Tassi di interesse 2024, i possibili scenari
(Adnkronos) – “Quando la Bce inizierà a ridurre i tassi di interesse, non si tratterà di una singola decisione, ma molto probabilmente di una sequenza”. Lo afferma in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ Philip R. Lane, capo economista e membro del Comitato esecutivo della Bce, sottolineando che “sull’inflazione negli ultimi mesi si sono registrati dei progressi”, un fenomeno sul quale “di sicuro l’aumento di settembre ha contribuito”.
“Riconosco che c’era un elemento assicurativo in quel rialzo dei tassi. E ne terrò pienamente conto in termini di entità e tempistica dell’aggiustamento dei tassi verso una posizione di politica monetaria più neutrale, quando sarà il momento” aggiunge. “I progressi continui nell’allentamento dell’inflazione di fondo sono benvenuti. Ma vediamo alcune tendenze contrarie nell’inflazione dei servizi quest’anno e, per il momento, i salari stanno ancora crescendo ben al di sopra di qualsiasi tipo di tasso di equilibrio di lungo periodo” aggiunge.
“Se si conferma che l’inflazione torna al 2%, sarà giusto normalizzare i tassi di interesse” dice il capo economista Bce. “E ciò contribuirà a ridurre i costi del debito pubblico. Ma per arrivarci è necessario tenere la posizione e assicurarsi che il problema dell’inflazione sia completamente sconfitto. La storia degli episodi di alta inflazione ci dice che se le banche centrali cercano di normalizzare troppo in fretta, prima che il problema sia davvero sconfitto, arriva un’altra ondata di inflazione e quindi un’altra ondata di rialzi dei tassi. Sarebbe uno scenario nettamente peggiore. È quindi importante prendersi il tempo necessario e assicurarsi che ci siano indicazioni sufficienti che l’inflazione stia tornando verso l’obiettivo. Una falsa speranza, una revisione troppo rapida, può essere autolesionista”. “Non vogliamo stringere troppo e mantenere i tassi troppo alti per troppo tempo. Ma, allo stesso modo, è importante non allontanarsi troppo presto dalla posizione di attesa in cui ci troviamo da settembre. Il passaggio da qui alla normalizzazione attiva dei tassi sarà una discussione importante. Ma è troppo presto, non abbiamo ancora evidenze sufficienti per passare alla fase successiva” conclude.