Cronaca

Stefania Bonaldi subito sindaco di Crema e nel centrodestra volano gli stracci Agazzi attacca Rossoni e Beretta

Emozionata e ancora un po’ incredula, la prima donna sindaco di Crema ha fatto il suo ingresso a Palazzo Comunale. “E’ stata una vittoria corale costruita con tutta la città – afferma  Stefania Bonaldi– Siamo la testimonianza che la buona politica vince anche contro l’antipolitica”. L’elezione al primo turno ha scongiurato l’ipotesi dl ballottaggio, un successo segnato soprattutto grazie ai voti raccolti nei quartieri cremaschi spesso al centro dell’ultima campagna elettorale. E’ proprio da lì che il nuovo sindaco intende ripartire: “L’impegno dei primi cento giorni è quello di tornare nei quartieri, perché non si va solo a raccogliere voti ma a confrontarsi con i cittadini e raccogliere tanto i meriti quanto le critiche”. La riflessione si sposta su quel 66 per cento di votanti, un dato sintomatico che invoca un cambiamento necessario del modo di fare politica: “Dovremo tornare ad amministrare l’intera città, voglio essere il sindaco di tutti i cittadini – riprende Bonaldi – Per questo motivo ho chiesto l’aspettativa, voglio essere un sindaco a tempo pieno e voglio che la mia presenza sia garanzia d’impegno e attenzione”. La prima cittadina conclude con un pizzico d’orgoglio tutto personale: “Il valore di un politico non dipende da questioni di genere ma sono fiera di esser il primo sindaco donna, e fiera di essere una mamma”. Un boato, poi applausi, cori; finalmente anche per l’imperturbabile Stefania Bonaldi la tensione si allenta in un sorriso ad occhi lucidi.

ALLA SEDE DEL PD

La conquista di Palazzo Comunale inizia dopo le 15 di ieri. C’è fermento in via Bacchetta: magliette gialle, ex consiglieri comunali, nuovi candidati, un concitato viavai che anima la storica sede del Pd cremasco e tradisce il tentativo di fingere che sia un pomeriggio qualsiasi. Sono le 16.30, i seggi chiusi da un’ora e mezza iniziano a snocciolare i primi risultati dello spoglio elettorale. L’umore è alto, le aspettative difficili da tenere a freno, ma nemmeno i sostenitori di centrosinistra più decisi osano sbilanciarsi. Al quartier generale ci sono tutti, candidati e sostenitori, compresa l’aspirante sindaco Stefania Bonaldi. Anche nel giorno della verità si presenta sobria ed essenziale: indossa la stessa camicia azzurra dei manifesti elettorali, forse uno degli indumenti preferiti o semplice gesto di quella scaramanzia per cui non ha voluto preparare il discorso della possibile vittoria.

OLTRE IL 50 PER CENTO

I minuti passano e con la temperatura aumenta il brusìo. Sono le 17 quando la percentuale di voti per la coalizione di centrosinistra supera la soglia del 50 per cento sui primi seggi; l’esultazione è inevitabile ma contenuta, per poi ripresentarsi in una seconda ondata un’ora dopo con la conquista di quell’ 1 per cento che segna la maggioranza assoluta. E’ presto, si sente bisbigliare, mentre il nugolo di spettatori impazienti di fronte allo schermo tv s’infittisce. La temuta doccia fredda arriva con i dati di Crema 1, il seggio centrale in cui Agazzi svetta su Bonaldi per una sessantina di voti, riportando la percentuale a rischio ballottaggio. L’exit poll dei quartieri riporta l’equilibrio a favore del centrosinistra ma la tensione non si allenta.

BONALDI SINDACO

Qualcuno parla già di vittoria ma gli occhi rimangono fissi sui seggi del centro, che storicamente riscuotono il successo del centrodestra. Un’altra vittoria per Agazzi, un nuovo recupero del centrosinistra, fino al successo dei seggi di San Pietro che decreta il vantaggio definitivo di Bonaldi sull’avversario di centrodestra, e per la prima volta la candidata sindaco si concede un urlo di gioia liberatorio. Ancora qualche scrupolo sugli ultimi seggi, ma ormai è fatta: ore 19.23, Stefania Bonaldi è sindaco di Crema. Il tempo di raccogliere borse e giubbetti, e il popolo del centrosinistra si sposta verso piazza Duomo per salutare il nuovo primo cittadino, la prima donna cremasca a portare la fascia tricolore.

