Nazionali

Covid Europa, quarta ondata tra lockdown e regole non vaccinati

Riecco il lockdown. La quarta ondata covid in Europa non si ferma, anzi oggi prende maggiore vigore in particolare nelle regioni settentrionali ed orientali dove sono più basse le percentuali di vaccinati rispetto ai Paesi mediterranei come l’Italia e la Spagna. 

E se alcuni Paesi, come Grecia e Slovacchia, adottano restrizioni e lockdown per i non vaccinati, l’Austria ha annunciato che sarà costretta a chiudere di nuovo per tutti. E la misura di lockdown non viene neanche esclusa dalla Germania tedesco, che anche ha varato restrizioni specifiche per i non vaccinati. Ecco le misure adottate dai paesi: 

GERMANIA 

Di fronte alla “situazione drammatica” della quarta ondata del Covid, che oggi segna 53mila nuovi contagi, dopo il record di 65mila di ieri, ed oltre 200 morti, il governo della cancelliera uscente Angela Merkel ha adottato con i Lander misure che limitano l’accesso dei non vaccinati ai luoghi pubblici. Nelle regioni in cui ci sono più di tre pazienti Covid in ospedale ogni 100mila abitanti, entra in vigore il 2G, cioè la limitazione dell’accesso a ristoranti, teatri e cinema solo per vaccinati e guariti.  

Mentre è stato approvato dal Parlamento tedesco la misura che prevede il 3G – dalle iniziali delle parole tedesche per vaccinati, guariti o testati – per l’accesso nei luoghi di lavoro e mezzi trasporto pubblici. Ma questo non potrebbe bastare secondo il capo del Robert Koch Institute, l’istituto di sanità tedesco, Lothar Wieller, che invita la popolazione a restare a casa: “Questa è un’emergenza nazionale, tutta la Germania è un unico grande focolaio, dobbiamo tirare il freno d’emergenza”. E anche il ministro della Sanità, Jens Spahn, oggi ha detto che il lockdown generalizzato “non può essere escluso”.  

AUSTRIA 

Dopo il lockdown solo per i non vaccinati, l’Austria ha annunciato che da lunedì prossimo, e per un minimo di 10 giorni ed un massimo di 20, scatterà un nuovo lockdown per tutti. “Non è stato facile prendere questa decisione, a nessuno piace adottare misure che limitano la libertà”, ha dichiarato oggi in una conferenza stampa il cancelliere austriaco Alexander Schallenberg aggiungendo che questa decisione è necessaria perché “troppi tra di noi si sono comportati senza solidarietà”.  

Di fronte alla violenza della quarta ondata di Covid, che ieri ha registrato il record di oltre 15mila contagi quotidiani, con un tasso di incidenza arrivato a mille casi ogni 100mila abitanti, il governo ha anche deciso di rendere obbligatorio il vaccino dal prossimo febbraio. In Austria è completamente vaccinato il 65% della popolazione, un tasso “vergognosamente basso” ha detto nei giorni scorsi Schallenberg che oggi ha deciso anche che dal 13 dicembre il lockdown continuerà per i non vaccinati.  

GRECIA 

“Vaccinatevi, vaccinatevi e vaccinatevi”. Così il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha annunciato le nuove restrizioni che scatteranno da lunedì per chi non è vaccinato: gli adulti non vaccinati non potranno più entrare in luoghi pubblici al chiuso, come cinema, teatri, musei e palestre. Finora questa categoria era esclusa solo dai ristoranti al chiuso. Inoltre il green pass per chi ha più di 60 anni sarà valido solo per sette mesi, oltre i quali bisognerà aver fatto la terza dose per averne il rinnovo.  

Chi non è vaccinato in Grecia dovrà esibire un tampone negativo per andare a messa. Infine i medici privati verranno precettati per sostenere la sanità pubblica. Mitsotakis è intervenuto mentre il paese affronta una nuova ondata di contagi. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 7.317 nuovi casi e 63 morti. Negli ospedali vi sono 556 persone intubate. “Piangiamo morti evitabili perché abbiamo una percentuale di vaccinati più bassa di altri paesi europei”, ha detto il premier greco, riferendosi al fatto che alcune regioni, come quelle del nord, hanno tassi di vaccinazione sotto il 50%. 

