Foibe, Casellati: “Proseguire cammino contro ogni forma di oblio”
(Adnkronos) – Questo giorno “dedicato alle vittime delle foibe e al ricordo dell’esodo giuliano dalmata” ci riunisce “per riflettere su una delle più grandi tragedie del Novecento e per proseguire il comune cammino contro ogni forma di oblio, nella consapevolezza che la memoria è la prima pietra su cui costruire un autentico percorso di pace e riconciliazione”. Così il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, intervenendo a Palazzo Madama alle celebrazione del Giorno del Ricordo.
“Sono trascorsi più di settant’anni da quelle tragiche vicende. Decenni segnati dal faticoso tentativo di far luce su una delle pagine più dolorose del nostro passato. Solo due anni fa 814 corpi sono stati recuperati dalla foiba di Jazovka, mentre una foiba slovena ha rivelato i resti di altre 250 anime, destinate probabilmente a restare senza nome. Non c’erano solo soldati in quelle buche: c’erano soprattutto donne, tra cui molte suore, tanti adolescenti e parecchi bambini”, ricorda la presidente del Senato.
“Se oggi queste storie di sofferenza sono divenute parte integrante della coscienza collettiva è grazie al percorso che, passo dopo passo, ci ha consentito di portare alla luce la verità. È un risultato che dobbiamo innanzitutto all’importante testimonianza di chi è sopravvissuto, dei loro discendenti e delle associazioni che voi rappresentate”, continua Casellati in un passaggio del suo intervento a Palazzo Madama.
“Il vostro impegno, animato non dal risentimento o dal rancore, ma dalla ferma volontà di rendere giustizia alla memoria di tante donne, uomini e bambini innocenti, ha consentito di trasformare il ricordo personale e familiare in memoria condivisa”, aggiunge, ricordando come si tratti di “una memoria su cui costruire nuove prospettive di pace, solidarietà e sviluppo. Grazie anche all’avanzare del processo di integrazione europea, al crollo di muri, regimi e totalitarismi, all’affermazione sul piano globale di libertà, diritti e valori condivisi e ai sempre più solidi rapporti di collaborazione bilaterale tra l’Italia e i Paesi di confine”.
Del dramma delle foibe, sottolinea, sono “tante sono le storie umane che non si possono dimenticare. Come quella di Norma Cossetto: torturata, violentata da 17 aguzzini e infine gettata nuda in una foiba come un rifiuto. Il suo martirio è stato il martirio di centinaia di donne innocenti che ne hanno condiviso un orribile destino per il solo fatto di essere italiane”.
“E poi ci fu l’esodo di quasi 350.000 persone; con ogni mezzo, anche di fortuna, pur di mettersi in salvo dalle paure, dalle incertezze, dal peso dell’oppressione. Una diaspora logorante, protrattasi fino alla fine degli anni ’50, che interessò più del novanta percento della popolazione italiana istriana, giuliana e dalmata. Una intera popolazione, con la sua storia, le sue tradizioni, la sua cultura, è stata costretta a lasciare la propria terra, diventata improvvisamente straniera e ostile”, ricorda Casellati.