L’ARRIVO IN COMUNE

I primi ringraziamenti vanno alla famiglia, il primo pensiero alla figlia che incontra e abbraccia di fronte a Palazzo Comunale. Ad aspettarla c’è già un gruppo di sostenitori in festa, le esaltazioni si susseguono, ma la candidata mantiene il sangue freddo e attende l’esito definitivo delle votazioni. Gli applausi la sospingono lungo la scalinata che porta alla galleria  del piano superiore, è lì che incontra Antonio Agazzi, prima avversario politico, ora consigliere comunale di minoranza. Tra loro un saluto ancora carico delle tensioni accumulate negli ultimi mesi che si scioglie in una carezza accennata da parte di Bonaldi, ricambiata da uno sportivo augurio di buon governo. Ancora qualche passo verso la sala consiliare ed ecco l’incontro tra Stefania Bonaldi e l’ormai ex sindaco Bruno Bruttomesso, che con il consueto fare pacato le consegna in una stretta di mano le sorti della città. Ormai i risultati sono ufficiali, e l’euforia si riversa nuovamente in piazza Duomo dove partono i festeggiamenti: non più una notte gialla, ma un giorno nuovo per la politica di Crema.

Poco prima delle 20, Stefania Bonaldi, arriva in Comune e riceve il caloroso abbraccio di auguri del suo sfidante di centrodestra Antonio Agazzi, un momento di condivisione e reciproco rispetto, che di questi tempi non è una cosa scontata in politica.
Dopo però arriva la dichiarazione shock del leader del centrodestra.

AGAZZI FA I NOMI

Infatti Agazzi parlando a caldo del risultato negativo del PDL cremasco dice: “Enormi le responsabilità di chi non ha fatto un passo indietro – dichiara Agazzi, che poi con grande chiarezza, fa nomi e cognomi –. Enormi le responsabilità di Enzo BettinelliSimone Beretta e soprattutto Gianni Rossoni”.
Il candidato sconfitto, articola il suo pensiero partendo “dall’evidente trend generale, che vede un forte arretramento dell’area moderata”.
Ma Antonio Agazzi non si limita a dire questo, infatti a tutto ciò “si somma l’eredità pesante dell’amministrazione uscente, che ho preso sulle mie incolpevoli spalle, in più ha pesato anche la corsa solitaria della Lega, che se avesse corso insieme, ci poteva consentire di agguantare il ballottaggio”.
Poi, la stoccata alle liste di partito che lo hanno sostenuto: “C’è stata incapacità da parte delle liste di partito, di operare un rinnovamento, anche nelle candidature e l’esito positivo della mia lista civica, terza forza in città, lo testimonia – dice Agazzi – è l’unica lista che ho costruito io, e il successo potrebbe sorprendere solo quelle persone che non conoscono il grande lavoro che è stato fatto”.
Il dato positivo della lista civica “dice tutto – commenta Agazzi – invece c’è stato chi ha voluto continuare a tenere posizioni personali o è stato autoreferenziale e incapace di dialogare con i mondi vitali della città, prendendosi enormi responsabilità su quello che poi è stato il risultato elettorale”.

“NON SONO STATO ASCOLTATO”

Giunto in Comune, l’ormai ex presidente del consiglio comunale si avvicina verso i monitor allestiti presso la Galleria per verificare gli ultimi risultati e, tra una battuta e l’altra, dice a Maurizio Borghetti: “Il PDL doveva fare un rinnovamento. Io non sono stato ascoltato nel coordinamento provinciale” e Borghetti ribatte “non siamo stati ascoltati, visto che ho preso la parola anche io”.
Alle 19,50 sale in Galleria Matteo Piloni ed è il preludio all’arrivo di Stefania Bonaldi. Maurizio Borghetti esclama “io vado a mangiare”, mentre Antonio Agazzi si avvicina alle scale e saluta con un abbraccio, il nuovo sindaco, lasciando poco dopo la sede comunale ai festeggiamenti del centrosinistra.

Coesione, coerenza, concretezza. Il fattore 3C alla base del successo di Stefania Bonaldi e del centrosinistra. Non ha dubbi Luciano Pizzetti. Il deputato del Partito Democratico ha seguito le fasi dello spoglio dalla sede di via Bacchetta e una volta raggiunta l’aritmetica certezza della vittoria ha offerto la propria analisi del voto. “Si tratta – dice -, di un risultato straordinario per Stefania e il Partito democratico. Il centrodestra non avrà nemmeno la soddisfazione di arrivare al ballottaggio. La nostra coalizione ha tutto per rappresentare al meglio la città e, a differenza di quanto avvenuto nel recente passato, saprà governare con coesione, coerenza e concretezza”.

Fra i primi a credere nella vittoria al primo turno di Bonaldi è stato Agostino Alloni. Il consigliere regionale in questa tornata elettorale si è presentato in veste di capolista della civica Lavoro@Impresa. E quando si tratta di analizzare il voto della sua compagine, ferma al 2,7 percento, si dice comunque soddisfatto. “Voti indispensabili per raggiungere la vittoria al primo turno” la sua analisi.

