Vaccino Covid, Gimbe: cala efficacia terza dose e sale mortalità anziani
(Adnkronos) – “Le evidenze scientifiche internazionali dimostrano che la protezione vaccinale nei confronti della malattia grave” Covid “inizia a calare dopo 120 giorni dalla somministrazione del booster. Sebbene questo dato non sia mai stato enfatizzato dai report istituzionali, in Italia, a partire da metà febbraio, si rileva un progressivo aumento del tasso di mortalità negli over 80 (da 28,8 a 40,1 decessi per 100 mila persone) e – seppure in misura minore – nella fascia 60-79 anni (da 3,4 a 4,9 decessi per 100 mila persone), con conseguente numero assoluto di decessi molto elevato nelle fasce più anziane della popolazione, in particolare negli over 80”. E’ quanto si segnala nell’ultimo report della Fondazione Gimbe.
Complessivamente, si legge, nelle persone vaccinate contro Covid con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 16,8-48,2%): fanno eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +33,9% rispetto ai non vaccinati e la fascia 40-59 con un +0,5%. In tutte le fasce d’età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 27,4-78,9% per ricoveri ordinari; del 45,8-78,5% per le terapie intensive) e decesso (del 47,1-100%).
“Questi dati – osserva Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – confermano oltre ogni ragionevole dubbio che aspettare l’autunno per effettuare la quarta dose con vaccini ‘aggiornati’ è molto rischioso per le persone vulnerabili che, al contrario, devono ricevere l’ulteriore booster a 120 giorni dalla terza dose, come ribadito dal documento ‘Completamento delle schedule vaccinali anti Sars-CoV-2 in soggetti vulnerabili’ dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale. Infatti, il calo dell’efficacia vaccinale nei confronti della malattia grave sta determinando un netto aumento della mortalità nelle fasce più anziane della popolazione, già vaccinate con tre dosi, mentre si stanno sempre più consolidando le evidenze scientifiche sull’efficacia del secondo booster nel ridurre ospedalizzazioni e decessi”.