Cronaca

La raffineria di coca era attiva da un mese, blitz anche a Castelverde Si indaga su legami con 'ndrangheta

AGGIORNAMENTO – Due le abitazioni finite sotto la lente degli investigatori nell’operazione che ha portato all’arresto di due fratelli calabresi originari di Cutro, Ercole e Antonio Salerno, e alla scoperta di una raffineria di cocaina a due passi da Cremona. Oltre alla casa di via Pestoni a San Marino di Gadesco che secondo l’accusa ospitava la raffineria e in cui abitavano sia Antonio, 55enne laureato in chimica e biologia, celibe e insegnante di matematica e scienze a Pieve San Giacomo, che Ercole, 47enne con precedenti per rapina e separato, nel mirino è finita anche un’abitazione di Castelverde, in suo a Ercole. Nel corso del blitz e delle perquisizioni di martedì tra i due differenti domicili sono stati sequestrati 200 grammi di benzocaina, una sostanza da taglio di alta qualità, 200 grammi di mannitolo e 500 di caffeina, altre sostanze usate per il taglio, e 200 grammi di cocaina da lavorare. Entrambe le case sono sotto sequestro. L’accusa, per i due arrestati, è di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Fiorenzuola, che hanno sviluppato l’indagine, il laboratorio produceva medaglioni da 10 grammi e panetti da 100 grammi di coca. L’operazione è stata delineata mercoledì mattina dal capitano Emanuele Leuzzi, comandante della compagnia di Fiorenzuola, nella sede del comando provinciale dell’Arma di Piacenza. Al momento dell’irruzione Ercole Salerno si trovava all’interno dell’abitazione di Gadesco mentre il fratello professore Antonio è stato fermato nei pressi. Quest’ultimo, come spiegato dai militari, ha sostenuto di essere in possesso degli attrezzi da lavoro da vent’anni in quanto utili per l’insegnamento. Sempre secondo quanto accertato fin qui dai carabinieri diverso materiale utilizzato per il lavoro illecito proviene da acquisti effettuati grazie a contatti via internet e il laboratorio era attivo da circa un mese. “In Italia – ha dichiarato il capitano Leuzzi – è la prima volta che ci imbattiamo in qualcuno dedito allo spaccio che produce da sé una sostanza da taglio come la benzocaina”.

Emersi contatti con Maurizio Cavedo, l’ex sovrintendente della polizia stradale di Cremona, residente a Castelvetro Piacentino, finito a gennaio tra i destinatari di ordinanza di custodia cautelare nell’inchiesta Aemilia sulla ‘ndrangheta e detenuto in Venezuela proprio per possesso di coca. Al vaglio anche presunti legami con altri soggetti coinvolti nell’inchiesta Aemilia. I possibili legami tra la raffineria cremonese di cocaina e ambienti di ‘ndrangheta sono al centro di ulteriori investigazioni dei carabinieri.

Simone Bacchetta
Michele Ferro
redazione@cremonaoggi.it

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