Al Bano: “Ce l’ho con Putin, ma popolo russo non si tocca”
(Adnkronos) – ”È inammissibile. Sono passati milioni di anni e ancora si ricorre alla forza delle armi e alla loro prepotenza, a mandare i propri carri armati in un’altra nazione. È inaccettabile una disgrazia del genere”. Lo ha detto Al Bano, ospite di Rtl 102.5 in ‘Giletti 102.5’ con Massimo Giletti, Enrico Galletti e Luigi Santarelli, parlando del suo rapporto con la Russia. La musica di Al Bano è molto seguita in Russia. ”Nel periodo comunista l’unico grande evento che potevano vedere era Sanremo e quindi le star del festival diventavano star anche in Russia, ma anche in tutti gli Stati sotto il dominio sovietico – ha raccontato Al Bano – Aprivano le porte della televisione solo su Sanremo. Tutti impazzivano per l’effetto Sanremo”.
Al Bano tornerà a cantare in Russia? ”La mia è una reazione contro le scelte di Putin in questo momento non contro la Russia – ha dichiarato – La Russia non si tocca e resterà sempre quella che è, un popolo da amare”. Perché non riusciamo ad apprezzare la libertà che abbiamo nel nostro Paese a differenza di altri, come ad esempio l’Ucraina? ”È come per i ricchi: non si accorgono di essere ricchi. Anche la libertà è un bene ma bisognerebbe pregare ogni giorno che resista e che sia sempre compagna di vita – ha risposto Al Bano – Questo lo facciamo noi, non lo fanno i politici contro di noi”.
Al Bano si sarebbe mai aspettato questo da Putin? ”Non c’è una risposta. La guerra è quella di un elefante che sta schiacciando un topolino, un gioco drammaticamente facile. Il problema è ancora più in alto: la Russia ha paura dell’invasione da parte dell’America e non lo accetta – ha continuato il cantante – Lui stava dalla parte della ragione e bastava fermarsi a fare tutte le sue ginnastiche armatoriali nei confini e avrebbero capito il messaggio, ma non invadere in quella maniera. Sradicare alberi vitali quali sono gli esseri umani alla loro terra, la loro casa, storia e tradizione con la forza delle armi e della prepotenza è un’assurdità inaccettabile”, conclude.