‘Per un pugno di dollari’ compie 60 anni: nato come un’imitazione, fondò un nuovo genere
(Adnkronos) – ‘Per un pugno di dollari’, capolavoro di Sergio Leone compie 60 anni. Era il 12 settembre 1964 quando il film che lanciò Clint Eastwood, facendolo diventare una superstar cinematografica, uscì per la prima volta. Prima a Firenze, poi a Roma e nei successivi anni in tutto il mondo.
Ispirato da ‘Yojimbo – La sfida del samurai’ del maestro giapponese Akira Kurosawa, ‘Per un pugno di dollari’ fu un successo straordinario che non cambiò completamente i connotati del cinema italiano, inventando il genere dello ‘spaghetti western’. Sergio Leone scelse Clint Eastwood, che fino a quel momento non aveva mai girato un film da protagonista, per interpretare ‘l’Uomo senza nome’, un antieroe schivo e rude che gli resterà cucito addosso per tutta la carriera. Le musiche iconiche e indimenticabili le scrisse Ennio Morricone, che di Sergio Leone era stato compagno di classe alle scuole elementari. Questo sodalizio resta invariato per l’intera Trilogia del Dollaro di Sergio Leone e cambià le carriere di tutti loro.
Per festeggiare questo importante anniversario, la Cineteca di Bologna riporta sul grande schermo una versione in 4K del film, restaurata dalla stessa Cineteca di Bologna, Unidis Jolly Film, The Film Foundation e Hollywood Foreign Press Association. E lo fa, come parte del progetto ‘Il Cinema Ritrovato. Al cinema’, insieme al film che lo ispirò, ‘Yojimbo’. Dal 16 settembre sarà possibile vedere il capolavoro di Leone, mentre dal 30 settembre quello di Kurosawa.
“Il 12 settembre ricorrono i 60 anni dalla prima proiezione, al Supercinema di Firenze, di quello che avrebbe dovuto essere solo un film di serie C, firmato da uno sconosciuto Bob Robertson e che, invece, è diventato un monumento della storia del cinema”, ricorda il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli. “‘Sergio Leone aveva 34 anni, – continua Farinelli – una carriera da aiuto regista, un esordio, ‘Il colosso di Rodi’, che lo aveva portato in un vicolo cieco. Fu la visione in un cinema romano di ‘La sfida del samurai’, distribuito in Italia dopo la presentazione alla Mostra di Venezia, dove Toshiro Mifune ottenne la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, che gli fece balenare la possibilità di trasformarlo in un western. Leone, che aveva adorato ‘I sette samurai’, conosceva bene il successo che John Sturges nel 1960 aveva ottenuto con il remake in chiave western del capolavoro di Kurosawa, ‘I magnifici sette’, e capì immediatamente che ‘La sfida del samurai’ sarebbe potuto diventare un western a basso costo, perché la gran parte delle scene si potevano svolgere in un’unica location. Leone studiò il film di Kurosawa inquadratura per inquadratura. La storia dell’arte è fatta di intuizioni e di una continua trasmissione da un autore all’altro. Quello che riesce a Leone è però qualcosa che solo i grandissimi artisti possono fare, perché ‘Per un pugno di dollari’ deve molto, a livello di ispirazione, al suo originale ma, nello stesso tempo, ne è completamente diverso, per le infinite variazioni e invenzioni che lo trasformano nell’archetipo della nuova stagione del western. Un film che cambiò la vita di Sergio Leone, quella di Clint Eastwood e quella di Ennio Morricone. Ora i due film esistono in versioni restaurate e ci è parso il momento di presentarli assieme al pubblico”.