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Irene Papas: addio all’attrice di ‘Zorba il greco’ e ‘Odissea’

(Adnkronos) – Nell’immaginario collettivo degli italiani Irene Papas resterà per sempre la leggendaria Penelope, moglie di Ulisse (Bekim Fehmiu), nel kolossal televisivo della Rai “Odissea” (1968) del regista Franco Rossi. Nella storia del cinema, con la sua bellezza tipicamente mediterranea e il forte temperamento, la grande attrice greca ha primeggiato nella recitazione di personaggi della tragedia classica iniziando negli anni Sessanta la collaborazione, fondamentale e duratura nella sua carriera, con il regista greco Michael Cacoyannis interpretando “Elettra” (1962), per il quale ha vinto il premio come miglior attrice al Festival di Cannes; collaborazione poi proseguita con “Zorba il greco” (1964), accanto a Anthony Quinn, che l’ha consacrata diva di rilievo internazionale, e quindi con “Le troiane” (1971) e “Ifigenia” (1977).  

Irene Papas è morta all’età di 96 anni a Chiliomodi, vicino a Corinto, dove era nata il 3 settembre 1926 con il vero nome di Irene Lelekou, in una famiglia di insegnanti da cui imparò l’amore per i drammi greci. Nel 1947 sposò il regista e attore Alkis Papas (1922-2018), dal quale divorziò nel 1951, ma ne ha mantenuto sempre il cognome per sua carriera. Nel 2018 era stato annunciato che Papas soffriva del morbo di Alzheimer da cinque anni. Da allora ha vissuto lontano dagli occhi del pubblico. 

Dopo aver frequentato la Reale Scuola d’arte drammatica di Atene, l’attrice debuttò giovanissima come cantante e ballerina nel varietà, dedicandosi poi al teatro classico. Il suo esordio come attrice cinematografica avvenne con il film di Frixos Iliades “La città morta” (1951), in Grecia, dove si affermò in giovane età.  

Negli anni Cinquanta irene Papas arrivò in Italia e fu impiegata a Cinecittà in ruoli secondari in film nei quali fu valorizzata per la sua bellezza più che per il suo talento: tra gli altri nel 1953 “Le infedeli” di Steno e Mario Monicelli e “Vortice” di Raffaello Matarazzo (1953), nel 1954 “Teodora, imperatrice di Bisanzio” di Riccardo Freda e “Attila” di Pietro Francisci.  

La breve esperienza hollywoodiana con il film “La legge del capestro” (1956) di Robert Wise e “Le avventure dei tre moschettieri” (1957) di Joseph Lerner (1957) la introdusse nel cinema di produzione internazionale, facendole conquistare un ruolo di rilievo nel film di guerra “I cannoni di Navarone” (1961) di John Lee Thompson, con un cast stellare composto da Gregory Peck, David Niven, Anthony Quinn, Stanley Baker e Anthony Quayle.  

Tornata a recitare in Grecia, iniziò a interpretare ruoli femminili incarnando appieno il potere della tragedia antica: “Antigone” (1961) di Yorgos Javellas (1961) e soprattutto “Elettra” (1962) di Michael Cacoyannis. E fu proprio Cacoyannis a scegliere Irene Papas per la parte che l’avrebbe resa diva leggendaria sul grande schermo: quello della vedova in “Zorba il greco” (1964), film basato sull’omonimo romanzo di Nikos Kazantzakis, con Anthony Quinn come protagonista principale, la colonna sonora composta da Mikīs Theodōrakīs e la presenza del componimento sirtaki, la ‘Danza di Zorba’, che in seguito alla fama riscossa in Grecia divenne una danza popolare. La pellicola ottenne tre premi Oscar. 

Sempre diretta da Cacoyannis fu quindi Elena di Troia in “Le Troiane” (1971) – accanto a Katharine Hepburn (Ecuba) e Vanessa Redgrave (Andromaca) – e Clitemnestra in “Ifigenia” (1977). In precedenza, in “Z – L’orgia del potere” (1969) del regista greco Costantin Costa-Gavras, sulla nascita del regime dei colonnelli in Grecia, era stata memorabile nel ruolo di Hélène, la vedova dell’attivista politico ucciso, il deputato interpretato da Yves Montand.  

