioni agli asili nido, per quanto riguarda la prima fase (fino al 31 agosto), consente all’amministrazione di gestire il servizio con il personale di ruolo. L’anno scorso – secondo i dati forniti ad inizio anno – i bambini iscritti al Navaroli erano 69, al Sacchi 64, al San Francesco 48, al Lancetti 69. Per un totale di 250, contro i 130 di quest’anno (dati non ufficiali).
La graduatoria delle maestre per i nidi era stata fatta lo scorso anno e aveva valenza per gli anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014. Si erano classificate 173 potenziali maestre, da chiamare di volta in volta a seconda delle esigenze. Quest’anno la graduatoria non verrà nemmeno aperta se non ci saranno nuove iscrizioni durante la seconda fase, ovvero a novembre.
E’ da qualche anno ormai che il Comune diminuisce le chiamate, ma – in questo periodo dell’anno – l’elenco non era mai rimasto totalmente fermo. L’anno scorso, per esempio erano state chiamate 18 insegnanti, di cui circa 6 per gli asili. Quest’anno sono state contattate solo 12 insegnanti, esclusivamente per le materne. “Non abbiamo ancora i numeri definitivi – ha detto Giorgio Salami, sindacalista Rsu – Alla prima occasione l’amministrazione illustrerà la situazione delle iscrizioni e quella delle maestre. Personalmente, non sono stupito per l’assenza di chiamate: è già da qualche anno che anche nel pubblico c’è l’effetto crisi e un conseguente ridimensionamento dei posti disponibili. Il calo delle iscrizioni? L’aumento delle tariffe credo che non sia l’unica conseguenza, anche la perdita del lavoro di molti genitori può essere una delle cause”. Intanto, c’è attesa per l’incontro di lunedì 26 agosto tra sindacati e assessori alle Politiche Sociali e alle politiche Educative sulle modalità di utilizzo del fondo da 120mila euro stanziato su richiesta dei sindacati stessi per sostenere le famiglie che non riusciranno a pagare la retta dei nidi. Quella minima è passata dai 60 euro al mese dello scorso anno a 200.

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