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M5S, la riunione dei veleni. “Non parli più a nome di tutti”, Crippa in trincea

L’elezione del nuovo capogruppo grillino alla Camera si incrocia con la partita del Quirinale, ma le tensioni e i veti incrociati rischiano di trasformare questo passaggio in uno psicodramma all’interno del Movimento 5 Stelle. Lo dimostra la tesissima riunione del direttivo M5S alla Camera andata in scena ieri sera a Montecitorio: un confronto molto acceso, raccontano all’Adnkronos fonti pentastellate, condito da urla che sono riecheggiate anche fuori dalla stanza. 

Da una parte Davide Crippa, capogruppo uscente, il cui mandato scade formalmente a fine anno; dall’altra i contiani Riccardo Ricciardi (vicecapogruppo) e Francesco Silvestri (tesoriere), allineati al leader Giuseppe Conte, il quale vorrebbe far coincidere l’imminente votazione del capogruppo al Senato con quella alla Camera, anticipando, in questo modo, la fine dell’era Crippa alla guida del gruppo dei deputati. 

“Non parli più a nome di tutti”, l’affondo nei confronti del parlamentare piemontese, che per ora tiene botta e non vuole saperne di farsi da parte. Il vero nodo della questione è il Colle. “Un capogruppo in scadenza – ragionano fonti contiane all’indomani – non può trattare con gli altri gruppi per il Quirinale. Serve una guida pienamente legittimata”. Ma nei prossimi giorni potrebbe arrivare l’offensiva finale. Secondo quanto apprende l’Adnkronos, diversi parlamentari contiani sarebbero intenzionati a chiedere pubblicamente le dimissioni di Crippa se quest’ultimo non farà un passo indietro. Lo scorso 16 ottobre Beppe Grillo ha condiviso sul suo blog un articolo di Crippa, dal titolo “Pandemia Energetica”: un gesto da molti interpretato come una ‘blindatura’ del capogruppo uscente. Ma alcuni deputati contiani che sostengono di aver sentito il garante M5S di recente giurano che tra Conte e Grillo c’è sintonia sulle nomine, a partire dalla composizione delle squadre di Camera e Senato. 

Intanto Silvestri nega di aver sfiduciato Crippa ieri, durante la riunione dei ‘veleni’: “Macché…”, si limita a dire, provando a gettare acqua sul fuoco, il tesoriere grillino alla Camera. Ancor meno loquace è Ricciardi, altro protagonista della riunione di ieri, che intercettato nel cortile della Camera si trincera dietro il più classico dei ‘no comment’. 

I nomi in pole per la sostituzione di Crippa sono quelli di Alfonso Bonafede e Lucia Azzolina. “Ma alla fine Crippa potrebbe decidere di ricandidarsi per fare uno sgarbo a Conte…”, ipotizza un eletto. L’elezione del capogruppo viene considerata un tassello cruciale in vista della composizione della nuova segreteria. 

Nei prossimi giorni Conte dovrebbe alzare il velo sulla squadra dei vicepresidenti, che dovrebbero essere più di quattro: molto accreditate, fra le altre, le candidature di Alessandra Todde (sottosegretaria allo Sviluppo economico), Paola Taverna (vicepresidente del Senato) e Mario Turco (ex sottosegretario a Palazzo Chigi ai tempi del secondo governo Conte). (di Antonio Atte) 

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