Dl ministeri, è polemica su norma che aumenta lo staff
(Adnkronos) – E’ bufera sul governo dopo l’approvazione da parte della maggioranza di una norma che aumenta gli staff di tre ministeri: Ambiente, Istruzione e Sanità. Si tratta di alcuni emendamenti al dl ministeri, passati in sede di commissione Affari costituzionali di Montecitorio, grazie alla mediazione dell’esecutivo, che moltiplicano fondi e contratti. Una scelta che ha provocato la dura reazione dell’opposizione. A cominciare dal Pd, per bocca del deputato Andrea Casu, che attacca: ”Una tarantella ridicola per togliere fonti ai ministeri e darli a staff esterni, mentre mancano le risorse per la sanità e per sostenere famiglie e imprese in difficoltà”.
In particolare, il ministro azzurro Gilberto Pichetto Fratin avrà 30 impiegati in più rispetto ai 110 attuali: parliamo di consulenti interni ed esterni, per lo più provenienti da enti vigilati, tipo l’Enea, che colmeranno carenze di organico passate, risalenti al 2018, quando l’Ambiente acquisì due Direzioni ma il numero dei componenti dello staff rimase invariato. Fonti vicine a Pichetto Fratin spiegano che l’organico del ministero era fermo da 15 anni e andava adeguato per le accresciute competenze, visto che il dossier energia è diventato più che mai un’emergenza a causa del conflitto in Ucraina. Da qui la necessità di trovare profili esperti del settore.
Un concetto chiarito nel testo della norma varata ieri, dove si spiega che l’aumento di 30 unità ‘costerà’ circa un milione di euro: ”In relazione alle accresciute attività connesse agli interventi per la sicurezza energetica nazionale e per la promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili, il contingente di personale degli uffici di diretta collaborazione del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica è incrementato di trenta unità. A tale ultimo fine è autorizzata la spesa di 975mila euro annui a decorrere dal 2023”.