+Europa e il presepe alternativo, c’è chi si arrabbia e lascia il partito
(Adnkronos) – Non si placa la polemica sul presepe ‘alternativo’ di +Europa. A rilanciare il dibattito social sull’immagine – da alcuni definita “blasfema” – della sacra famiglia rappresentata in un post come nucleo composto da due madri, due padri, una sola madre o con un Gesù bambino nero, l’addio al partito guidato da Riccardo Magi, annunciato su X dall’imprenditrice italo-albanese Anita Likmeta.
“Ho trovato il post di +Europa di una stupidità disarmante. Meglio: mi ha fatto capire il malinteso per cui mi ero iscritta nel dicembre 2022 e il motivo per cui in quel partito non posso restarci un minuto di più”, ha annunciato su X Likmeta che non ha gradito soprattutto lo slogan usato nel post.
“Lo scandalo, per quanto mi riguarda – spiega – non sta nel fatto che una coppia omogenitoriale adotti un bambino (sono liberale, favorevole all’adozione per le coppie omogenitoriali). Lo scandalo, ovvero la pochezza politica, sta nella mitomania di Magi & soci, che, dall’alto del loro due per cento, invece di portare avanti una battaglia per uno Stato laico nel quale si allargano i diritti nel rispetto di tutti, ci dicono che ‘le tradizioni possono cambiare’, intendendo cioè che tutti quei milioni di italiani che la domenica mattina vanno a messa, si confessano e fanno la comunione sarebbero vittime di una mentalità retriva, poco inclusiva, che necessita di una versione up-to-date in stile Disney (prima che anche il CEO cambiasse idea). Perché come è andata davvero a Betlemme lo sanno Riccardo Magi e il social media manager di +Europa, mica Giovanni, Luca, Marco e Matteo”.
Likmeta ribadisce come “l’idea della laicità dello Stato si fonda su un presupposto di rispetto per le libertà e le credenze individuali che restano intangibili, e nelle quali lo Stato non deve mettere bocca”. Mentre con quel post +Europa ha tradito la “vocazione di garanzia della laicità dello Stato che avrebbe permesso di condurre battaglie trasversali, su cui attrarre il consenso di chi viene politicamente da altre parrocchie, per diventare invece una piccola chiesa residuale capace di parlare solo ai suoi pochissimi affiliati”.
Ma Riccardo Magi, sempre via social, invita “chi si scandalizza” a ritrovare “la stella cometa del buon senso” rivendicando che mentre “c’è chi usa i simboli religiosi contro le minoranze di questo Paese”, “c’è chi come noi vuole unire e mandare un messaggio di pace e libertà in un momento di festa come il Natale”.