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Gestione piscine, consiglio bollente: bagarre politica e proteste delle canottieri

Foto Sessa

Una cinquantina di membri delle società canottieri di Cremona hanno preso parte al Consiglio comunale di oggi pomeriggio, per assistere alla discussione sul futuro delle piscine comunali, ma soprattutto per protestare in merito alla volontà del Comune di affidarne la gestione a Sport Management. La discussione è partita dalla mozione presentata dal consigliere comunale Maria Vittoria Ceraso, che ha chiesto all’amministrazione di “riconsiderare la possibilità di una prosecuzione del rapporto di fiducia con la Fin, anche per la nuova gestione dell’impianto”.

Il consigliere chiede inoltre di inserire nel bando di concorso nuovi elementi di valutazione: “oneri economici meno svantaggiosi per il concedente; riduzione dei tempi della concessione (prevista per 25 anni); la non sussistenza, nel soggetto proponentesi, di interessi nel settore sportivo natatorio (possedere una squadra di nuoto/pallanuoto)”.

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Richieste fortemente condivise dalle società canottieri, che durante il dibattito in consiglio hanno protestato vivamente, applaudendo con forza gli interventi dell’opposizione, esibendo dei cartelli colorati con scritto ‘W la piscina per tutti’. Una piscina che invece rischia di diventare solo per pochi.

Le società sportive hanno infatti minacciato, in caso di affidamento della struttura a Sport Management, di andarsene dall’impianto natatorio comunale e di trovare una soluzione alternativa. Come ad esempio coprire una delle piscine olimpioniche già presenti presso le società, oppure di rivolgersi a strutture diverse, come lo Sporting, dove già ci sono piscine coperte.

“Quello che vuole mettere in campo il Comune è un bando che va a favorire in modo incontrovertibile Sport Management, che in quanto promotore del project financing ha diritto di prelazione” si sfoga Marco Montagni, responsabile del settore nuoto della società Baldesio. “Da quando è stata accantonata la proposta della Fin (che attualmente gestisce l’impianto per una proroga della concessione), noi società canottieri siamo state estromesse da ogni confronto. Hanno fatto una delibera di Giunta sul project financing mentre erano assenti tre assessori. In 12 anni di dirigenza in una canottieri non ho mai visto niente del genere. E’ assurdo pensare i dare in gestione per 25 anni una struttura pubblica”.

A preoccupare molto le canottieri anche il fatto che Sport Management è una società che a sua volta gestisce delle squadre sportive e che quindi diventerebbe diretta concorrente delle canottieri e che lascerebbe poco spazio per gli allenamenti alle altre società sportive. Cosa che peraltro è accaduta proprio di recente a Vada (provincia di Livorno), dove sono in corso delle polemiche proprio su una vicenda analoga.

Molti i momenti di tensione che si sono vissuti durante tutta la durata del consiglio, con vibranti proteste da parte degli esponenti delle canottieri nei confronti delle dichiarazioni dei consiglieri di maggioranza, tanto che alcuni membri delle società si sono addirittura allontanati dall’aula.

Durissimo l’intervento del consigliere Marcello Ventura (Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale), che ha evidenziato come “stiamo parlando di società sportive che negli anni sono cresciute e hanno fatto sforzi importanti per mantenere basse le quote di iscrizione alle squadre, in modo da consentire a molti giovani cremonesi di partecipare. Ora vogliamo buttare via tutto quello che si è costituito per affidare la gestione a una società che per di più un sacco di problemi? Perché improvvisamente è arrivato l’ordine di dimenticare la gestione Fin e di lavorare con Sport Management? Perché si vuole portare via alla città qualcosa che si è costruito in tanto tempo, andando a creare della libera concorrenza in casa nostra?”.

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“Se proprio il Comune voleva liberarsi della piscina, avrebbe fatto meglio a venderla, invece che darla in gestione pagando ogni anno 230mila euro a una società per 25 anni” ha aggiunto Ferruccio Giovetti (Forza Italia).

Sulla durata della convenzione critiche anche dal consigliere Luigi Amore, secondo cui è “sbagliato lasciare per 25 anni la gestione a una società privata senza neppure sapere come lavora. Ma sbagliato anche non coinvolgere le canottieri, che sono i principali fruitori della struttura”.

Duro anche il consigliere comunale Andrea Sozzi, che ha evidenziato come il problema sia “soprattutto la società a cui si vuole  affidare la gestione, Sport Management. Stiamo affidando la piscina a una società che ha già dimostrato di avere dei problemi in molte altre realtà in cui opera. Una società che cercherà di sottrarre tesserati alle altre società, in quanto rappresenta una loro concorrente diretta. Sarebbe come dare in gestione dello stadio Zini al Piacenza calcio. In sostanza quella che sta facendo il Comune è una concessione a un privato travestita da bando pubblico”.

