Covid, Mario Vargas Llosa ricoverato in clinica di Madrid
(Adnkronos) – Lo scrittore peruviano naturalizzato spagnolo Mario Vargas Llosa, 86 anni, Premio Nobel per la Letteratura 2010, è stato ricoverato “qualche giorno fa” in una clinica di Madrid dopo aver contratto il coronavirus. Grazie alle cure, le sue condizioni “evolvono favorevolmente”. Lo ha reso noto il figlio, Alvaro Vargas Llosa, che con gli altri due fratelli è in ospedale al fianco del celebre padre.
“Pochi giorni fa, a causa delle complicazioni causate dal Covid, è stato ricoverato in una clinica a Madrid”, ha scritto su Twitter il figlio. “Grazie al trattamento, le sue condizioni stanno evolvendo favorevolmente”, ha aggiunto. Mario Vargas Llosa e la sua famiglia “sono grati per le manifestazioni di affetto che stiamo ricevendo e chiediamo alla stampa di rispettare la sua privacy”, si legge sempre su Twitter.
Mario Vargas Llosa è nato il 28 marzo 1936 ad Arequipa, in Perù, e attualmente vive a Madrid dopo un lungo periodo a Londra. Scrittore, critico e giornalista, è una figura centrale della rinascita della narrativa ispanoamericana, fine polemista. In Italia la sua intera opera letteraria è pubblicata da Einaudi. Attivo nelle battaglie civili e politiche, si è candidato alle elezioni presidenziali del Perù nel 1990 (resoconto di quell’esperienza è “Il pesce nell’acqua” 1993). Collaboratore di diversi giornali europei, conferenziere in molte università del mondo, nel 1994 ha assunto la cittadinanza spagnola; ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti tra cui i premi Principe delle Asturiae, Cervantes, Grinzane-Cavour alla carriera e la presidenza del Pen Club International. Autore molto prolifico, ha pubblicato articoli, saggi (su García Marquez e Flaubert), pièces teatrali e narrativa di vario genere. “La città e i cani” (1963) è il dissacrante romanzo d’esordio: bruciato in piazza in Perù, ottiene larghi consensi in Europa. Gli fanno seguito “La casa verde” (1966) e il romanzo politico “Conversazione nella cattedrale” (1969). “Pantaleón e le visitatrici” (1973) inaugura un registro di sottile, a volte comico, ironico, cui appartiene anche “La zia Julia e lo scribacchino” (1977). Ha sperimentato il genere giallo dal risvolto sociale (“Chi ha ucciso Palomino Molero?”, 1986).
Tra le ultime opere: “La festa del caprone” (2000), “Il paradiso è altrove” (2003), “Avventure della ragazza cattiva” (2006), struggente storia d’amore e di fuga, “Il sogno del celta” ( 2011), la biografia romanzata di Roger Casement, “La civiltà dello spettacolo” (2013), “Crocevia” (2016), “Il richiamo della tribù” (2019) e “Tempi duri” (2020).