Lettere

La lottizzazione di via Flaminia già pubblicizzata

da Luci Cremona

L’area divisa dalla via Flaminia localizzata a est della città di Cremona, delimitata a nord est dal quartiere residenziale di via Giuseppina, a ovest dal corso d’acqua scoperto Cavo Cerca e a sud da area agricola, nel “vecchio” PGT (anno 2009) era considerata “ambito non soggetto a trasformazioni urbanistiche”

 

La Variante al PGT, fortemente voluta dalla attuale Amministrazione, classifica questa area come edificabile

specificando che “si prescrive l’edificazione a villa isolata o con piccoli aggregati circondati dal verde. Il 17 febbraio, sul quotidiano locale è comparsa la pubblicità di una nuova lottizzazione in via Flaminia: ville mono e bifamiliari, dove adesso ci sono campi e un corso d’acqua.

Quella lottizzazione è un ambito di trasformazione nella Variante ma in questo momento è solo un progetto della futura Cremona: il PGT non classifica la zona allo stesso modo, il PGT è tuttora valido, mentre la Variante non è ancora stata approvata in via definitiva, dunque non è legge.

E’ moralmente lecito, stando così le cose, pubblicizzare qualcosa che potrebbe non avverarsi?

Se è previsto un ambito di trasformazione è perché c’è stata, è ovvio, una richiesta in tal senso da parte della proprietà e/o del costruttore, ma come possono essere già sicuri che sarà accolta, così da poterle fare pubblicità?

C’è da chiedersi perché e per chi è stato variato il PGT, e come mai una società immobiliare sia così sicura della conclusione dell’iter della Variante già quasi due mesi prima del termine per la presentazione delle osservazioni: ci si aspetta che queste osservazioni siano di rilievo da parte di coloro che avevano approvato l’attuale PGT vigente, che prevede per le aree in questione la massima tutela. Sottrarre territorio agricolo cementificandolo per costruire nuove abitazioni per una popolazione stabile è concettualmente sbagliato e dannosissimo per l’ambiente. La leggerezza con la quale vengono prese queste scelte, non è l’unico dettaglio in aperto contrasto con le affermazioni di salvaguardia del territorio: l’area è compresa nel PLIS del Po e del Morbasco, un Parco solo sulla carta, i cui confini vengono modificati a piacimento secondo esigenze.

Ricordiamo, ad esempio, il PII del Morbasco Sud che ne ha rosicchiato una parte, oltre a non avere rispettato i vincoli idrogeologici. La continua erosione di terreni agricoli al Parco ha portato ad inserire, per giustificarne l’esistenza, nuove aree che non dovrebbero esserci: ad esempio, il campo da calcio con spogliatoi e campo da tennis di via Lancetti,

i giardini di via Trebbia/Massarotti e l’area dove staziona il Luna Park, usata per il pattinaggio e considerata dal Comune area pedonale (!). Questa non è pianificazione del territorio, questo è solo un insieme di regole continuamente modificate per le esigenze di alcuni, esigenze contrarie a quelle delle collettività. La salvaguardia del territorio e il miglioramento della qualità urbana devono concretizzarsi in altro modo: consumo zero del territorio e recupero delle aree già urbanizzate ma degradate, con abbondante destinazione a verde (parchi urbani) di queste aree riqualificate. L’Amministrazione cittadina non si cura delle polveri sottili, a parte la blanda raccomandazione ai cittadini di non eccedere col riscaldamento casalingo, non si cura del cuore della città, di cui ne muore un pezzo ogni volta che un negozio chiude, né si cura della Natura: per questa, pare addirittura l’abbia in spregio, continuando a cancellare le zone verdi cittadine, nonostante la Variante prometta un minor consumo di suolo. Cremona, sempre più caotica, sempre più cementificata, cosa può sperare in questo clima? Nulla, infatti si comincia a vendere l’inesistente.

Luci Cremona

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