Cronaca

Scontri 24 gennaio, 3 arresti e un latitante Decisivo recupero di caschi abbandonati Le riprese analizzate dalla polizia 'Analisi su 150 gigabyte di filmati'

https://www.youtube.com/watch?v=jTxTobAMfGA&feature=youtu.be

Sopra, alcune delle numerose riprese analizzate dalla polizia

AGGIORNAMENTO – Tre arresti e tre denunciati nella nuova fase dell’inchiesta sugli scontri del 24 gennaio in occasione della manifestazione dei centri sociali. Per individuare altri responsabili delle devastazioni la Questura di Cremona, in collaborazione con personale della Questura di Milano, ha visionato accuratamente numerosi video della giornata.. Le indagini hanno consentito agli investigatori di procedere all’alba di martedì con una nuova ordinanza di custodia cautelare: in arresto Filippo Esposti, 27 anni, informatico cremonese militante del centro sociale Dordoni e già indagato per la rissa di via Mantova con esponenti di Casa Pound, Kuljit Tiwana, 24enne indiano naturalizzato italiano che gravita negli ambienti del centro sociale Kavarna, e Giovanni Marco Codraro, siciliano 23enne attivo nei collettivi universitari. Mandato d’arresto anche pere un bresciano, latitante: Samuele Tonin, 26 anni, che al momento si trova in Francia, presumibilmente per motivi di lavoro. Si aggiungono tre denunce e diverse perquisizioni.

Per la buona riuscita dell’operazione è risultato particolarmente utile il recupero, a febbraio, di giacche, zaini e caschi utilizzati negli scontri, abbandonati in un’area dismessa della città. Un dettaglio, questo, svelato dalla polizia martedì mattina. Gli inquirenti, risalendo ai negozi in cui sono stati comprati nei giorni precedenti alla manifestazione, sono giunti finto all’acquirente, il cremonese 27enne arrestato nelle scorse ore. Per tutti l’accusa è di concorso in devastazione.

Foto Sessa
Foto Sessa

LE PAROLE DEGLI INVESTIGATORI – L’operazione, che si è avvalsa della collaborazione delle Digos di Brescia e Palermo e del commissariato di Milazzo (Messina), oltre che della Digos di Milano, dopo il rincorrersi di informazioni è stata descritta in mattinata negli uffici della Questura cremonese (delineate le fasi principali e divulgate le iniziali dei coinvolti).

Queste le parole questore Gaetano Bonaccorso: “Ringrazio la Procura per un’attività di coordinamento importante, che ha riguardato più organi al lavoro. Siamo arrivati alla terza fase repressiva di questa vicenda. Ringrazio anche le Questure e le Digos che hanno collaborato con Cremona. E, ovviamente, un grazie al personale della Questura di Cremona che non è qui in conferenza stampa ma che ha lavorato dietro le quinte ottenendo questi risultati”.

“Il nostro obiettivo – è andato avanti il procuratore Roberto di Martino – è identificare i facinorosi della manifestazione del 24 gennaio. Nelle fasi precedenti abbiamo individuato soggetti che si sono resi responsabili di episodi violenti. Quest’ultima fase ha per oggetto personaggi coinvolti nel gruppo preordinato dei facinorosi in prima linea, che hanno attaccato polizia con razzi e oggetti di vario tipo. Interveniamo su un gruppo di soggetti caratterizzato dall’utilizzo di caschi e mazze e da una strategia militare, elementi che paradossalmente ricordano alcune frange della destra”. “Chi deve tutelare la città- ha aggiunto il magistrato – non può tollerare azioni come quelle del 24 gennaio, al di là del colore politico dei protagonisti. Uno degli arrestati ha comprato una serie di caschi dello stesso tipo di quelli usati il 24 gennaio. Grazie allo studio delle celle telefoniche abbiamo localizzato il suo telefono nei pressi di un negozio in concomitanza con il rilascio dello scontrino. In un caso, inoltre, è stato visto da un poliziotto mentre acquistava altro materiale. Sono stati studiati con attenzione i filmati del 24 gennaio per riconoscere i facinorosi, che nelle prime fasi erano a volto scoperto e poi, poco prima dell’inizio delle violenze, si sono coperti. Dare merito alle forze dell’ordine che quel giorno non hanno affrontato sul piano fisico i violenti ma li hanno contenuti, evitando conseguenze peggiori”.

Claudio Ciccimarra, dirigente della Digos di Milano: “Intensa l’attività di analisi dei filmati che abbiamo svolto in collaborazione con i colleghi di Cremona. In totale, tra Cremona e Milano, controllati 150 gigabyte di materiale. La nostra Digos ha individuato un milanese, perquisito, e le figure di altri nove soggetti, rimandate a Cremona per un’identificazione certa. I dettagli hanno aiutato nei riconoscimenti. Ad esempio una bottiglia in tasca, un berretto. E’ stato un lavoro lungo ma che ha portato risultati”.

“Fra gli arrestato un 23enne originario di Milazzo ma domiciliato a Palermo per motivi di studio. Era nelle primissime file, nel gruppo con caschi, giacche scure e mazze che ha ripetutamente lanciato oggetti contundenti – ha spiegato il dirigente della Digos cremonese Angelo Lonardo -. Nel corso delle perquisizioni trovati capi di abbigliamento uguali a quelli indossati il 24 gennaio. L’arrestato cremonese, frequentatore del Dordoni, è il responsabile di acquisti di materiale. Un bresciano è latitante ed è tra coloro che hanno lanciato fumogeni verso i reparti delle forze dell’ordine e che hanno danneggiato il Comando della polizia municipale. Il quarto destinatario di ordinanza di custodia cautelare, arrestato, è gravitante negli ambienti del Kavarna ed è responsabile di lanci di oggetti contro la polizia”.

I tre denunciati per i disordini sono invece un milanese e due cremonesi. Al vaglio la posizione di un minorenne.

Michele Ferro

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