SLOVACCHIA 

Anche la Slovacchia imporrà rigide restrizioni alle persone che ancora non si sono vaccinate contro il Covid. Lo ha annunciato il primo ministro Eduard Heger: “È un lockdown per i non vaccinati”, ha chiarito Heger, riferendosi al fatto che la Slovacchia è uno dei Paesi europei con il più basso tasso di vaccinazione, stimato al 45%. 

In base alle nuove regole, solo le persone che sono state vaccinate o che hanno avuto il Covid negli ultimi sei mesi potranno entrare in ristoranti, centri commerciali, negozi che vendono beni non essenziali, svolgere attività sportive o partecipare a eventi pubblici. Le misure, che entreranno in vigore lunedì e sono previste per tre settimane, ricordano quelle adottate nella vicina Austria. La Slovacchia ha riportato dati record in questi giorni per quanto riguarda i contagi e le autorità sanitarie hanno lanciato l’allarme sui pochi letti di terapia intensiva ancora disponibili per i pazienti con coronavirus. 

REPUBBLICA CECA 

Anche la Repubblica Ceca, che è arrivata a 22mila casi al giorno con un tasso di incidenza di 813 contagi ogni 100mila abitanti, da lunedì prossimo attuerà restrizioni solo per i non vaccinati che non potranno più accedere a bar, ristoranti ed altri locali pubblici con il test. 

IRLANDA 

Da giovedì scorso sono in vigore le nuove restrizioni in Irlanda, paese con un alto tasso di vaccinazione, che sfiora il 90% degli adulti: tra queste il coprifuoco a mezzanotte per i locali, la richiesta di un Green Pass 2 G, vaccinati o guariti, per cinema e teatri, la richiesta di lavorare da casa per tutti i lavoratori non essenziali. Nell’annunciare queste misure, il premier Michael Martin ha detto che, senza la massiccia vaccinazione, il Paese sarebbe in “lockdown totale”. 

BELGIO 

Il Belgio ritorna all’uso della mascherina nei luoghi pubblici e da lunedì prossimo tutti i lavoratori non essenziali dovranno lavorare per almeno quattro giorni a settimana da casa, con una riduzione a tre dal 13 dicembre. Il governo ha adottate queste nuove misure, che prevedono la richiesta del Green Pass anche per i mercatini di Natale, di fronte alla continua risalita dei casi, arrivata a 10mila casi giornalieri, ed un tasso di ricoveri che ha raggiunto i livelli dello scorso maggio. 

Dopo il numero record di 832 decessi per Covid dello scorso martedì, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy hanno annunciato misure per cercare di aumentare il bassissimo tasso di vaccinazione, stimato tra il 20 ed il 28 per cento. Tra queste anche la promessa di un bonus di mille grivnia, pari a 33 euro, per chi fa le dosi di vaccino. Il salario medio in Ucraina è di 6mila grivnia. L’annuncio del bonus arriva dopo che all’inizio di novembre centinaia di no vax hanno protestato contro le misure varate dal governo per cercare di bloccare il virus, tra le quali il divieto ai non vaccinati di recarsi in luoghi pubblici e viaggiare su mezzi pubblici. Per andare al lavoro devono presentare un test negativo.  

LETTONIA 

Dopo aver imposto un lockdown generalizzato il mese scorso, con il coprifuoco notturno, i negozia chiusi e eventi culturali e sportivi vietati, il mese scorso, il governo lo scorso lunedì 15 novembre ha sospeso le misure per vaccinati e guariti, mantenendo le restrizioni per i non vaccinati che ora possono uscire di casa solo per le necessità essenziali.  

OLANDA 

Un mini lockdown è in vigore in Olanda dal 13 novembre scorso, con bar ed altri locali che chiudono alle 8. Martedì scorso le autorità sanitarie hanno riportato oltre 110mila casi nell’ultima settimana, con un aumento del 44%, il più alto dall’inizio della pandemia, nonostante l’84% della popolazione olandese sia vaccinata. Il numero maggiore dei casi si registra tra i bambini tra i 4 ed i 12 anni che non sono vaccinati. 

