Cronaca
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Processo Iori, il mistero della lettera scomparsa. In aula parla la mamma

A sinistra la mamma e la sorella di Claudia Ornesi, a destra Iori con l’avvocato Giusto (foto Sessa)

IL MISTERO DELLA LETTERA SCOMPARSA

In primo piano il pm Aldo Celentano, dietro i due legali di parte civile Severgnini e Pagliari

Nella sesta udienza del processo contro Maurizio Iori, l’ex primario di Oculistica dell’ospedale di Crema accusato di aver ucciso la figlia Livia, di due anni, e la sua ex compagna Claudia Ornesi, di 42 anni, è spuntato il “giallo” della lettera che Claudia aveva scritto all’imputato chiedendogli di essere presente nella vita della loro bambina. Nel processo, che si celebra in corte d’assise, è emerso che la donna aveva fatto due copie della lettera: una l’aveva consegnata a Iori il 12 luglio del 2011 (il manoscritto era stato trovato in casa del medico insieme al suo cellulare la sera del 20 luglio del 2011 dal vicino in casa), mentre l’altra, Claudia l’aveva tenuta per sé per consegnarla a Livia quando sarebbe stata grande. La mamma della Ornesi si era invece trascritta il testo. All’appello manca proprio la lettera che avrebbe dovuto trovarsi nella casa di via Dogali e che invece è scomparsa. A nulla, come ha raccontato un poliziotto al pm Aldo Celentano, sono valse le ricerche effettuate dagli uomini del commissariato che durante le indagini hanno passato al setaccio l’abitazione della Ornesi, compresa la spazzatura dei rioni vicini, e cercando inutilmente anche nella casa di Iori. Le ricerche sono state estese anche alla piazzola ecologica di Castelleone, senza alcun esito. Cercate, ma mai ritrovate, anche le scatole del farmaco Xanax (nella casa della Ornesi c’erano solo i blister vuoti), le confezioni delle bombole e quelle dei fornelletti.

LA TESTIMONIANZA DELLA MAMMA DI CLAUDIA: “VOLEVA SOLO CHE IORI FACESSE IL PADRE, MA LUI NON SI E’ MAI AFFEZIONATO ALLA BAMBINA”. “MIA FIGLIA UNA SALUTISTA, LA SUA UNICA MEDICINA ERA SUA FIGLIA. PENSAVA AL FUTURO

Commossa ma ferma, con la voglia di raccontare i fatti e con una memoria precisa degli eventi. Questa è stata la lunga testimonianza di Pasqualina Facchi, mamma di Claudia Ornesi e nonna della piccola Livia, trovate senza vita il 21 luglio del 2011 nella loro casa di via Dogali a Crema. Era un “rapporto di fiducia e confidenza” quello che legava mamma Pasqualina con sua figlia Claudia. “Mia figlia ha conosciuto Iori nel settembre del 2007 in occasione di una visita oculistica”, ha raccontato la donna alla corte (presidente Pio Massa, a latere il giudice Pierpaolo Beluzzi e i giudici popolari). “Claudia mi diceva che lui era una persona molto pacata, disponibile ed estremamente gentile. E’ stata colpita da questo. Poi lui l’ha invitata  ad un congresso e da lì è partita la relazione”.

La mamma di Claudia ha spiegato di aver saputo che sua figlia era incinta il 26 maggio del 2008. “Claudia ha fatto il test a casa di sua sorella Paola”. “So”, ha riferito la teste, “che il giorno dopo ha telefonato a Iori e che quando ha messo giù era in lacrime. Mia figlia mi ha detto che lui questo bambino non lo voleva, che sarebbe stata una bella cosa, ma che non era il momento giusto, che lui aveva una reputazione da mantenere e che aveva paura di perdere i primi due figli nati dalla relazione con la prima moglie, con la quale c’erano stati accordi per l’affido. Inoltre non avrebbe dovuto saperlo nessuno, né la sua ex moglie né la madre, perché altrimenti sarebbe andata al cimitero”. “Claudia era contro l’aborto”, ha detto la signora Pasqualina, “lei non voleva uccidere la bambina che aveva in grembo, ma Iori le aveva detto di scegliere tra lui e la piccola”. “Lei ha scelto di tenere Livia”, ha continuato la teste, “e da quel momento il rapporto tra loro è terminato. Verso agosto si sono ritrovati e lui le ha detto che non avrebbe riconosciuto la figlia”.

