Covid Italia, “+153% contagi in una settimana”
Oltre 810mila nuovi contagi Covid, con un +153% in una settimana. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe che rileva, nella settimana 29 dicembre-4 gennaio, un’esplosione dei nuovi casi in tutte le regioni rispetto alla settimana precedente e un ulteriore aumento dei decessi (1.102 vs 1.012). In sette giorni raddoppiano i casi attualmente positivi (1.265.297 vs 598.868) e le persone in isolamento domiciliare (1.250.993 vs 587.634), e continuano a salire i ricoveri con sintomi (12.912 vs 10.089) e le terapie intensive (1.392 vs 1.145)
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: Decessi: 1.102 (+8,9%); Terapia intensiva: +247 (+21,6%); Ricoverati con sintomi: +2.823 (+28%); Isolamento domiciliare: +663.359 (+112,9%); Nuovi casi: 810.535 (+153,1%); Casi attualmente positivi: +666.429 (+111,3%).
”Nell’ultima settimana – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si è registrata un’esplosione di nuovi casi che volano oltre quota 810mila, con un incremento del 153% rispetto alla settimana precedente”.
”Purtroppo le nuove misure definite ieri dal Consiglio dei Ministri sono il frutto di compromessi politici, piuttosto che di una coraggiosa strategia di contrasto alla pandemia. Rappresentano un’ulteriore stratificazione di ‘pannicelli caldi’ insufficienti e tardivi, privilegiando l’esasperazione della burocrazia per mettere tutti d’accordo e scommettendo per l’ennesima volta sulla resilienza di ospedali e professionisti sanitari, già allo stremo”, afferma Cartabellotta.
”Innanzitutto, l’obbligo vaccinale limitato agli over 50 (che al momento non prevede sanzioni) avrà un impatto non prevedibile visto che non è noto il numero degli esentati, ed il super green pass per i lavoratori over 50 sarà del tutto inefficace nel breve termine, perché entrerà in vigore il 15 febbraio. In secondo luogo, le misure per la sicurezza nelle scuole sono insufficienti per evitare il ricorso alla Dad e introducono regole complesse e difficili da applicare con i servizi di sanità pubblica già in sovraccarico. Ancora lo smartworking viene liquidato con la semplice raccomandazione di “usare al meglio la flessibilità già consentita dalle regole vigenti””.
”Infine, si continua a inseguire il virus senza rendere noto alla popolazione qual è il piano B: ovvero quali sono le mosse successive per arginare l’ondata di contagi che rischia di portare al default dei servizi sanitari ospedalieri, nonché al lockdown di fatto del Paese”.