Il consigliere Ceraso ha ribadito come sarebbe stato più opportuno, “costituire in maniera formale un gruppo di lavoro formato da assessore competente e personale del Comune per la parte politica, amministrativa e giuridica ed esperti tecnici del settore natatorio locale, principali utenti della piscina comunale, al fine di individuare insieme il percorso migliore, da tutti i punti di vista”.

“E come mai – continua Ceraso – si è avuta così fretta da approvare un progetto tanto importante, impattante e vincolante per i prossimi 25 anni da aver organizzato una Commissione il 28 luglio e una Giunta il 12 agosto quando molti consiglieri e assessori erano in ferie? Il mancato rispetto del termine dei tre mesi previsto dalla legge per l’approvazione del progetto non avrebbe di certo impedito a Sport Management di presentare successivamente un nuovo progetto se davvero interessata alla gestione.

Perchè questa Giunta non si è fatta problemi a bocciare il progetto presentato da A2A, società con la quale il Comune di Cremona ha da poco siglato una partnership, e dimostra invece così tanta fiducia verso una Società che non ha nessun legame con la nostra realtà locale?”.

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Dal canto suo la maggioranza, seppur non condividendo l’odg del consigliere Ceraso, ha ribadito la necessità di rivedere i criteri del bando, come proposto nell’emendamento di Lia A Beccara, che verrà trasformato in un nuovo ordine del giorno affinché nel bando vengano definiti alcuni criteri base, come la possibilità di scegliere, da parte delle canottieri, gli orari degli allenamenti. O ancora di garantire interventi per l’efficientamento energetico, e di ridurre tempi della convenzione.

Invece viene respinta con forza la parte che vorrebbe vedere in campo nuovamente la Fin, seppure anche tra le fila della maggioranza sembra vi sia stato qualche disaccordo sul tema.

“La richiesta di considerare la possibilità di tornare ad un affidamento diretto della gestione della piscina comunale, non può essere accolta per precisi motivi” ha detto il consigliere Luca Burgazzi. “Il principale è che, anche alla luce della precedente gestione, la scelta di questa amministrazione è stata quella di indire una gara per selezionare un gestore con capacità anche di investimento, nell’ottica della riqualificazione della piscina e dell’area circostante.  Tra il resto, alcune recenti sentenze ribadiscono la contrarietà ad affidamenti diretti, soprattutto sul lungo periodo. Il percorso del progetto di finanza è uno dei tasselli per la costruzione del bando, che rimane comunque aperto a chi vi voglia partecipare”.

C’è invece condivisione sui criteri da inserire nel bando: “I criteri che chiediamo siano inseriti nel bando sono i seguenti: prelazione per le società sportive nella scelta degli orari in cui svolgere L’ attività natatoria, oneri economici più vantaggiosi per il comune, riduzione dei tempi della concessione, investimenti per l’efficientamento energetico. Ci impegneremo a far sì che queste richieste diventino criteri del bando così da trovare un equilibrio tra le esigenze delle società del nuoto cremonese, quelle degli atleti e quelle dei singoli cittadini”.

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Una voce fuori dal coro è quella di Roberto Poli (Pd), che chiede a tutti di fermarsi, di riflettere e soprattutto di cercare a costruire un percorso comune, condiviso. “Non credo che le preoccupazioni delle società canottieri su questo tema siano strumentali. Credo si tratti di dubbi legittimi a cui la politica dovrebbe fare attenzione. Mi chiedo se rispetto al bando prospettato non si possano apportare delle migliorie, inserendo elementi nuovi. A questo proposito, credo che gli obiettivi di destra e sinistra coincidano: quelli di avere una piscina comunale dei cittadini, che funzioni bene e che sia funzionale alle società canottieri. Dunque perché non cerchiamo di fare un percorso comune che ci consenta di presentare un documento unico sulla questione?”.

