Cronaca

Calore, ecco quanto 'mangiano' gli edifici comunali, un piano per risparmiare

Il record dei consumi energetici lo detiene il complesso dell’ex San Francesco, tra piazza Lodi e via Aselli, dove hanno sede diversi uffici comunali: nel 2011 sono serviti 118mila metri cubi di metano per riscaldarlo, l’anno prima, 131mila; nel 2009 118mila. Tra quelli finora censiti dal Comune, si tratta del complesso edilizio più dispendioso, uno di quelli su cui intende intervenire attraverso il Piano di azione per il risparmio energetico negli edifici comunali, che prevede una mappatura dei consumi energetici e una programmazione degli interventi, ipotizzando anche il coinvolgimento di soggetti privati. Come già annunciato dall’assessore all’Area Vasta Andrea Virgilio, si comincerà dalle scuole, in particolare media Virgilio, media Anna Frank, primaria S. Ambrogio e primaria don Primo Mazzolari, per ciascuno dei quali verrà valutato quale tipo di intervento realizzare, variabile a seconda delle caratteristiche. Per questi  edifici la spesa annua di riscaldamento varia dai 90mila ai 100mila euro. Ma le scuole sono solo l’inizio.

“Il Comune – spiega Virgilio – aveva già approvato nella scorsa amministrazione il Paes, Piano di azione per l’energia sostenibile, che prevedeva l’analisi energetico – ambientale del territorio. Il settore pubblico deve farsi promotore di azioni di miglioramento dell’efficienza energetica nei suoi investimenti, ammortamenti fiscali e bilanci di funzionamento”. Ora si tratta di elaborare interventi che – chiarisce subito Virgilio – “non avranno ricadute positive immediate sul bilancio comunale, ma l’avranno nell’arco di 6-7- anni nel caso l’intervento lo faccia il Comune o fino a 10 nel caso lo esegua un privato”. Lo strumento potrebbe essere quello delle Esco, sigla che sta per ‘energy service company’, aziende o persone giuridiche, previste nell’ordinamento europeo, che   – spiega Virgilio  “si sostituiscono al proprietario dell’immobile, producono un piano finanziario e in questo modo possono accedere al Conto termico, usufruendo di incentivi che variano dal 20 al 40%”. Un sistema che in Italia è poco conosciuto e che necessita di un attento monitoraggio. Poco conosciuto perchè, spiega ancora l’assessore, “in parte siamo in ritardo nel recepimento delle indicazioni per l’efficienza energetica, in parte perchè il quadro industriale italiano è composto principalmente da aziende medio piccole con limitate risorse finanziarie da dedicare ad interventi di razionalizzazione energetica e con scarse conoscenze”. Un elenco delle ‘esco’ che diano garanzie in termini di solidità, “distinguendole da eventuali operatori improvvisati se non lesivi, si trova sul sito dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, oltre che in un database europeo”.

Per ora il Comune è intervenuto in maniera diretta sulla scuola materna Lacchini, al Cambonino, con una riqualificazione di serramenti e caldaia costata quasi 65mila euro, subito abbattuti dal contributo del  Conto Termico di 15.700 euro. Il recupero della spesa è stato stimato in sei anni; i consumi energetici sono passati dai 25.500 euro dell’ultimo anno di funzionamento della vecchia caldaia a gasolio ai 17.400 per il metano della nuova caldaia. Un risparmio di  circa 8mila euro.

QUANTO CONSUMANO GLI EDIFICI DEL COMUNE – Questi i consumi contabilizzati negli edifici comunali presi in considerazione dal Piano per il risparmio energetico varato dal Comune. Si tratta solo di edifici alimentati a metano; quelli serviti dal teleriscaldamento, considerata già una forma di efficientamento, per ora non vengono presi in considerazione.

Giuliana Biagi

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