Springsteen, Beyonce, gli Obama: la strategia di Kamala Harris, a caccia di voti con le superstar
(Adnkronos) – Una vita politica fa, Barack Obama salì sul palco insieme a Bruce Springsteen di fronte ad una folla immensa a Cleveland pochi giorni prima di vincere storiche elezioni. La notte scorsa, 16 anni dopo, la coppia di star si è riunita sul palco di Atlanta per aiutare Kamala Harris a vincere un’altra storica elezione contro “Donald Trump, che vuole essere un tiranno americano, non capisce questo Paese, la sua storia o quello che significa essere profondamente americano”, come ha detto the Boss.
E questa sera la candidata democratica, che nelle ultime cruciali battute della sua campagna lampo sembra avere perso il momentum acquistato subito dopo la sua discesa in campo il 21 luglio, cercherà di ottenere un nuovo slancio con il sostegno di un’altra super star, Beyonce, che sarà al suo fianco a Houston.
Il Texas non è uno Stato chiave ma è uno degli Stati a guida repubblicana che ha varato uno delle leggi più restrittive contro l’aborto, e Harris pronuncerà un discorso sulla libertà riproduttiva, chiamando sul palco le donne che hanno fatto causa allo stato per aver rischiato la vita a causa di questa legge.
La sfilata delle super star per Harris proseguirà sabato a Kalamazoo, in Michigan, un altro Stato chiave, con Michelle Obama, insieme al marito tra le figure più popolari tra la base elettorale dem. La campagna di Harris punta soprattutto su di loro per riuscire a entusiasmare e motivare al voto in questi ultimi giorni decisivi. Uno degli ultimi sondaggi, che registra il sorpasso di Trump su Harris nel testa a testa, indica che 10 giorni dal voto c’è ancora un enorme numero di indecisi, il 18% degli elettori registrati.
Gli strateghi sperano anche che questi mega rally, con la partecipazione di artisti della portata di Springsteen e Beyonce, possano anche aiutare a mobilitare la base elettorale, in particolare nella grandi città dove, è noto, i democratici hanno il loro maggiore sostegno, mentre faticano a raccogliere consensi nelle zone rurali. Con un numero così alto di indecisi, sarà importantissima l’affluenza e cruciale per i due partiti portare alle urne il maggior numero dei propri elettori.
La notte scorsa, ad Atlanta, Harris – per la prima volta sul palco insieme ad Obama dall’inizio della campagna – ha voluto ricordare come una mattina di febbraio del 2007 lei andò a Springfield, in Illinois, per “sostenere questo giovane brillante senatore che si candidava alla presidenza degli Stati Uniti. Milioni di americani si entusiasmarono e furono ispirati non solo dal messaggio di Barack Obama ma da come guidava, cercava di riunirci invece di separarci”. La speranza degli strateghi dem è che la magia di Obama ora possa giocare in favore di Harris.
Il discorso di Obama
Obama ha, come al solito, fatto sfoggio della sua capacità oratoria, alternando prese in giro di Trump – “prima regola pratica, non dire mai che vuoi fare qualcosa come Hitler” – a seri moniti sui rischi di una sua elezione. L’ex presidente ha ricordato che l’ex capo dello staff della Casa Bianca, John Kelly, e l’ex capo degli Stati Maggiori Riuniti, Mark Milley, entrambi generali “non certo dei woke liberal”, abbiano detto che Trump è un fascista. “La ragione per la quale stanno facendo sentire la loro voce è che hanno visto come ragiona Trump, – ha aggiunto – che non pensa che l’esercito non esiste per servire la Costituzione e il popolo americano, non considera l’essere il comandante in capo una responsabilità sacra e solenne, pensa che i militari esistano per i suoi interessi”.
“A differenza della prima volta, non avrà persone intorno come Kelly per fermarlo, sarà circondato da matti come lui”, ha detto ancora evocando i rischi di una seconda amministrazione Trump di cui ha messo la sua stabilità mentale. “Se vostro nonno si comportasse come lui, voi chiamereste vostro fratello, vostro cugino per chiedere ‘non vi siete accorti che il nonno è un po’ strano?”, ha detto parlando del 78enne candidato alla Casa Bianca.