SLOVENIA 

Tra i Paesi confinanti con l’Italia, allarma la situazione della Slovenia, dove la curva dei contagi rimane alti nonostante le misure restrittive adottate dal governo sloveno il 5 novembre scorso, tra le quali vi è l’obbligo del Green Pass, limitazione degli orari di apertura di bar e ristoranti ed il divieto di assembramento. Secondo i dati forniti dall’Istituto nazionale per la salute pubblica (Nijz) nei giorni scorsi, in media risultano positivi quasi la metà dei tamponi realizzati, con un tasso di oltre il 44% ed un allarmante livello di incidenza di oltre 2mila positivi ogni 100mila abitanti. Il numero delle persone pienamente vaccinate in Slovenia di poco superiore al 54 per cento.  

SERBIA  

Rimane fermo al 43% il tasso di vaccinazione in Serbia, Paese che all’inizio si era distinto per essere stato uno dei primi a mettere a disposizione il vaccino già a gennaio. Nonostante la netta ripresa dei contagi, con una media di 5mila casi al giorno dallo scorso settembre, il governo ha adottato solo misure leggere, come la necessità di presentare il Green Pass nei locali pubblici solo dopo le 10 di sera, con la premier Ana Brnabic che ha detto nelle scorse settimane che “non crede tornare alle misure precedenti ai vaccini” metterebbe in dubbio il ricorso stesso alla vaccinazione. 

La situazione è così drammatica in alcuni ospedali, che sono stati costretti a sospendere tutti gli interventi non relativi al Covid, che alcuni medici hanno minacciato di fare causa alla premier per il suo rifiuto di adottare una linea più dura. 

CROAZIA 

Di fronte alla ripresa dei contagi in Croazia per la prima volta si sono riviste le code di fronte ai centri vaccinali e mercoledì scorso si sono registrate 15mila prime dosi, un passo in avanti sensibile in un Paese di 4,2 milioni dove le vaccinazioni si erano praticamente fermate. Intanto il governo ha annunciato piani per l’introduzione del Green Pass nei posti di lavoro, comprese le scuole, provocando le mobilitazioni e le proteste dei no vax che hanno organizzato veglie in diverse città croate.  

SVIZZERA  

Con contagi giornalieri che hanno raggiunto i 6mila casi al giorno, ed un tasso di incidenza di 527 ogni 100mila abitanti, la Svizzera si prepara ad un inverno durissimo, in cui si prevedono fino a 30mila ricoveri per Covid. Anche qui la salita della curva dei contagi corrisponde ad un tasso di vaccinazione appena sotto al 65%, con un movimento No Vax che sta manifestando contro la nuova campagna governativa per le vaccinazioni, con la polizia anti rivolta che ha dovuto difendere i siti vaccinali a Zurigo. 

SVEZIA 

Dopo aver revocato tutte le misure anti Covid a settembre, il governo svedese ora vuole imporre l’obbligo di green pass dal primo dicembre per accedere agli eventi al chiuso con più di 100 persone, una misura raccomandata dalle autorità sanitarie locali per evitare un’impennata dei contagi nelle prossime settimane. 

La Svezia, al contrario di diversi Paesi europei, in questa fase non deve far fronte a un’emergenza, ma i modelli matematici suggeriscono un picco di casi a metà dicembre. Circa l’85% degli svedesi con più di 16 anni ha ricevuto una dose di vaccino e l’82% ha ricevuto due o più dosi. Il Paese scandinavo ha attualmente il numero più basso di pazienti positivi ricoverati in ospedale e in terapia intensiva nell’Unione Europea in rapporto alla popolazione. 

BULGARIA  

Con il più alto numero in percentuale di decessi per Covid al mondo, la Bulgaria ha chiesto all’Unione Europea di attivare il meccanismo di protezione civile per poter ricevere aiuti per fronteggiare la terribile ondata di Covid che sta colpendo il Paese dell’Unione con il peggior tasso di vaccinazione, poco più 22%. Il ministero della Sanità bulgaro, sottolineando che bisogna prepararsi “nel caso di un repentino peggioramento” della pandemia, ha chiesto di ricevere ossigeno, respiratori e posti letto da altri Paesi della Ue. 

Nel Paese che dallo scorso aprile non ha un governo stabile, domenica si è votato per la terza volta in un anno in elezioni vinte dal presidente Rumen Radev e un nuovo partito anticorruzione del’ex ministro dell’Economia. L’instabilità è fra l’altro considerata uno dei fattori che hanno contribuito all’alta diffusione del covid in questo che è il paese meno vaccinato dell’Ue.  

 

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