Ucraina, Cina avverte Ue: “Attenti, Russia può essere molto pericolosa”
(Adnkronos) – “State attenti. Se volete una Russia pericolosa, sappiate che può esserlo molto”. L’ambasciatore cinese in Russia Zhang Hanhui ha ricevuto il l’italiano Giorgio Starace nella rappresentanza della Cina a Mosca e ha tralasciato “equilibrismi verbali e toni felpati”, come ha raccontato l’ambasciatore italiano in un report inviato nei giorni scorsi alla Farnesina, scrive il Corriere della Sera.
Secondo l’ambasciatore cinese, “dando armi all’Ucraina voi gettate benzina sul fuoco e poi chiedete aiuto a noi per spegnere questo fuoco. Non è giusto e non è neanche nei nostri interessi. L’Ucraina è molto lontana da noi”. E la tesi, riporta il Corriere, è che la fine delle ostilità possa passare solo dopo che le parti avranno raggiunto un accordo “in autonomia” e il diplomatico fa capire che la Cina non avrebbe particolare interesse a far cessare al più presto la guerra, perché – a suo giudizio – la frattura delle relazioni tra Europa e Russia porterà quest’ultima a dipendere sempre più dalla Cina, che “non imporrà mai sanzioni a Mosca”.
La Cina, ha rivendicato, è “una grande potenza economica e anche militare”, non “più” disposta “a tollerare né l’egemonia mondiale americana né le continue ingerenze occidentali nei nostri affari interni”, pretende “rispetto”. C’è anche la questione di Taiwan e secondo l’ambasciatore cinese “abbiamo la seconda economia mondiale e un esercito sempre più forte”, in “soli quattro anni siamo in grado di costruire una flotta grande quanto quella britannica, non continueremo ad accettare soprusi dall’esterno”. Il diplomatico cinese, conclude il giornale, inizia a disegnare un nuovo ordine mondiale, con la maggior parte dei Paesi che a suo dire non seguirà l’Occidente nel conflitto, con blocchi alternativi che si compatteranno, a partire da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, con gli Usa che vedranno i propri alleati principali indebolirsi, con l’Europa che cadrà in recessione perché le aziende perderanno competitività sui mercati a causa del forte rincaro dell’energia.