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Libano, Israele non si ferma, Usa: “Preparano operazione di terra limitata”

(Adnkronos) –
Dopo la morte di Hassan Narallah Israele non si ferma. Sta preparando una manovra di terra limitata in Libano, ha anticipato una fonte Usa citata dalla Abc. “Israele non ascolta l’amministrazione Biden, malgrado le sue ripetute richieste di una soluzione diplomatica”.  

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, insieme al capo di stato maggiore delle forze israeliane Herzi Halevi, il comandante della divisione operazioni, Oded Basiuk, e il capo dell’intelligence militare, Shlomi Binder – ha reso noto l’ufficio del ministro citato da YNet – è impegnato in una valutazione della situazione operativa, con enfasi sulla prontezza delle forze a estendere l’offensiva nel settore nord. 

Ma gli Usa insistono nel pressing. “E’ tempo di un cessate il fuoco adesso”, ha scandito una volta ieri il presidente Usa rispondendo proprio a una domanda dei giornalisti sull’ipotesi di un invasione di terra di Israele in Libano. 

Biden ha comunque ribadito che “gli Stati Uniti sostengono totalmente il diritto di Israele a difendersi da Hezbollah, Hamas, gli Houthi e qualsiasi altro gruppo terroristico sostenuto dall’Iran”. E “ho dato istruzioni al mio segretario alla Difesa di rafforzare ulteriormente la posizione difensiva delle forze militari statunitensi nella regione del Medio Oriente per scoraggiare l’aggressione e ridurre il rischio di una guerra regionale più ampia”, ha aggiunto. 

Nel frattempo comunque il dipartimento di Stato Usa ha chiesto ad alcuni dipendenti in missione in Libano e alle loro famiglie di lasciare il Paese in vista di una possibile escalation del conflitto “a causa della situazione della sicurezza a Beirut volatile e imprevedibile”, rende noto Cnn. La richiesta riguarda i dipendenti che non sono assegnati a compiti di emergenza, non tutto il personale dell’ambasciata a cui comunque si chiede di non viaggiare per ragioni personali senza una autorizzazione. Ulteriori limiti sui viaggi potranno essere imposte “con poco o nessun anticipo a causa delle questioni di sicurezza e minacce”. I voli di linea sono ancora operativi “ma a una capacità ridotta”. 

Invito analogo è stato diramato dall’Italia. “Invitiamo tutti i cittadini italiani a lasciare quanto prima il Libano, anche con i voli di linea che sono operativi da Beirut verso Milano e Roma”, ha ribadito il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “La situazione in Medio Oriente è molto complicata, siamo preoccupati perché rischiamo un’escalation. Io ho parlato con il ministro degli Esteri di Israele, al quale ho rinnovato la richiesta di prestare grande attenzione durante gli attacchi a Hezbollah ai 1200 militari italiani che sono tra Israele e Hezbollah. Mi hanno assicurato massima attenzione per le nostre truppe, lì c’è la Brigata Sassari”, ha ricordato Tajani. 

“E’ stata la mia prima preoccupazione – ha aggiunto -, assieme alla tutela dei civili italiani che vivono in Libano.La situazione è ancora molto pericolosa, quindi ci preoccupiamo innanzitutto per la sicurezza, ma stiamo anche lavorando, con contatti diplomatici, per fermare l’inizio di una nuova fase”.  

“Probabilmente lunedì ci sarà una riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea per l’esame della situazione”, ha anticipato Tajani.  

La Francia ha rinnovato la richiesta di la fine immediata dei raid israeliani in Libano e precisa la sua opposizione a qualsiasi operazione di terra. Dopo aver parlato con il premier libanese Najib Mikati, il ministro degli esteri francese Jean-Noel Barrot, chiede anche a Hezbollah e all’Iran di evitare qualsiasi azione che possa destabilizzare ulteriormente la situazione.  

Richiesta analoga rivola anche dalla Gran Bretagna che ha chiesto un cessate il fuoco immediato dopo l’uccisione del leader di Hezbollah Hassa Nasrallah. Il ministro degli esteri David Lammy ha reso noto di aver parlato con il premier libanese Najib Mikati e di aver concordato con lui “della necessità di un immediato cessate il fuoco per porre fine allo spargimento di sangue”. “Una soluzione diplomatica è l’unico modo per ripristinare la sicurezza e la stabilità per i libanesi e gli israeliani”, ha dichiarato.  

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