Ambiente

Inceneritore, il Comune alla Regione: 'Più di così non può bruciare'

Le 70mila tonnellate circa che l’inceneritore di Cremona brucia sono il massimo possibile per il termovalorizzatore di Cremona, che solo sulla carta ne potrebbe bruciare poco meno del doppio. E molto dipende  dalla potenzialità calorifica dei rifiuti bruciati, ad esempio se nei nei forni entrano materiali organici piuttosto di altri. Anche questo è emerso venerdì mattina alla seconda riunione, in Regione, del tavolo sul decommissioning dell’inceneritore di San Rocco, venerdì mattina 12 dicembre presso l’assessorato all’Ambiente. Vi hanno preso parte, per il Comune, l’Assessore al Territorio e alla Salute Alessia Manfredini con la funzionaria Cinzia Vuoto. Durante la riunione, sotto la lente di ingrandimento è stato posto il quadro normativo, in particolare rispetto allo Sblocca Italia, la legge che prevede un bacino nazionale per lo smaltimento dei rifiuti e che potrebbe obbligare gli impianti esistenti a lavorare “a saturazione del carico termico” per smaltire i rifiuti che altre zone d’Italia non riescono a trattare.

Dall’incontro milanese è emerso appunto che l’inceneritore di Cremona lavora già al massimo delle sue possibilità tecniche e l’amministrazione ha ribadito di stare lavorando per un aumento della raccolta differenziata. L’assessore Manfredini ha ribadito che la linea del Comune è quella di un  graduale spegnimento dell’impianto e ha ricordato l’atto di indirizzo votato dal Consiglio comunale poco più di una settimana fa è di non accettare rifiuti solidi urbani di provenienza extra regionale e di chiedere a Lgh di predisporre un piano industriale serio che individui un diverso sistema di smaltimento dei rifiuti. Inoltre, l’assessore ha riportato al tavolo la volontà di chiedere al governo Renzi di escludere l’impianto di Cremona dall’applicazione dell’art 35. La prossima riunione sarà a gennaio, direttamente a Cremona, in audizione proprio presso l’inceneritore alla presenza del proprietario Lgh.

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