Cronaca

La vicenda di Cofferati avrà un peso sulla corsa al Colle?

Sergio Cofferati ha lasciato il Pd per fondare un suo Movimento. Se ne è andato sbattendo la porta dopo aver perso le primarie del Pd per le Regionali liguri contro Raffaella Paita. Prima di togliere il disturbo ne ha dette quattro al suo ex partito. Ha detto che non può stare con degli imbroglioni che hanno “inquinato il voto”. Ma, soprattutto, non ha gradito il silenzio sui brogli” da parte dei vertici (romani). E così ha fatto le valigie ed è tornato sulle prime pagine dei giornali. Centrando un primato: ha prodotto la prima scissione dell’era Renzi. Tombola.

Ora che il patatrac è compiuto,ora che Fassina e dintorni hanno lanciato un “avvertimento” a Pittibimbo loro segretario (“questo affaire peserà sulla corsa al Colle”) ci siano consentite due o tre riflessioni sul “Cinese”.

1) Sergio Cofferati è un volpacchiotto. Avendo fiutato da tempo che avrebbe perso le primarie, da settimane stava lavorando alla operazione scissionista insieme a Mici Vendola,a taluni spezzoni della sinistra radicale, e agli anti Renzi rottamati e delusi. Il grido “ai brogli, ai brogli” ci sta,conoscendo la parrocchia. Ma andarsene così, col pallone in mano, perché ha perso non è un gesto né nobile né convincente.

2) Cofferati, pensionato Inps, mi dà l’impressione di colui che non voglia rassegnarsi alla panca ai giardinetti e cerchi pertanto gloria (legittima) in Politica dove peraltro abbondano nani e ballerine. Lui, al loro confronto, di certo è un gigante. Ergo potrebbe trovare facile spazio. A 67 anni (68 a fine mese) ha ancora molte carte da giocare. Perché, come scrive Giuliano Ferrara nella prefazione al libro che gli ha dedicato anni fa Luca Telese per Sperling & Kupfer, “Cofferati è un leader anomalo: è tignoso,intelligente, scaltro, austero, rigoroso,molto innamorato di sé”. D’accordo. Epperò avremmo preferito che in nome di tale rigore, di tale forza anti-brogli, sbattendo la porta avesse detto: “Signori lascio pure Bruxelles. Rinuncio ai 20mila euro mensili. Mi bastano i 2.500 euro che mi passa l’Inps. Resto a Genova. Tiro la cinghia”. Figuriamoci.

3) A proposito di rigore: a Bruxelles, Cofferati va una volta su due. Le sue euro fatiche sono minime. Lo dice il sito www.mepranking.eu, un radiografo infallibile. Cofferati ha risposto presente in 168 chiamate su 282. Da uno a dieci il suo voto sarebbe 0,9. Una miseria. Direte: sì, però a Bologna ha fatto il sindaco, ha battuto il Guazza, ha lasciato un segno. Quale? A Bologna si è beccato persino una condanna per comportamento antisindacale. A memoria i “Balanzoni” ricordano di lui oggi solo tre cose: la campagna anti-graffiti, l’ordine di eliminare le statuette falliche di cioccolato dedicate a Rocco Siffredi e, infine, una ordinanza contro il piercing nelle zone genitali. Non mi pare molto.

4. I ribelli piddini lo vogliono sul Colle. Per carità, la corsa al Colle è sempre un rodeo. In 70 anni abbiamo visto di tutto, agguati e tradimenti. Nel ’48 doveva vincere Sforza ed invece si è imposto Einaudi; nel 1965 tutti tifavano quel formidabile Metro di Fanfani ed invece ha vinto Gronchi. Nel ’64 tutti aspettavano l’elezione di Leone ed è arrivato Saragat “l’Alzabarbera”. Nel 1971 i sondaggi dicevano “è fatta, vincerà Moro”, ed invece vinse Leone. Anche Pertini,Scalfaro e Napolitano non erano favoriti ma ce l’hanno fatta. D’Alema nel 2006 è stato battuto da Re Giorgio e medita una rivincita. Occhio. Baffino è uno avversario storico di Cofferati. Se il Cinese fa sul serio, il compagno Bialetti lo affonda. E salva (per paradosso) il buon Renzi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...