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Commissione inchiesta Covid: cosa pensano Bassetti, Galli e Crisanti

(Adnkronos) – Esperti divisi sul via libera alla Camera della proposta di legge che punta ad istituire una commissione di inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid in Italia. 

Tra i primi ad essere d’accordo Matteo Bassetti, secondo il quale “più tempo passa più si può essere lucidi e imparziali nella valutazione di quei tragici eventi”. “Quindi non credo sia tardi” per una Commissione parlamentare d’inchiesta “ma è importante che non abbia come unico scopo di dire che tutto quello che è stato fatto era sbagliato. Ci sono stari errori ma anche cose fatte bene”, dice all’Adnkronos Salute il direttore Malattie infettive Policlinico San Martino di Genova. Secondo l’infettivologo genovese “occorre grande imparzialità e grande livello culturale e scientifico affinché questa Commissione possa essere utile. Mi auguro – conclude – da cittadino che sarà così”. Se dovesse essere chiamato nelle audizioni come esperto, Bassetti non ha dubbi “andrò sicuramente”. 

“Penso che questa Commissione ha senso solo se non ha dei limiti. E i limiti che sono stati posti a mio avviso hanno un’ispirazione politica, e sono un limite al raggiungimento della verità”, dice il professore di microbiologia e senatore Pd Andrea Crisanti, che commenta così all’Adnkronos Salute le polemiche e la bagarre.  

“A mio avviso hanno ragione Roberto Speranza e Giuseppe Conte quando dicono che una commissione che ha come delimitazione o come limite invalicabile” di non valutare “ciò che hanno fatto le Regioni non è una commissione alla ricerca della verità – riflette Crisanti -. Io penso che gli italiani abbiano sì il diritto di sapere quello che è successo, se ci sono stati degli errori. E come ho già detto gli errori non necessariamente hanno una valenza penale. Magari” fare un’operazione simile “può essere una cosa che aiuta anche tutti quanti a riconciliarci. Ma questa iniziativa di oggi, questo voto, credo sia un’occasione persa sia per giungere alla verità, sia per arrivare se non altro a una riconciliazione di tutti su questo tema. E’ qualcosa che alimenta le divisioni”.  

Conte l’ha definita una commissione farsa, Speranza un tribunale politico. Per Crisanti, al di là delle “coloriture che aiutano magari l’opinione pubblica a capire il proprio stato d’animo”, “il fatto oggettivo è che questa è una commissione che non ha l’obiettivo di arrivare alla verità. Così com’è stata concepita non restituirà agli italiani una verità. Verità che sarà fatta sicuramente di cose fatte bene, di incertezze, di errori, come tutte le cose che fanno gli esseri umani. Penso tra l’altro che capire gli errori è importante perché poi non si rifanno. Ma sicuramente le premesse di questa commissione non sono le migliori per fornire agli italiani una ricostruzione veritiera e completa di quanto accaduto. Ci siamo dimenticati la guerriglia” che durante la crisi pandemica “hanno fatto le Regioni al Governo ogni volta che venivano prese decisioni? A volte non venivano mandati i dati corretti, su alcune situazioni è stata una polemica continua. Non ce lo possiamo dimenticare”.  

Per Massimo Galli la Commissione “sembra uno strumento per un ‘regolamento di conti’ politico”. “Meglio sarebbe stato concentrare le energie sulla prevenzione e sul futuro, senza dimenticare che anche il presente non è ancora privo di rischi”, afferma all’Adnkronos Salute l’ex direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “E’ assai singolare – sostiene Galli, che nei mesi scorsi è stato chiamato in audizione sul tema – che la Commissione, da quello che appare, sembra fatta per ricercare la responsabilità dei Governi precedenti e non, per esempio, le eventuali mancanze che derivano dal sistema sanitario regionalizzato e dalla capacità delle Regioni e delle amministrazioni regionali di far fronte alla pandemia”. Questo “in generale”. Nello specifico “se qualcuno vuole andare alla ricerca delle responsabilità della pandemia, dovrebbe ricordare che la colpa, in primis è del virus e, in secondo luogo, nella scarsa attenzione che, a livello mondiale, viene data a determinati problemi, in particolare alla prevenzione”.  

Sarebbe, quindi, meglio “dedicare tempo, fatiche e risorse a metterci tutti nella condizione di poter affrontare un futuro in cui si può disporre di una struttura sanitaria in grado di affrontare le emergenze, con interventi a livello globale che riducano i rischi di nuove pandemie future. Questi due elementi sono molto più importanti rispetto a concentrarsi su regolamenti di conti tra politici”.  

La Commissione “non ha senso oggi e non ha nulla di scientifico”, affferma senza mezzi termini Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. “Aveva un valore farla tempo fa – aggiunge – ma il senso oggi di rinvangare il passato? La cosa fondamentale ora è non ripetere gli errori commessi nel 2020-21 perché, lo sappiamo, una nuova pandemia è possibile”. Se dovessere essere chiamato nelle audizioni come esperto Covid? “Se mi chiamano vado – risponde Ciccozzi – ma non deve essere un processo alla scienza”. 

Sulla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid in Italia “non voglio dare giudizi e opinioni” ma “nessun problema se vorranno ascoltarmi”, dice all’Adnkronos Salute Agostino Miozzo, l’ex capo del primo Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid, che da capo della Protezione civile, fu chiamato dal secondo governo Conte a guidare il gruppo di esperti, il Cts appunto, che dovevano delineare la strategia anti-Covid. 

 

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