A rispondere è stato poi l’assessore Mauro Platè, che ha evidenziato come “nell’ordine del giorno dell’opposisione si dice che alla Federazione Italiana Nuoto, può essere affidata la gestione dell’impianto senza indire un bando, perché garante di interessi collettivi; si deve specificare che non si tratta di un automatismo – la valenza pubblicistica deve essere dimostrata – non basta richiamare lo statuto della Federazione o lo status giuridico dell’ente. A riprova di questo si fa presente che il Tar ha più volte annullato l’affidamento diretto di impianti sportivi ed anche alla Fin – perché non sufficientemente motivato”. Platè ha inoltre illustrato i problemi legati alla gestione Fin, che hanno poi spinto la Giunta a porsi dei buddi sulla stessa. Abbiamo rilevato ritardi nella comunicazione dell’uso degli spazi e delle tariffe. Siamo venuti a sapere di una tariffa applicata da Fin non concordata con l’ente, nonostante ci sia una delibera che fissa le tariffe. In questa delibera viene individua una sola tariffa per “utilizzo orario a corsia per le società affiliate a Federazioni riconosciute dal coni – per un costo di 8,50 + IVA”. Nel gennaio del 2016 l’Amministrazione Comunale analizzando i bilanci presentati da Fin, ha rilevato delle incongruenze che si sono dimostrate essere dei costi diversi per alcune corsie. Ovvero in alcune giornate e per alcune società Fin chiedeva un corrispettivo di 55 euro per corsia all’ora. Se la Fin affitta degli spazi per uso commerciale viene meno il valore pubblico. Inoltre il fatto che abbia alzato le tariffe senza comunicarlo, porterebbe immediatamente a rendere nulla la convenzione; inoltre sono state applicati dei costi per l’affitto degli spazi acqua non concordati con l’Amministrazione. C’è un altro elemento, questo è emerso nella Commissione consigliare del 8 luglio: ci sono dubbi sull’utilizzo a fini privati, non precedentemente concordati, dello spazio da parte del gestore”.

Platè contesta anche la richiesta di “non sussistenza di interessi sportivi” da parte del futuro gestore. “Questa richiesta è in contraddizione con la legge n°289 del 27 dicembre 2002 che chiarisce che ‘nei casi in cui l’ente pubblico territoriale non intenda gestire direttamente gli impianti sportivi, la gestione è affidata in via preferenziale a società e associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva, discipline sportive associate e Federazioni sportive nazionali’. Creare dei criteri contrari a questa norma appare quindi sconveniente e facilmente impugnabile”.

Inoltre, sottolinea Platè, siamo ancora “in una fase interlocutoria: “è stata approvata la fattibilità e si è aperta una seconda fase di miglioramenti (come previsto dal codice degli appalti). Inoltre l’Amministrazione non ha chiesto alcun project financing, perché la promozione è lasciata all’imprenditorialità del soggetto, ma ha indicato l’intenzione di avviare una selezione pubblica”.

Il dibattito si è concluso con l’intervento del sindaco Gianluca Galimberti che ha evidenziato come su questo fronte si sia lavorato molto in condivisione con la maggioranza e l’intera Giunta. “Sin dall’inizio del mandato” ha evidenziato il sindaco, “abbiamo individuato un metodo: andare a gara con o senza project. Un atto di indirizzo ben preciso perché si tratta di una questione di legalità e di sostanza, perché in questo modo è possibile costruire progetti in base alle leggi. Così come in base a quanto prevede la legge c’è stata una trattativa una volta che è pervenuto il project. D’altra parte è evidente che il passato ha consegnato una serie di problematiche per quanto riguarda l’impianto natatorio che andavano risolte e che era necessario affrontare al più presto”.

Riferendosi alla presenza in aula di una folta rappresentanza delle società canottieri, l’ha definita “un segno positivo, di partecipazione, chiedendo nel contempo di avere un confronto con i ragazzi che praticano nuoto per potere spiegare anche a loro le ragioni della scelta compiuta”.

Secondo il sindaco, “il consenso non è un criterio per fare delle scelte: c’è naturalmente l’ascolto di tutte le posizioni, ma spetta poi alla politica assumere decisioni e dunque le proprie responsabilità, quello che per tanti anni, nel caso della piscina, è mancato. L’impianto natatorio è infatti una struttura che da tempo ha bisogno di interventi e, trattandosi di un servizio pubblico, è importante tenere conto delle esigenze di tutti”.

Galimberti ha rassicurato sul fatto che “adesso c’è una gara per la quale verrà costruito un bando che conterrà una serie di criteri ben dettagliati per garantire la massima trasparenza e quindi la possibilità di effettuare controlli e miglioramenti. E’ una questione di legalità, che risponde a determinate esigenze alle quali si sta cercando di dare una risposta”.

Alla fine l’Ordine del Giorno è stato respinto con 17 voti contro 8 a favore e 2 astenuti (Lega), ma la situazione è ben lungi dall’essersi risolta.

Laura Bosio

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