Iran, “campagna per rapire e uccidere dissidenti e intellettuali all’estero”
(Adnkronos) – Il governo iraniano ha intensificato i suoi sforzi per rapire e uccidere funzionari governativi, attivisti e giornalisti in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti. E’ quanto rivela un lungo e dettagliato articolo del Washington Post, sulla base di documenti governativi e interviste con 15 funzionari di Washington, Europa e Medio Oriente, dai quali emerge che nel mirino di Teheran ci sono ex alti funzionari del governo statunitense, dissidenti fuggiti dal Paese per recarsi negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Canada, Turchia ed Europa, organizzazioni mediatiche critiche nei confronti del regime e civili ebrei o con legami con Israele.
I servizi di intelligence e di sicurezza iraniani si affiderebbero ad ‘affiliati’ per portare a termine i loro piani, offrendo centinaia di migliaia di dollari a ladri di gioielli, spacciatori di droga e altri criminali in schemi di omicidio su commissione. Ma questo approccio poco affidabile ha probabilmente causato il fallimento di alcune operazioni, in quanto i piani sono stati sventati e, in alcuni casi, i sicari assoldati potrebbero aver avuto paura e non hanno mai eseguito gli ordini.
Tuttavia Teheran “persiste” nei suoi tentativi di uccidere un dissidente di alto profilo, un giornalista o di una figura governativa occidentale, cosa avvenuta già in passato, con tre dissidenti uccisi tra il 2015 ed il 2017 in Europa. Tra le figure nel mirino ci sarebbe l’intellettuale francese di origine ebraica Bernard Henri-Levy, per uccidere il quale sarebbe stato assoldato uno spacciatore iraniano, nei mesi scorsi si era già saputo di un piano per uccidere l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale americano John Boltonn e di uno per rapire un giornalista iraniano-americano, Masih Alinejad, a New York.
Si parla poi di molteplici tentativi di uccidere cittadini britannici e altri residenti nel Regno Unito, tentativi di uccidere uomini d’affari israeliani a Cipro, tra cui uno presumibilmente supervisionato da un cittadino russo dell’Azerbaigian che coinvolgeva una squadra di sorveglianza composta da cittadini pachistani, e un piano per utilizzare assassini reclutati in una prigione di Dubai per uccidere uomini d’affari israeliani in Colombia.
Secondo i funzionari citati dal quotidiano americano, il complotto iraniano sembra essere motivato da una serie di fattori. Levy è stato preso di mira da un’unità della Forza Quds, il ramo delle operazioni speciali dei Guardiani della rivoluzione, probabilmente a causa del suo rilievo internazionale come intellettuale che ha criticato la leadership del Paese. I funzionari dei servizi segreti hanno dichiarato che la Forza Quds ha intercettato un trafficante di droga iraniano, che ha reclutato altre persone per partecipare all’omicidio, e lo ha pagato 150.000 dollari. Levy ha rifiutato di commentare.