Sono considerate tra le sue migliori interpretazioni: “A ciascuno il suo” (1967) di Elio Petri; Penelope in “Odissea” (1968), lo sceneggiato televisivo di Franco Rossi, che la rese popolarissima in Italia, co-prodotto dalla Rai con Francia, Jugoslavia e Germania Ovest; la regina Caterina d’Aragona in “Anna dei mille giorni” (1969) di Charles Jarrot; “Il messaggio” (1976) di Moustapha Akkad; Giulia in “Cristo si è fermato a Eboli” (1979) di Francesco Rosi; “Il leone del deserto” (1980) sempre di Akkad; la nonna in “Erendira” (1983) di Ruy Guerra, dal libro di Gabriel García Márquez. 

Spesso interprete di figure della tragedia classica, nei film di ambientazione più moderna Papas ha espresso con forza il dolore, l’energia vitale, come in “Cronaca di una morte annunciata” (1987) di Rosi, dal romanzo di García Márquez, “Alta stagione” (1987) di Claire Peploe, “Island” (1989) di Paul Cox. Ha interpretato inoltre “Ballade pour un roi” (1991) di Abdelahfidh Boussida, “Party” (1996) e “Inquietudine” (1998) di Manoel de Oliveira, “Il mandolino del capitano Corelli” (2001) di John Madden, “Un film parlato” (2003) ancora di Oliveira. “Ecuba – Il film” (2004) di Giuliana Berlinguer è stata la sua ultima interpretazione al cinema.  

Notevole e sempre intensa la sua attività teatrale, in particolare ad Atene, come interprete delle maggiori tragedie classiche greche, in Europa e negli Stati Uniti.  

La sua carriera è stata costellata di numerosi riconoscimenti, fino al Leone d’oro alla carriera nel 2009 alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 1962 al Festival Internazionale del cinema di Salonicco fu proclamata migliore attrice per “Elettra” e per lo stesso film fu premiata dall’Unione dei critici cinematografici greci. Nel 1971 ottenne il National Board of Review come miglior attrice per “Le Troiane”. Nel 1993 ha ricevuto all’Hamptons International Film Festival il Distinguished Achievement Award (premio alla carriera) e il Premio Flaiano alla carriera per la Sezione Teatro, Altri premi alla carriera sono arrivati nel 2000 a Madrid dal National Arts Institution e dall’International Festival Women’s Films w nel 2002 dallo Woman of Europe Award. Nel 2001 l’Università “La Sapienza” di Roma ha conferito all’attrice la laurea honoris causa in arti e lettere.  

La sua vita privata è stata segnata dal matrimonio a 21 anni con il regista Alkis Papas: i due divorziarono solo quattro anni dopo, nel 1951. L’attrice si risposò nel 1957 con il produttore cinematografico José Kohn anche se poi il matrimonio venne annullato. Il capitolo forse più affascinante della vita sentimentale di Papas arriva nel 1954. È l’anno in cui l’attrice incontrò l’uomo che avrebbe poi definito l’amore della sua vita, quando iniziò a frequentare Marlon Brando. “Da allora non ho mai amato un uomo come ho amato Marlon. È stato la grande passione della mia vita, in assoluto l’uomo a cui tenevo di più e anche quello che stimavo di più, due cose che generalmente sono difficili da conciliare”, ha dichiarato la Papas del leggendario attore de “Il Padrino”. Dopo la loro breve relazione, i due erano rimasti “cari amici” fino alla fine. 

Per un tratto della sua vita, fu molto amica di Katharine Hepburn, con la quale nel 1971 aveva recitato in “Le troiane”. La Hepburn una volta disse che Irene era “una delle migliori attrici nella storia del cinema”.  

(di Paolo Martini) 

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