Cronaca

Cardiologa falsa nipote di Napolitano a processo: molestò l'amante e la moglie

L’avvocato Donati

In tre mesi gli avrebbe inviato qualcosa come 2.500 messaggi. Con l’accusa di molestie, Maria Lucia Eufrasia Vicario, 51 anni, di Campobasso, residente a Milano, dirigente del dipartimento di Cardiologia dell’ospedale Niguarda, è a processo a Cremona davanti al giudice Giulia Masci. Per l’accusa, la donna avrebbe contattato ripetutamente con telefonate e messaggi l’ex amante, un professionista cremonese di 59 anni, allo scopo di riallacciare la loro relazione sentimentale extraconiugale. In una mail gli avrebbe scritto: ‘Tutto si paga…ci siamo, pronto per il bagno di sangue’, ‘Io ti distruggo’, ‘Io ti massacro’. Presa di mira dalle telefonate e dai messaggi dai contenuti spesso volgari ed ingiuriosi, anche la moglie del cremonese. ‘Vecchia bavosa, tirchia e cornuta…’, era il testo di uno dei messaggi. Nel processo, la coppia si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Alessandro Donati. Nella prossima udienza, fissata al 14 gennaio 2019, verranno sentite le due vittime, mentre la difesa ha già presentato una lista di dieci testimoni.

Il nome della Vicario non è nuovo alle cronache. In passato la donna era stata accusata dalla procura di Milano di sostituzione di persona e falso in scrittura privata. Reati per i quali aveva patteggiato. Anni fa era stata protagonista di una storia paradossale: usando il nome dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, era riuscita ad ottenere da Banca Intesa mutui per un milione di euro. La Vicario aveva preso carta e penna, aveva spedito al banchiere Giovanni Bazoli, numero uno di Banca Intesa, tre lettere di raccomandazione firmate da Napolitano e dal segretario di quest’ultimo Donato Marra, riuscendo ad ottenere il cospicuo prestito. Peccato che quelle lettere erano false, così come altre messe in giro dalla stessa Vicario. Come quelle indirizzate a Roberto Formigoni, allora presidente della Regione Lombardia. La prima, firmata ‘Giorgio Napolitano’, la seconda, da Marra, in cui si chiedeva per la cardiologa due biglietti gratis per la Scala. Con le lettere, la Vicario era riuscita ad ‘agganciare’ Formigoni prima che emergesse la verità. Tanto che l’ex presidente della Regione Lombardia era stato anche testimone di nozze della dottoressa, l’8 ottobre del 2011. Due mesi dopo, dovendo comprare due appartamenti a Milano, invece di andare in banca, la Vicario aveva scritto una lettera a Bazoli, dicendo di essere la nipote del presidente della Repubblica. A Bazoli aveva presentato due missive, una a firma di Napolitano, l’altra di Marra, riuscendo a portarsi a casa il finanziamento da un milione di euro.

Da Milano a Cremona, questa volta con l’accusa di molestie: la Vicario, il professionista cremonese lo aveva conosciuto in ospedale: lei aveva in cura un familiare di lui. Dal febbraio all’aprile del 2016 i due avevano avuto una relazione sentimentale, che poi lui aveva troncato. A quel punto la Vicario avrebbe cominciato ad assillare marito e moglie con continui messaggi e telefonate. A lui, mentendo, aveva anche detto di essere rimasta incinta. Nella notte tra il 6 e il 7 giugno del 2016 la piazza in cui si trova l’abitazione dell’ex amante della Vicario era stata disseminata di una trentina di volantini con stampati messaggi che la cardiologa aveva inviato alla responsabile del luogo di lavoro della moglie di lui. Con quei messaggi, l’imputata aveva reso nota a tutti la relazione sentimentale che l’aveva legata al 59enne cremonese.

Sara Pizzorni

La Vicario il giorno delle sue nozze in macchina con Roberto Formigoni

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...