Politica

Piano Rifiuti, Udc: 'Stop frammentazione, serve gestione unica per il territorio'

Dopo le defezioni della maggioranza dell’ultima seduta, il 29 aprile torna a riunirsi il Consiglio provinciale per discutere del Piano provinciale dei rifiuti. Un dibattito che si rivelerà senza dubbio acceso, anche alla luce del fatto che vi sono diverse questioni controverse sul piatto. A partire dal fatto che, secondo i consiglieri dell’opposizione, mancherebbe nel piano una chiara indicazione rispetto allo spegnimento graduale dell’inceneritore di Cremona.

“Per quanto riguarda l’abbandono dell’uso della discarica e il superamento dell’inceneritore dei rifiuti situato in Cremona, si richiede un piano industriale che definisca oltre ai costi un cronoprogramma del percorso di accompagnamento all’obiettivo – evidenzia il segretario provinciale Udc, Giuseppe Trespidi -. Ai cittadini cremonesi deve essere chiaro cosa significa questa decisione in termini sia di costi sia di provvedimenti di riconversione delle modalità riguardanti il teleriscaldamento”. Sul piatto anche un’altra decisione, ossia “le misure e gli strumenti innovativi che devono essere adottati per diminuire le tariffe ai cittadini ed efficientare in modo consistente i costi di gestione – spiega ancora Trespidi -. Il Piano provinciale dei rifiuti non affronta e non si pone neppure il problema del superamento della frammentazione contrattuale e gestionale che esiste nel territorio cremonese. Quello che stupisce maggiormente è che nel corso della sua definizione, oggetto di un confronto serrato nel tavolo tecnico istituito ad hoc e del quale han fatto parte i presidenti delle Consulte territoriali dei sindaci, è che non si è colta, per il momento, l’occasione per far fare il salto di qualità all’intero territorio”.

Per l’Udc occorre non solo definire gli obiettivi dei prossimi cinque anni in materia di raccolta e smaltimento dei rifiuti e di incremento della raccolta differenziata ma “occorre entrare nel merito di una gestione diversa del servizio e della contrattualistica esistente nel nostro territorio. Il problema della diminuzione dei costi a carico dei cittadini – prosegue Trespidi – deve diventare anch’esso un obiettivo prioritario del Piano provinciale. Non è accettabile quello che è praticamente scaturito, o che si intravede, nel Piano. Occorre riprendere in considerazione ciò che la legge prevede in materia di definizione degli Ambiti Territoriali Ottimali e stabilire che un Ambito è almeno corrispondente al territorio provinciale. Da ciò conseguirebbe che la gara per l’aggiudicazione del servizio sarebbe una sola per tutto il territorio cremonese con il risultato che, finalmente, avremmo l’unitarietà della tipologia di servizio e, mi auguro, anche di un unico soggetto gestore. Inoltre la gara unica per tutto il territorio sarebbe la logica conseguenza di un unico piano che è definito a livello provinciale con l’apporto di tutto il territorio.

Non mi stancherò di dire che per l’Udc occorre invertire la tendenza agli aumenti tariffari con tutti gli strumenti che il territorio può avere a disposizione. – continua il segretario provinciale dell’Udc – Una politica vincente è quella di fare gruppo, massa critica, stare insieme. Le tentazioni di fughe in avanti o di lato possono premiare alcuni Comuni nell’immediato ma nel medio e lungo periodo saremo sempre perdenti e a farne le spese saranno i cittadini. I sindaci e la politica devono dare risposte convincenti alle domande che sorgono spontanee dai cittadini: se l’aumento della percentuale della raccolta differenziata rimane principalmente in capo ai cittadini, ivi compreso l’aumento delle tariffe, perché il raggiungimento di obiettivi, naturalmente condivisibili, si devono fare con il loro concorso sia riguardo ai modi di raccolta e di stoccaggio sia in termini di aumento delle tariffe? Inoltre se, come è pubblicizzato, i rifiuti sono una risorsa perché a un incremento della raccolta differenziata non corrisponde una diminuzione dei costi a carico dei cittadini? Non c’è giustificazione adeguata a ciò. Infine in questi anni la necessità di efficientare il servizio attraverso la costituzione di una sola società che si occupi di questo servizio non ha mai sfiorato i sindaci e la politica del nostro territorio.

Un’occasione in tal senso c’è tutt’ora al di la di chi dice che non è possibile. Le principali forze politiche del nostro territorio insieme ai Sindaci se la sentono di affrontare la questione indipendentemente dal fatto che Regione Lombardia avvalendosi di una facoltà prevista dal Testo unico sull’ambiente (tutta da dimostrare), non ritiene necessario definire gli Ambiti Territoriali Ottimali? Ma da noi, – conclude il Segretario provinciale dell’Udc – su un territorio di 360.000 abitanti con 115 Comuni il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che oggi è affidato a quattro aziende pubbliche, che peraltro svolgono egregiamente il loro compito, non è lecito chiedersi perché la nostra politica e i nostri Sindaci non affrontano la problematica relativa alla riunificazione di queste società in una sola? Quale miglioramento sarebbe possibile nella gestione complessiva del servizio? Ma, soprattutto, quali minori costi avrebbero i cittadini del nostro territorio? Perché ciò che è ritenuto utile e necessario in altre realtà molto più ampie della nostra da noi non è neppure preso in considerazione?”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...