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Da Venezia a Torino su ciclabile del Po Il ministro ci crede, 'certo che si farà' Ncd: 'Ma servono anche Cr-Mn e Paullese

Foto Sessa

AGGIORNAMENTO – La visita a Cremona del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, in occasione del convegno organizzato dal Politecnico sul progetto della dorsale cicloturistica che dovrebbe collegare Venezia con Torino (“VenTo”) ha visto la consegna all’esponente del governo di una lettera (leggi qui) a firma dell’europarlamentare Massimiliano Salini e del consigliere regionale Carlo Malvezzi, da parte di quest’ultimo.  La missiva, chiarisce Malvezzi, che ha avuto con Delrio un breve colloquio al termine del convegno, “mette in evidenza le priorità infrastrutturali da realizzare sul territorio cremonese”, sulle quali i due esponenti del Nuovo Centrodestra chiedono “la massima attenzione e collaborazione del governo italiano”. “Stiamo parlando di opere – ha chiarito il consigliere regionale – sulle quali esistono da tempo dettagliate analisi che ne documentano l’utilità, non solo per la nostra provincia ma per l’intero sud della Lombardia. Non è un caso che compaiano anche all’interno del dossier che Regione Lombardia ha recapitato sempre a Delrio, a testimonianza del loro valore ‘regionale’”. Raddoppio della Paullese; autostrada Cremona-Mantova; navigazione del Po con valorizzazione del porto di Cremona: sono questi gli interventi su cui Malvezzi e Salini richiamano il governo ad un sostegno fattivo “per vederne ultimata la realizzazione (nel caso della Paullese) e per procedere con celerità ad un loro avvio (autostrada CR-MN e navigabilità del Po). A queste opere – prosegue Malvezzi – è legata la possibilità al nostro tessuto imprenditoriale di ripartire con maggior spinta e a tutti i cittadini del sud della regione di spostarsi con comodità e speditezza”. Anche l’europarlamentare Salini ha voluto sottolineare quanto sia “fondamentale una piena collaborazione da parte del Governo per la realizzazione di queste opere. Regione Lombardia ha già chiarito il proprio impegno con la redazione del Dossier presentato per l’apertura della Teem; da parte mia, in qualità di relatore al Parlamento europeo del Budget 2016 sui Trasporti, garantisco la piena rappresentanza delle istanze del nostro territorio in sede europea. Anche il governo deve dare il proprio pieno contributo affinché opere di tale importanza siano realizzate al più presto”.

IL CONVEGNO DEL POLITECNICO – La ciclabile dell’idrovia Torino – Venezia si farà e promette di essere un punto di partenza per creare indotto economico nelle aree interne del Paese, territorio cremonese in testa. Il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio non fa promesse al convegno promosso dal Politecnico al teatro Ponchielli per promuovere il progetto di collegamento leggero giunto alla fase progettuale di fattibilità, ma lascia ben sperare che il piano possa rientrare in un programma infrastrutturale nazionale che punta molto sull’aggettivo ‘leggero’. Il programma del governo, ha detto tra l’altro, punta su infrastrutturazioni ferroviarie e tecnologiche (banda larga) e d’altra parte la simpatia del ministro per la mobilità lenta è nota. Esordisce con una battuta nel suo intervento conclusivo: “Sono qui per parlare di correnti del fiume, non di correnti di partito” e svicola ogni tentativo di farlo esprimere sulla situazione del Pd post voto regionale.

Che sia la volta buona per mandare in porto un’ idea di utilizzo a fini turistici del più grande fiume italiano, dopo l’alba e il tramonto di tanti progetti di regimazione e sfruttamento dell’idrovia a fini commerciali? I presupposti sembrano esserci, come ha spiegato il professor Pileri del Politecnico di Milano, padre di questo progetto a cui sta lavorando da cinque anni e che gode dell’appoggio delle fondazioni bancarie del bacino fluviale, in testa la fondazione Cariplo, oggi presente al convegno cremonese.

Ad inizio lavori il sindaco Gianluca Galimberti ha rimarcato che il bacino del Po riveste un’importanza strategica per l’intero Paese, non solo per la pianura padana e lungo il suo corso Cremona può recuperare quel ruolo importantissimo avuto nell’antichità. La navigabilità va valorizzata sopratutto a fini turistici  dalle potenzialità mondiali, senza dimenticare la navigazione commerciale, due aspetti che devono poter marciare insieme. Il progetto culturale ‘Onde Sussurranti’ che ha visto per la prima volta unire sotto la regia di Cremona un festival musicale di nicchia come il Monteverdi con il turismo fluviale, è un passo in questa direzione, ha detto il sindaco.  Lo stesso dicasi di ‘Vento’ e del progetto ‘Brezza’, tra Cremona e Bergamo.

Sulle enormi potenzialità di sviluppo economico e quindi di posti di lavoro connessi a “Vento”, hanno insistito sia il responsabile del polo cremonese del Politecnico Gianni Ferretti (“Il costo di questo progetto vale quanto qualche km di autostrada. E’ un affare che come Paese non possiamo lasciarci sfuggire. Almeno, non lasciamoci sfuggire anche questo”) sia Paolo Pileri, ideatore del progetto. L’idrovia Venezia – Torino corre su argini in gran parte già esistenti, per una lunghezza di 679 km, attraversando 121 comuni, quattro regioni e 12 province, oltre a 40 parchi. Senza esaltare la bicicletta come medicina per tutti i mali, essa può essere un punto di partenza per un nuovo modello di sviluppo economico che ha dato ottimi risultati nel’Europa del Nord, in Germania in particolare, dove negli anni Novanta è servita a dare lavoro alle migliaia di disoccupati creati dalla crisi industriale, infrastrutturando il Paese con una rete utilizzata da un cicloturismo particolarmente esigente, quello delle famiglie che chiedono percorsi in sicurezza. Quindi senza macchine, “un sacrificio che anche qui dobbiamo pensare di attuare, cambiando le abitudini”.  Tra Venezia e Torino il valore aggiunto è costituito dai territori ricchi di arte e tradizioni gastronomiche.

Cicloturismo che non può essere ‘fai da te’, ha aggiunto Pileri, per poter smuovere un indotto economico, che serve come ‘attivatore’ di altre risorse riscattando le aree interne del paese. Un modo per ridare fiato anche “ai troppi negozi chiusi che ho visto in tutti i centri  che abbiamo attraversato nella costruzione di questo progetto”.

L’occasione della presenza a Cremona del Ministro che ha dato il nome alla legge di riforma delle Province è stata colta dal presidente dell’Area Vasta Carlo Vezzini, non tanto per recriminare sulla paradossale paralisi normativa in cui si sta dibattendo l’ente, quanto per rilanciare su una delle funzioni fondamentali rimaste, le infrastrutture. “Il nostro territorio è ricco di un tessuto agricolo che merita di essere valorizzato e fatto conoscere anche a fini turistici. Il tema della mobilità lenta può davvero essere volano di sviluppo ed è tipicamente un tema di area vasta. Il Governo ci aiuti a ‘dare gambe’ all’area vasta anche attraverso il superamento dei limiti geografici attuali”.

g.biagi

 

 

 

 

 

 

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