Economia

Consorzio e violini I liutai si mobilitano “Troppi paladini per la liuteria”

Fa discutere la presa di posizione della Cna nei confronti del Consorzio dei liutai “Stradivari”. Tra i pro e i contro al Consorzio emerge comunque il gran caos che regna ormai da anni nel settore che, a fronte di una crescita impetuosa di artigiani non ha avuto un altrettanto picco di affari nè di tutela della produzione locale. Ecco la lettera che hanno inviato a www.cremonaoggi.it due liutai cremonesi, Davide Sora e Annamaria Menta.

Egregio direttore, come liutai professionisti con quasi 30 anni di esperienza desideriamo esprimere il nostro parere sulle ultime vicende che coinvolgono la categoria dei liutai, precisamente la presunta crisi all’interno del Consorzio Liutai.

Per nostra scelta non siamo consorziati, non lo siamo mai stati né, probabilmente, lo saremo mai.Riteniamo che il consorzio eserciti (pare efficacemente) la sua legittima funzione a servizio dei propri soci. Riteniamo ugualmente che questo non sia né potrà (e nemmeno dovrà) mai essere un punto unico di riferimento per la liuteria di qualità. Sono troppi e troppo variabili i parametri che contribuiscono alla costruzione della carriera (leggi:esperienza) di un liutaio così come sono molteplici i fattori ‘variabili’ che contribuiscono alla buona riuscita di uno strumento. Non si può ridurre tutto ad una formula, ricetta o elenco di ‘buoni e cattivi’ tra i vari metodi di lavoro. Riguardo poi alla ‘missione’ di tutelare l’originalità del prodotto di cui il consorzio si è auto investito, ci sarebbe molto da dire. Chiunque sia regolarmente iscritto alla camera di commercio come liutaio fa un prodotto originale nel momento in cui opera a norma di legge ed emette regolare fattura. Se poi si associa ad un consorzio, che ripetiamo non può essere rappresentante esclusivo della qualità assoluta perché oggettivamente impossibile, avrà anche il ‘bollino’ di appartenenza ad una associazione di professionisti. Tra l’altro è abitudine consolidata tra i professionisti, anche al di fuori di associazioni o consorzi, certificare e tenere un archivio dei propri strumenti.

Anche l’affermazione che questo è “il momento più importante per la liuteria” perché a breve ci sarà l’apertura del museo del violino e c’è in ballo la candidatura per l’iscrizione della liuteria nell’elenco dei beni immateriali dell’umanità dell’Unesco, ci trova in disaccordo.Il problema è molto più serio e grave e coinvolge in prima persona la categoria che ha permesso che fossero altri, dal politico in cerca di nuovi ‘territori da marcare’ all’industriale bisognoso di comprarsi consenso popolare per motivi suoi fino ai rappresentanti del negozianti, a decidere cosa serve e cosa no alla liuteria e ai liutai.Si sente una litania estenuante di “liuteria biglietto da visita della città”, “volano per l’economia cittadina”, “eccellenza del territorio” ecc., ecc.Non si vuole capire che mentre la musica è (deve essere) un fenomeno di massa, un linguaggio universale che interessa tutti, indipendentemente dal grado di conoscenza specifica della materia, la liuteria coinvolge, principalmente, chi ha un interesse diretto di studio o di lavoro per la materia. Come si può credere che un museo, che ha visto il coinvolgimento della categoria solo per ‘rendere omaggio al mecenate’ ma è stata totalmente esclusa da qualsiasi fase della realizzazione del museo stesso, possa fare da ‘volano’ per l’economia cittadina? Gli austriaci hanno le ‘palle di Mozart’, noi corriamo il rischio di avere solo le ‘panzane di Stradivari’. Come si può credere che l’inserimento della liuteria nell’elenco dei beni immateriali dell’umanità (richiesta che noi, non unici nel panorama dei professionisti cremonesi, non abbiamo appoggiato) possa risolvere qualche problema o dare una credibilità maggiore al nostro lavoro? Anche questa iniziativa non è stata condivisa con la categoria ma è frutto di strategie politiche che finiscono per strumentalizzare e svilire anche il lavoro, serio, dei professionisti che stanno raccogliendo materiale che forse nemmeno verrà utilizzato. A livello politico l’importante è ‘lasciare un segno’.

I problemi che affliggono la liuteria cremonese sono molti e coinvolgono diversi attori, a cominciare dalla scuola fino al salone Modomusica, sempre meno salone della liuteria contemporanea di alta qualità e sempre più salone di qualsiasi altra cosa. Quindi se c’è, come pare, una crisi all’interno del consorzio ci auguriamo due cose: che la risolvano nell’interesse dei propri associati e che la smettano di fare i paladini della liuteria. Uno dei problemi della liuteria cremonese è proprio il numero di ‘paladini’ che si ritrova.

Distinti saluti

Davide Sora
Annamaria Menta

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...