Ex Macello, l'Aem: 'Presto il dissequestro per entrare a ripulire l'area'

La questione dell’area da 28mila quadrati sequestrata all’ex Macello per la presenza di rifiuti pericolosi, è arrivata sul tavolo della commissione ambiente in Comune. Presente, oltre all’assessore Francesco Bordi, anche il presidente dell’Aem (proprietaria dell’area) Franco Albertoni. ‘Aem è entrata in possesso di quest’area (acquisendola dal Comune, ndr) nel novembre 2011, non per utilizzarla, ma con l’intenzione di demolire le costruzioni e realizzare nuovi insediamenti’, è stata la sua premessa. ‘Non l’abbiamo mai utilizzata per l’attività diretta ma sono proseguiti gli utilizzi preesistenti, da parte dei marmisti ‘sfrattati’ dal cavalcavia. Oltre a loro, autorizzati ad entrare nell’area dell’ex Macello sono tre imprese edili, Beltrami, Cogni e Azzini, uniche aziende che possono portare materiali frutto di lavorazioni fatte per conto del Comune, assolutamente non scarti di lavorazione’.
Dopo l’illustrazione del quadro della situazione da parte dell’assessore Francesco Bordi, Albertoni ha auspicato una velocizzazione dell’iter di caratterizzazione dei materiali rinvenuti, così che si possa rientrare nell’area e ripulirla. I rifiuti pericolosi sono – secondo quanto riferito in commissione – tre fusti contenenti di oli esausti, derivanti probabilmente dalla lavorazione del Macello che negli anni ’80 era gestito dalla Cam. Trovate anche quattro batterie esauste e alcune lastre di eternit cadute dai tetti (non deposito di lastre di amianto). Vi sono poi una grande di quantità di altri materiali, non pericolosi, ‘sicuramente in una condizione di disordine’ ha precisato Albertoni ‘frutto di accumuli nel tempo. Come Cda di Aem abbiamo deciso di aspettare l’esito della caratterizzazione dei materiali per individuare le responsabilità. Intendo attivarmi per accelerare questa attività di caratterizzazione per rimuovere al più presto i materiali pericolosi’.
Albertoni ha auspicato anche che, quando sarà nota la reale entità del problema, i media daranno la stessa rilevanza riservata al caso al momento del sequestro.
“Non sono soddisfatta delle spiegazioni – ha detto Caterina Ruggeri, consigliere Pd – Siano presto individuati coloro che hanno lasciato i materiali e i costi della bonifica siano ascritti a loro. Non è ammissibile utilizzare spazi pubblici come discariche anche non di rifiuti pericolosi”. Critiche anche da parte di Maura Ruggeri e Roberto Gandolfi (Gruppo Misto) che ha insistito sull’individuazione delle responsabilità per la rivalsa sui costi di bonifica.
“Nel mio lavoro all’Arpa – ha detto Bordi – ho sempre trovato aree dismesse con materiali di tutti i tipi, purtroppo. In questo caso non c’è una situazione catastrofica, è sicuramente arginabile. Il proprietario delle aree dove vengono lasciati i rifiuti può essere ritenuto responsabile solo se sia dimostrato il dolo o la colpa. Questo raramente accade”. Lo stesso Bordi ha poi parlato della ripulitura d’urgenza effettuata dal Comune nell’ex mercato ortofrutticolo, non nascondendo che sia stata commissionata proprio sull’onda della scoperta, da parte dei carabinieri del Noe, della discarica nell’ex macello (e il giorno successivo alla stazione). In particolare sono state rimosse anche in questo caso alcune lastre di eternit.
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