Cronaca

Il diabete sfalsa l'alcoltest Assolta dall'accusa di aver guidato in stato di ebbrezza

Dopo un incidente stradale era risultata positiva all'alcoltest, ma il dato era stato sfalsato, in quanto l'automobilista soffriva di diabete mellito. A processo e' stata assolta dall'accusa di aver guidato in stato di ebbrezza.

di Sara Pizzorni

L'avvocato Faticati
L’avvocato Faticati

Dopo un incidente stradale era risultata positiva all’alcoltest, ma il dato era stato sfalsato, in quanto l’automobilista soffriva di diabete mellito. A processo e’ stata assolta dall’accusa di aver guidato in stato di ebbrezza. Il fatto risale al 16 gennaio di due anni fa. Erano circa le 24: Martina, 27 anni, stava rientrando a Fiorenzuola, dove abita, dopo aver trascorso con un’amica la serata a Cremona. Aveva bevuto solo un bicchiere di vino rosso. La donna si era appena  immessa in autostrada, quando un autoarticolato bulgaro, senza rispettare la precedenza, l’aveva travolta, distruggendo la sua auto dalla quale miracolosamente era uscita con ferite lievi. Sul posto era intervenuta la polizia stradale di Cremona che aveva sottoposto entrambi i conducenti all’esame dell’alcoltest. Per la donna, che aveva preventivamente avvertito gli agenti di essere affetta da diabete mellito sin da bambina, l’esito del test era risultato oltre i limiti di legge. A Martina, ancora sotto shock per il grave incidente subito, era stata ritirata la patente di guida e le era stato contestato il reato penale di guida in stato di ebbrezza, con conseguente sospensione della patente per sei mesi da parte della Prefettura. Successivamente aveva ricevuto la notifica del decreto penale di condanna del gip che la condannava a 3.250 euro di ammenda con sospensione della patente per un anno.

L'avvocato Pedrazzani
L’avvocato Pedrazzani

Al provvedimento si sono opposti i suoi legali, gli avvocati Christine Faticati e Barbara Pedrazzani, che hanno chiesto ed ottenuto di andare a processo. Nel corso del dibattimento davanti al giudice Pio Massa è emerso che la patologia di cui soffre l’imputata aveva davvero sfalsato i risultati del test, come ha anche spiegato in aula il consulente medico specialista chiamato dalla difesa. “Il diabete mellito di tipo uno insulino dipendente”, ha spiegato l’avvocato Faticati, “può infatti determinare uno stato di iperglicemia o ipoglicemia tendente alla chetoacidosi con eliminazione di corpi chetonici attraverso il respiro. Un prelievo ematico o l’esame delle urine avrebbe potuto distinguere con certezza l’alcol etilico presente nel sangue dagli acidi butirrici. Procedura, questa, che non è stata richiesta dagli agenti intervenuti nonostante l’imputata li avesse da subito informati della sua malattia”. A processo, Martina è stata assolta con la formula piena. “Si tratta di una sentenza rilevante”, ha concluso il legale, “in quanto la materia di cui si occupa è dibattuta in giurisprudenza  e certamente concorrerà a tracciare un orientamento giurisprudenziale in casi analoghi”.

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