Dl Aiuti Quater, Aepi: garantire liquidità alle imprese
(Adnkronos) – “Bene per alcune misure annunciate dal Governo Meloni, per altre invece chiediamo di più”. La Confederazione Aepi- Associazioni europee di professionisti e imprese- interviene sulle novità del dl Aiuti quater, approvato dal Consiglio dei ministri nelle ultime ore.
“Nessuna disperazione -commenta il presidente, Mino Dinoi- per la revisione del Superbonus e la riduzione dell’aliquota dal 110% al 90. Anche se al ministro Giorgetti vorremmo ricordare che non è stato certo a beneficio di pochi e che ha dato un impulso a un settore, quello edile, che risultava praticamente paralizzato. Il vero problema è quello della cessione dei crediti. Un nodo che questo decreto non sembra affrontare e che, al contrario, va risolto per dare sollievo a imprese e committenti”.
“Lo abbiamo detto in più occasioni: il Superbonus -continua Dinoi è stato decisivo per risollevare il Paese dalla recessione post Covid, ma in questo momento il Governo dovrebbe far muovere le partecipate, in primis Poste e Cassa Depositi e Prestiti e consentire la cessione del credito per singola annualità anche ai privati, per cui potrebbe anche essere attivato un meccanismo di cashback in caso di incapienza fiscale. È questa l’unica strada. È vero che il credito d’imposta non è moneta, ma se non viene garantito per tutti e cioè non solo per le grandi imprese (che non hanno certo problemi di liquidità), ma anche per le piccole, a quel punto diventa uno strumento per pochi. E sappiamo che le piccole e micro aziende non si possono permettere di pagare in anticipo i fornitori e hanno bisogno di monetizzare attraverso la cessione”, spiega ancora.
C’è poi il tema delle bollette. “I premi esentasse fino a 3mila euro sono una buona notizia, anche in ottica di un auspicato rafforzamento degli strumenti di welfare aziendale, ma affinché si concretizzino -sottolinea- serve garantire la liquidità delle imprese, oggi minata da bollette alle stelle. Più che crediti di imposta e possibilità di rateizzazione, a partire dal 2023, ci aspettiamo un diverso meccanismo di calcolo che eviti la formazione di extraprofitti, tagliando all’origine il costo per le imprese”.
Intanto l’inflazione, con il rincaro energetico, alimentare e – più in generale- di tutte le materie prime, mette in crisi imprese e famiglie. “Serve intervenire con una riduzione shock del cuneo fiscale: ciò significa più soldi in busta paga per i dipendenti e, allo stesso tempo, un alleggerimento del prelievo fiscale per le imprese”, aggiunge ancora.
Non da ultimo, il no alla seconda rata Imu per cinema, teatri e sale da concerto. “Accogliamo con favore questa disposizione, considerando che i luoghi della cultura sono stati tra i più colpiti dalla pandemia. Occorre accelerare sui vari fronti. È il momento della responsabilità”, conclude.