Il lavoro di padre in figlio: come sono cambiati sogni, valori e prospettive professionali
(Adnkronos) – In occasione della Festa del Papà, Amazon ha commissionato a SWG un’indagine volta a investigare la percezione dei grandi cambiamenti strutturali che hanno attraversato il mondo del lavoro e l’occupazione in Italia, focalizzandosi in particolare sul ruolo ricoperto dai padri. Amazon è infatti un’azienda relativamente giovane che però offre al proprio interno opportunità professionali e di crescita in ambiti e settori spesso diversissimi.
Sono circa 400 le professioni presenti, alcune delle quali non esistevano fino a pochi anni fa perché sono state introdotte appositamente con la nascita di nuovi business e servizi. La cultura aziendale e le peculiarità uniche del modello di business Amazon hanno permesso di creare ruoli del tutto nuovi, come ad esempio il podcast manager o l’automation engineer, molto diversi dalle professioni esistenti anche solo 10 anni fa – quando Amazon ha aperto il primo magazzino in Italia – o che da bambini si immaginavano come lavoro dei sogni.
Guardando allo studio realizzato da SWG, un primo dato da cui partire è la percentuale di chi è invece riuscito a realizzare il proprio sogno: il 23% degli uomini e il 17% delle donne intervistati hanno infatti dichiarato di aver svolto o di star svolgendo il lavoro dei sogni della propria infanzia. Il 16% degli intervistati ha inoltre dichiarato di svolgere la stessa professione del padre: un figlio su cinque e una figlia su nove da grande ha effettivamente seguito le orme paterne.
Emerge poi con forza un importante dato generazionale che ci racconta l’evoluzione della società italiana: tra gli over 55 si registrano le percentuali più basse di intervistati che da piccoli avrebbero voluto svolgere il lavoro dei padri (30%), di chi percepiva che il padre lo avrebbe voluto vedere succedere nella propria attività (17%) e di chi effettivamente ha svolto una professione in linea con quella paterna (16%). Le condizioni di lavoro delle generazioni più anziane rendevano infatti quei lavori meno attraenti e auspicabili per cui i genitori di chi ha oggi sessant’anni hanno spinto i propri figli a cercare qualcosa di meglio.
La generazione successiva, composta dagli attuali 35-54enni, è quella invece che presenta i tassi più di alti di intervistati che in qualche modo hanno seguito le orme paterne (18%) con lavori migliori e più gratificanti che hanno avvicinato padri e figli. Tra i più giovani invece, si nota un nuovo arretramento con solo 11% degli intervistati che svolge la stessa professione del padre. L’allontanamento questa volta è guidato dal desiderio di fuga dai lavori faticosi, ma anche da un mercato del lavoro profondamente diverso e in grande evoluzione.
In controtendenza rispetto a questi risultati è la storia di Rocco Maganugo, quarantanovenne di origine palermitana, e di suo figlio Andrea, 20 anni. Dopo aver lavorato per 20 anni come rappresentante commerciale nella sua città, Rocco era alla ricerca di una nuova opportunità lavorativa che gli garantisse maggiore stabilità, non ha quindi esitato a trasferirsi a Novara nel settembre 2022 per accettare un’offerta di lavoro presso il centro di distribuzione di Novara. “Amazon ha rappresentato una nuova opportunità non solo per me, ma anche per mio figlio che mi ha raggiunto e lavora nello stesso centro”, ha commentato Rocco in merito alla scelta di Andrea di seguire le orme lavorative del padre con l’obiettivo di raggiungere una propria indipendenza economica.
L’attesa che i genitori, in generale, e i padri in particolare, hanno sul futuro dei figli è ben evidenziata anche dalla quantità di intervistati che hanno indicato come, nonostante le aspettative, si siano sentiti liberi di poter scegliere il proprio percorso formativo e professionale con percentuali vicine all’80% per le generazioni più giovani.
La storia di Valentino Addari, Manager presso il customer service Amazon di Cagliari, è un esempio di figlio che ha deciso di non seguire le orme paterne intraprendendo un percorso professionale totalmente differente: “Mio padre è medico, ora in pensione, un lavoro di grande responsabilità, ma verso il quale credo sia necessario avere una vocazione”. Valentino aveva infatti pensato di iniziare gli studi in medicina ma si è presto reso conto che quella non era la sua strada “ho sempre pensato che la mia vita lavorativa dovesse permettermi di conciliare al meglio anche l’aspetto privato e famigliare”.
Negli ultimi anni il mondo del lavoro ha subito radicali cambiamenti che hanno un riscontro anche sui percorsi professionali di oltre la metà degli intervistati. Il 12% ha dichiarato di ricoprire una figura professionale completamente nuova che non esisteva affatto al momento del suo ingresso nel mercato del lavoro mentre il 44% svolge una professione che nel frattempo si è evoluta. Guardando agli ultimi 5 anni, il 21% ha cambiato datore di lavoro, il 22% ha intrapreso una nuova professione mentre per il 57% non ci sono stati cambiamenti.
Di certo, tra i tanti cambiamenti evidenziati dalla ricerca, c’è anche un aspetto importante che riguarda gli insegnamenti che i padri hanno trasmesso ai propri figli: se tra le generazioni più adulte riguardavano soprattutto l’etica del lavoro e la necessità di mettere sempre il maggior impegno possibile nella propria attività (49%), i più giovani sembrano aver fatto tesoro di un ventaglio di insegnamenti molto più vasto e che tra gli uomini ha a che fare con il rispetto (20%), la puntualità (24%), la passione (20%) mentre tra le donne vede una forte crescita della capacità di mettersi in gioco (26%).
Ad esempio, Quintino Simone Morrone, che segue il controllo qualità presso il centro di distribuzione Amazon di San Salvo (CH), ha ereditato dal papà carrozziere proprio la passione “nel mettere le mani tra le parti meccaniche”. Per Simone l’esempio dei genitori è stato fondamentale nel suo percorso professionale e aggiunge che “quello che più di tutto posso dire di aver assimilato da loro è lo spirito di sacrificio e l’attitudine al lavoro”.
Infine, i nuovi padri, quelli con i figli under 35, sembrano avere priorità molto diverse rispetto a quelli delle altre generazioni: per i loro figli auspicano di trovare l’amore (68%), svolgere un lavoro che li renda felici (59%) e di poter vivere una vita alla scoperta del mondo (30%).