Cronaca

Incendio in carcere durante protesta
dei farmaci: condannato un autore

La protesta che, nel giugno 2022, aveva messo a ferro e fuoco il carcere di Cremona, a causa della mancata somministrazione di uno psicofarmaco, è approdata nell’aula del tribunale, dove alla sbarra è finito un detenuto, accusato di danneggiamento, anche a seguito di incendio, resistenza a pubblico ufficiale e furto aggravato.

Come ha raccontato il medico del carcere, che ha testimoniato davanti al giudice, l’imputato era arrivato a Cremona da San Vittore, con problemi di tossicodipendenza e psichiatrici. Per lui, come per molti altri, la notizia che non avrebbe più ricevuto il Lyrica, farmaco antidepressivo che diversi detenuti consumavano però come una droga, era stata una doccia fredda. “Proprio per l’uso che ne veniva fatto, si era deciso di non somministrato più, sostituendolo con un altro medicinale più blando, il gabapentin” ha raccontato il medico.

L’uomo, nella sua protesta, aveva distrutto il water della sua cella e dato fuoco al materasso, poi aveva spintonato e aggredito verbalmente gli agenti di polizia penitenziaria che erano intervenuti per calmarlo, come loro stessi hanno ricordato nella loro deposizione.

In quei giorni la protesta aveva riguardato numerosi detenuti, che avevano creato disordini nella casa circondariale. A causa degli incendi appiccati, erano intervenuti i Vigili del Fuoco, ed erano stati evacuati 80 reclusi. Un evento che aveva rimarcato la situazione di grande criticità vissuta all’epoca dalla struttura di restrizione cremonese, che da anni ha problemi di sovraffollamento e carenza di personale.

Al termine dell’udienza, il giudice ha condannato l’imputato a un anno e 4 mesi di carcere, nonostante il pm avesse chiesto solo 8 mesi e 20 giorni.

Laura Bosio

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