È entusiasta Alessandro Boldi, il giovane candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, che partito in sordina è riuscito strada facendo a coinvolgere tanti cittadini e oggi festeggia insieme ai suoi collaboratori, un risultato a dir poco straordinario.

NON SOLO BEPPE GRILLO

In realtà l’attività del Movimento 5 Stelle Cremasco non inizia in queste settimane, ma parte da più lontano, infatti sono almeno due anni che il Movimento è attivo in città con proposte e riflessioni, a tal punto che negli scorsi mesi era riuscito a presentare alcune proposte in sede di revisione dello Statuto Comunale.
Poi l’arrivo del camper di Beppe Grillo in città, per sostenere la campagna elettorale del giovane candidato sindaco, ha dato visibilità ancora maggiore, ad un gruppo di giovani che intende portare trasparenza e rinnovamento nelle stanze del palazzo comunale.

OBIETTIVO RAGGIUNTO

A scrutinio ancora in corso, il risultato ormai è già delineato, la doppia cifra appare vicina e Alessandro Boldi (Movimento Cinquestelle) è l’immagine della felicità: “Il nostro obiettivo era quello di riuscire ad entrare in consiglio comunale – dice Boldi – ed è ampiamente raggiunto, anzi forse saremo addirittura in due e questo, ci darà maggiore forza e incisività per portare avanti le nostre proposte”.

ELETTORATO VARIEGATO

Da più parti, i commenti che si sentivano in Galleria, tra addetti ai lavori e rappresentanti di centrodestra e centrosinistra, riguardo al risultato ottenuto dai grillini, erano tutti incentrati sull’interrogativo riferito alla provenienza dell’elletorato che ha premiato la proposta innovativa di Alessandro Boldi: “Prima dicevano che noi prendevamo voti a sinistra, ora che li prendiamo dall’elettorato della Lega – dice Boldi – io credo che intercettiamo voti in maniera trasversale, dappertutto”.
Secondo Boldi, poi al Movimento 5 Stelle bisogna ascrivere il merito di aver avvicinato alla politica tante persone che ormai avevano espresso disaffezione verso la politica per tutto ciò che è successo e sta succedendo in questo periodo.
“L’astensione c’è stata, ma noi abbiamo portato a votare tante persone e – conclude Boldi – questo merito nessuno ce lo può togliere”.

TORAZZI: “UNA BATOSTA”

Deluso, ma non abbattuto. Mani in tasca, lo sguardo incollato al monitor dove numeri e cifre provenienti dalle varie sezioni elettorali attestano la disfatta del Carroccio, nella sede di via Tensini, Alberto Torazzi non accampa alibi e va dritto al nocciolo della questione. “Non siamo riusciti a comunicare le cose positive del nostro programma”, dice il candidato sindaco della Lega Nord, che però sa quanto la realtà sia ben più complessa. Il partito di Bossi fatica a raggiungere il 7 percento, superato dai grillini che sfiorano il 10 percento e anche dalla lista civica di Agazzi che con l’11 percento va ad insidiare direttamente il Pdl. Perfino Rifondazione Comunista e Sel se avessero corso insieme avrebbero superato il Carroccio. Il raffronto con le Regionali 2010 è pesantissimo: la Lega perde il 15 percento e un patrimonio di 2mila 300 voti.

“Cosa dire se non che è andata male? – osserva Torazzi -. Abbiamo pagato il prezzo della situazione venuta a crearsi a livello nazionale e le divisioni interne e i litigi che a livello locale hanno contraddistinto la fase pre-elettorale. Certo, quella frattura ora è superata ma ha pesato nel giudizio del nostro elettorato. Francamente pensavo si potesse arrivare ad un risultato vicino al 15 percento; anche un 10 percento mi avrebbe soddisfatto. Invece è andata diversamente”.

“I NOSTRI VOTI SONO ANDATI AI GRILLINI”

Sul boom del Movimento 5 Stelle il candidato sindaco della Lega osserva: “La gente è inferocita e preoccupata. Ma è un dato di fatto che i grillini hanno preso voti nell’area dei moderati. Quelli sono soprattutto voti che prima andavano alla Lega. Ora dovremo riunirci, capire quanto è successo e ripartire. Come accaduto dopo altre batoste l’unica ricetta è: lavorare, lavorare, lavorare”.

“BONALDI FAVORITA DA 5 ANNI DI CATTIVA AMMINISTRAZIONE”

Un flash Torazzi lo dedica all’affermazione del centrosinistra al primo turno. “Che non si andasse al ballottaggio – dice -, davvero non me l’aspettavo. Bonaldi vince al primo turno a causa di cinque anni di cattiva amministrazione del centrodestra”.

a cura di Ilario Grazioso e Lidia Gallanti

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