Terremoto L’Aquila, sit-in contro sentenza che dà colpa alle vittime
(Adnkronos) – “Voglio anche io il 30% di responsabilità”. E’ la scritta che campeggiava sui cartelli nel sit-in tenuto oggi al Parco della Memoria a L’Aquila, che ricorda le 309 vittime del sisma 2009, per protestare contro la sentenza del Tribunale civile che ieri, per quanto concerne la tragedia di via Campo di Fossa, dove il crollo di un palazzo costò la vita a 29 persone, ha dato il 30% di colpa alle vittime, ritenute “incaute” in quanto, dopo la scossa di mezzanotte, erano andate a dormire rientrando nelle proprie case.
“Nessuno di noi aquilani quella notte ha pensato di dormire fuori casa”, dice all’Adnkronos Fabrizio Giustizieri, uno dei cittadini che, hanno messo su la pacifica protesta. “Siamo qui – dice – pensando ad Antonietta Centofanti, battagliera portavoce del Comitato familiari delle vittime della ‘Casa dello studente’ morta a maggio dello scorso anno, che si sarebbe indignata di fronte a una tale sentenza e che sarebbe venuta qui, il luogo del ricordo, voluto da lei”.
“Da aquilano – evidenzia Giustizieri – ritengo che sia una sentenza che grida vendetta. Nessun aquilano – rimarca – ha pensato, la notte del 6 aprile, dopo le prime scosse, di rimanere fuori casa, perché nelle settimane e nei giorni precedenti eravamo stati ampiamente rassicurati dalle autorità. Tutti ricordiamo l’intervista di Bernardo De Bernardinis, l’unico condannato dopo il disastro, a due anni, nel processo d’Appello alla Commissione Grandi Rischi. Disse: “Più scosse ci sono, meglio è, significa che sta rilasciando energia”… Quindi, siccome le scosse forti, quella notte c’erano già state, pensavamo che il peggio fosse passato… Ci avevano detto, gli esperti, che più scosse c’erano più… scaricava e quindi potevamo avere sonni tranquilli. Poi, visto che lo sciame sismico andava avanti da sei mesi, avremmo dovuto dormire fuori casa per mesi… Ma, ripeto, nessuno, per le rassicurazioni avute, nessuno ha pensato, quella sera, ad una catastrofe imminente”.