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Ius Scholae, la legge sulla cittadinanza arriva in Aula

(Adnkronos) – Ius Scholae, la legge arriva in aula. “La Commissione ha concluso l’esame della riforma della legge sulla cittadinanza” annuncia Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e relatore del provvedimento. “Finalmente si va in aula, davanti a tutti gli italiani, per iniziare a saldare un debito con migliaia di ragazzi che si sentono italiani, ma che non sono riconosciuti come tali dallo Stato. Lo Ius Scholae è una risposta pragmatica e semplice a una richiesta di cambiamento diffusa. Non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge e crea le condizioni per una società più inclusiva e giusta. Valorizza il ruolo della scuola e dei nostri insegnanti e tiene insieme diritti e doveri. Ringrazio chi in questi mesi ha combattuto in commissione questa battaglia di civiltà e libertà emendamento dopo emendamento, in circa 25 ore di seduta”.  

“Dopo trent’anni è tempo di riconoscere e integrare” twitta Stefano Ceccanti del Pd. “La Commissione Affari Costituzionali ha dato stasera il mandato il relatore sulla cittadinanza, testo che sarà in Aula per la discussione generale da domani, nonostante la ferma opposizione di principio di Fdi e della Lega”. 

“Siamo riusciti, nonostante le difficoltà e l’ostruzionismo di Lega e Fdi, a fare un importante passo avanti” dichiara il deputato democratico Matteo Mauri, responsabile Pd per le politiche sulla cittadinanza. “La strada è ancora lunga ma la direzione è quella giusta. Il Pd è sempre stato in prima linea per questa scelta di civiltà. Insieme alle tante ragazze e ragazzi che sono già italiani in tutto e per tutto e che aspettano questo momento da troppo tempo”.
 

LA POSIZIONE DELLA LEGA – “Prove tecniche di sharia in Italia”. Lo dichiarano i deputati della Lega in commissione Affari costituzionali: Igor Iezzi (capogruppo), Simona Bordonali, Flavio Di Muro, Ketty Fogliani, Cristian Invernizzi, Laura Ravetto, Alberto Stefani, Gianni Tonelli ed Edoardo Ziello. “Con un emendamento a dir poco folle del Pd al cosiddetto Ius scholae, si vorrebbe consentire a un solo genitore straniero, residente nel nostro Paese, la possibilità di chiedere e ottenere la cittadinanza italiana per il proprio figlio indipendentemente dalla volontà del coniuge e del diretto interessato. Roba da matti”.  

L’APPELLO DI SAVE THE CHILDREN – “L’attuale legge sulla cittadinanza del 1992 di regola non prevede che le bambine e i bambini figli di genitori stranieri, nati in Italia o giunti nel nostro Paese, possano acquisire la cittadinanza italiana prima della maggiore età” spiega Save the Children che lancia un appello alla responsabilità dei deputati e dei senatori perché si giunga senza ulteriori indugi all’approvazione della legge entro questa legislatura. “Questo significa – per bambini e bambine che hanno genitori stranieri e che sono nati o sono giunti in Italia da piccoli – dover vivere gli anni decisivi della crescita condividendo con i compagni di scuola tutti gli interessi, le passioni e l’attaccamento alla propria comunità locale senza essere considerati ‘italiani’ a tutti gli effetti, a causa di una legge ormai superata nei fatti”. 

Come sottolinea Save the Children, “secondo i dati relativi all’anno scolastico 2019/2020 frequentano le scuole italiane più di 877mila alunni con cittadinanza non italiana, quasi 20mila in più rispetto all’anno scolastico precedente, che rappresentano il 10,3% del totale degli iscritti nelle scuole italiane. Il 57,4% di loro, presenti nel sistema di istruzione, si concentra nel primo ciclo. Si osserva inoltre che, dopo una fase di rallentamento, negli ultimi quattro anni scolastici (dal 2016/2017) il numero di alunni con cittadinanza non italiana ha ripreso a crescere, mentre diminuiscono gli studenti italiani”. 

“Assicurare che si sentano pienamente cittadini della comunità in cui crescono è fondamentale per garantire ai bambini e alle bambine – oggi stranieri solo per le anagrafi – una piena condivisione dei diritti e delle opportunità dei loro coetanei. La discussione del disegno di legge di modifica alle norme sulla cittadinanza in Parlamento è una occasione che non può essere mancata”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-EU di Save the Children. 

La maggioranza degli studenti con origine migratoria si concentra nelle regioni settentrionali (65,3%), seguono le regioni del Centro (22,2%) e del Mezzogiorno (12,5%). La Lombardia è, da sempre, la prima regione per numero di alunni stranieri con oltre 224mila presenze (25,6% delle presenze totali in Italia). La provincia italiana con il più alto numero di alunni stranieri è Milano (quasi 80mila), seguita da quelle di Roma (più di 64mila) e di Torino (quasi 40mila).  

 

 

 

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