Manuali di scuola pro Russia, lo sconcerto degli storici
(Adnkronos) – Manuali di scuola con una narrazione delle vicende pro Russia. Un racconto che ha suscitato più di qualche perplessità in un gruppo di attiviste ucraine. “E’ sconcertante che nei libri di testo per la scuola si possano leggere certe affermazioni su avvenimenti internazionali degli ultimi anni” dichiarato all’Adnkronos lo storico Francesco Perfetti, professore emerito di Storia contemporanea della Facoltà di Scienze politiche della Luiss-Guido Carli di Roma, direttore della rivista “Nuova Storia Contemporanea” e presidente della Giunta Storica Nazionale. “I libri di testo devono raccontare in maniera obiettiva i fatti, non esprimere giudizi di parte. E comunque certe affermazioni quanto meno discutibili dovrebbero essere argomentate”. “E’ giusto denunciare episodi così sconcertanti – ha aggiunto Perfetti – perché ci sia una maggiore sensibilizzazione presso gli autori in modo che siano più cauti e più responsabili e anche presso i docenti che dovrebbero valutare meglio le adozioni dei libri di testo”.
“Trattare temi di un’attualità in evoluzione è estremamente scorretto, poiché si rischia di abbandonare l’obiettività e il distacco dell’autore per lasciare spazio alle passioni e agli interessi di parte” dice all’Adnkronos lo storico Cosimo Ceccuti, professore emerito di storia contemporanea dell’Università di Firenze e presidente della Fondazione Giovanni Spadolini Nuova Antologia. “Il che è particolarmente grave quando ci si rivolge a ragazzi della scuola media, in via di formazione, certo più influenzabili degli studenti liceali. Si rischia il cosiddetto ‘lavaggio di cervello’ in un senso o nell’altro”. “Ricordo che Giovanni Spadolini dovette combattere dieci anni perché la Storia Contemporanea venisse riconosciuta materia di insegnamento con piena dignità scientifica nelle Università italiane – ha aggiunto Ceccuti -. Credo sia compito del docente spiegare ciò che accade, spiegando senza prendere personale posizione le ragioni di entrambe le parti in conflitto”.