Lettere

Qualche problema alla Biblioteca di Cremona

da u.l.

Scrivo per segnalare alcuni problemi relativi alla Biblioteca di Cremona di via Ugolani Dati, frequentata più volte a settimana da tanti universitari per studiare. Nella mattinata del 9 luglio il salone è rimasto chiuso al pubblico fino alle 10,30 per pulizie senza alcun preavviso. La giornata precedente, e quella prima ancora, una squadra di pulizie con scale al seguito ha inoltre lavorato da mattina a pomeriggio in diverse aree della Biblioteca e non è stato certo semplice concentrarsi per chi cercava tranquillità nel salone studio (sarebbe stato forse meglio organizzare queste pulizie in orari e giorni diversi). Capita, poi, che già alle ore 18,20 qualche addetto della Biblioteca faccia capire (più o meno velatamente) a chi si trova nel salone che è il momento di lasciare l’area, quando la chiusura è ufficialmente fissata alle ore 18,30 (dieci minuti, quando si parla di studio, non sono pochi). E capita anche che mezz’ora prima della chiusura, alle 18, personale della Biblioteca già chiuda, una alla volta, le finestre del salone (in vista della chiusura “ufficiale” delle 18,30) provocando rumore molto forte mentre studenti e frequentatori sono impegnati nella lettura e nello studio.

Se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che le tessere per l’ingresso non funzionano quasi mai (bisogna “strisciarle” più e più volte o addirittura attendere l’apertura di un addetto della Biblioteca che talvolta, può capitare, non è presente o “con le mani libere” all’entrata, per qualche minuto, perché indaffarato) e consideriamo che il sabato pomeriggio la Biblioteca è chiusa, che il prestito dei libri può essere chiesto solo fino alle 17 (chi lavora deve fare le corse?) e che sarà praticamente chiusa anche per due settimane a inizio agosto (resterà aperta solo un paio d’ore al mattino), il quadro non è dei migliori, soprattutto se comparato con quanto ad esempio avviene nelle biblioteche milanesi che molti studenti cremonesi conoscono per motivi universitari. Comprensibili le difficoltà dovute a probabili ristrettezze di budget, ma sicuramente questo quadro non è adatto a una città come Cremona, che vorrebbe fare della cultura il suo cavallo di battaglia.

u.l.

 

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