“E’ stato mio genero”, ha spiegato la signora, “a prendere l’iniziativa e a portarla dall’avvocato, perché lei in un primo momento non ci voleva andare. Era preoccupata che la lettera dell’avvocato potesse arrivare o a casa di lui o a casa della madre. Si preoccupava perché lo rispettava”. La signora Pasqualina ha ricordato cosa le aveva raccontato Claudia al momento della consegna della lettera a Iori. “Lui si è infuriato, lei, che era incinta di sei mesi, era spaventatissima. Lui le ha detto: ‘se fai del male a me o ai miei figli te la faccio pagare a te e a quella lì’. Iori poi si è tranquillizzato e il giorno dopo ha detto a Claudia che avrebbe riconosciuto la bambina. Non le ha imposto di andare a Lodi a partorire, ma ha sottolineato il fatto che a Crema tutto l’ospedale l’avrebbe saputo”.

La mamma di Claudia ha raccontato che il 3 febbraio del 2009 Lidia era nata e che Iori era andata a trovarla. “Non le ha dato neanche una carezza, il suo commento è stato che aveva la faccia da bambina. Era molto freddo. Se n’è accorta anche la vicina di letto che ha detto ‘mamma mia, Claudia, come è freddo il tuo compagno’”.

La testimone ha ricordato anche il momento in cui era venuta a sapere che Iori aspettava un figlio da un’altra donna. “Ai primi di maggio 2009 una dottoressa dell’ospedale ha detto a mia figlia Paola che lui aspettava un figlio da una certa Laura (Laura Arcaini, attuale moglie di Iori). Quando l’ho saputo sono rimasta paralizzata e sono scoppiata a piangere. E’ stato il momento più scioccante. Quando mia figlia gli ha chiesto se era vero, lui le ha risposto ‘E allora?’”. “A fine maggio 2011, poi”, ha riferito la mamma, “mia figlia Paola ed io abbiamo saputo che si era sposato”.

“Claudia si era disinnamorata”, ha spiegato la mamma. “A quel punto voleva solo che Iori facesse il padre. E’ stato sempre quello il ritornello, fino alla fine. E’ stato allora che mia figlia ha deciso di scrivergli una lettera”. Il manoscritto, con estrema emozione, è stato letto in aula dalla testimone.
“Lui non chiariva mai, al massimo minacciava”, ha poi ricordato la teste, che ha aggiunto: “dalla nascita di Livia lui ha versato a Claudia prima 300, poi 400 euro al mese e le ha preso la casa di via Dogali in leasing. Ci andava, in via Dogali, ma solo per Claudia. Non si è mai affezionato a quella bambina”. “Della casa aveva le chiavi anche lui”, ha ricordato Pasqualina, che ha riferito alla corte di aver saputo da Claudia che una notte se l’era trovato in camera”.

La mamma di Claudia ha poi riferito di aver saputo che la figlia aveva cenato nella casa di via Dogali con l’imputato la sera di sabato 16 luglio. In quell’occasione avevano mangiato un’insalata di riso preparata proprio da Pasqualina Ornesi che aveva sentito la figlia il giorno dopo. “Claudia mi ha detto che l’insalata non era buona, cosa che mi è sembrata strana, visto che l’avevamo mangiata anche io e mio marito, e che quella notte aveva dormito profondamente. Col senno di poi ora mi faccio delle domande”. La mamma ha anche aggiunto di aver saputo da Claudia che Iori sarebbe tornato a cena il mercoledì 20 per cucinare del sushi. “Lei non lo aveva mai mangiato e aveva paura che non le piacesse, ma  lui le ha detto di non preoccuparsi perché lo avrebbe aggiustato con delle salsine di pompelmo e mirtillo. Avrebbe portato anche dei fornelli”. “Quella sera”, ha ricordato la mamma, “ho portato Livia a fare un giro e me ne sono andata alle 19,15. Lui avrebbe dovuto arrivare di lì a poco. E’ stata l’ultima volta che ho visto mia figlia e mia nipote. Quando il mattino dopo mio marito mi ha chiamato per darmi la notizia mi sono sentita strappare il cuore e la carne. E ho gridato a tutti ‘Chiamate Iori, chiamate Iori’”.

Pasqualina Ornesi ha detto anche di non aver mai visto bombole in casa e che sua figlia era una “salutista”. “Non hai mai preso tranquillanti. Aveva solo un medicinale miracoloso che era sua figlia. Claudia pensava al futuro, pensava al domani, era piena di progetti”.

Al termine della sua testimonianza, la signora Ornesi è stata ringraziata dal presidente Massa: “so che per lei è stata una sofferenza”, le ha detto.

Sara Pizzorni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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