Crisanti, Zaia e caso tamponi rapidi in Veneto: cosa dicono i virologi
(Adnkronos) – Riflettori accesi sull’inchiesta sui tamponi rapidi in Veneto e lo scontro di queste ore tra il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, e Andrea Crisanti, microbiologo e oggi senatore Pd, dopo le intercettazioni, con parole forti usate dal governatore. Crisanti oggi torna sulla vicenda, ospite di SkyTg24, Sulla gestione della pandemia “non ho più fatto squadra” con la Regione Veneto perché, durante la seconda ondata pandemica di Covid “sono state prese decisioni sbagliate” nella consapevolezza che fossero “sbagliate, perché l’Organizzazione mondiale della Sanità, le direttive della Comunità europea e lo stesso foglietto illustrativo dei test indicavano che i tamponi antigenici non erano adatti per lo screening ma solo per la diagnosi” afferma il microbiologo, sottolineando che la scelta è stata basata “su un falso scientifico, così come ha appurato la Procura di Padova”.
“Non mi è piaciuta, di sicuro, l’intercettazione del governatore del Veneto, Luca Zaia, in merito al collega Crisanti. E’ spiacevole, ovviamente. Ma non mi pronuncio sulla polemica in sé” dice all’Adnkronos Salute Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “Non ho elementi per intervenire, nonostante la colleganza e la condivisione di idee con Crisanti che ha la mia stima, ma non ho contezza dei termini della questione per poter spingermi in un giudizio”, spiega Galli.
“Che il tampone molecolare sia più sensibile ed efficace dell’antigenico, lo sa anche il governatore Luca Zaia. Ma se durante la pandemia c’era la necessità di fare più tamponi possibili, vista la situazione, usare i test rapidi non è stato un errore. Anzi. I tamponi antigenici, infatti, sono fondamentali per fare screening di massa. Zaia su questo ha avuto ragione” dichiara Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). “Sia chiaro la vicenda non è argomento che mi avvince in maniera particolare – tiene a precisare Andreoni -. In genere resto fuori dalle polemiche personali e poi non sono io a dover dire chi ha ragione e chi ha torto in questa querelle. Preferisco, invece, dare dei giudizi tecnici. E ribadisco, Zaia in quel momento delicato ha preso la decisione giusta”.
L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, sottolinea: “Dalla mia esperienza posso affermare che il rapporto diretto fra politica e scienza è difficile per il fatto stesso che l’approccio scientifico non ammette compromessi mentre la politica è l’arte del compromesso. Un bravo politico, però, dovrebbe essere in grado di cogliere i suggerimenti della scienza e metterli in pratica al meglio”. Sulla questione in se, però, aggiunge Lopalco, “non ho elementi per giudicare il fatto specifico”.
“Ho sempre avuto grandissima stima del governatore del Veneto Zaia che, secondo me, ha lavorato molto bene sulla gestione della pandemia su tutti i fronti, anche quello diagnostico, e conosco bene i microbiologi che hanno messo in piedi il sistema dei test rapidi – dice Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova – Ho molta stima anche di Crisanti, tra i primi ad affrontare la pandemia e a lavorare nel Comune di Vo’ Euganeo. Ma mi pare che la questione tra loro sia politica, più che scientifica, e dunque preferisco non commentarla. Io sto dalla parte della scienza e di scienza, in questa questione, mi sembra che ce ne sia molto poca”. “Quando queste cose finiscono in tribunale, penso che sia un male per la scienza – rimarca l’infettivologo – il confronto scientifico non dovrebbe svolgersi nelle aule dei tribunali”.
Per Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, “le cose vanno viste al momento, ovvero all’epoca dei fatti. E allora in piena pandemia Covid uno screening di massa era necessario poiché le persone da sottoporre al test erano tantissime. La scienza dà consigli e la politica deve decidere”.
Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, commenta: “Io penso che Zaia abbia fatto bene ad utilizzare quello che nei primi giorni di febbraio 2020 aveva a disposizione, ovvero i tamponi antigenici, per controllare a tappeto la popolazione di Vo’ Euganeo, piccolo comune che registrò il primo morto per Covid in Italia. Con i test molecolari, infatti, non si può fare uno screening di massa, in questa vicenda sto con il governatore”. “Il presidente del Veneto – dice ancora Gismondo – ha adottato sin dall’inizio le misure possibili per contenere la pandemia, gliene do atto”. Infine, su Crisanti: “È un virologo prestato alla politica. Ha fatto la sua scelta, gli faccio i migliori auguri” conclude.