Ambiente

Associazioni da Perri e Bordi, ok a dismissione progressiva inceneritore

Le associazioni ambientaliste e di impegno civile  firmatarie del manifesto anti-inceneritore, hanno incontrato il sindaco Oreste Perri e l’assessore all’Ambiente Francesco Bordi sul tema del superamento dell’inceneritore. Molto ampia  la convergenza tra sindaco e assessore da un lato e rappresentanti delle associazioni (tra le altre: Creafuturo, Acli, Arci, Salviamo il paesaggio, Ambientescienze, ecc)  sulla necessità di incalzare Aem affinchè porti in Lgh una linea precisa per scongiurare il rischio che l’inceneritore di Cremona possa un domani bruciare rifiuti da tutta Italia. Soprattutto da quelle regioni rimaste indietro nell’impiantistica, come Lazio, Campania e Sicilia. Un ammodernamento dell’impianto deciso oggi infatti, potrebbe significare in un futuro prossimo, l’inserimento di Cremona nella rete nazionale degli inceneritori, dove dovrà confluire tutto quanto non viene differenziato altrove. L’incremento anche esponenziale della raccolta differenziata sul nostro territorio, in questo modo, non servirebbe a far spegnere l’impianto di San Rocco: anzi, lo priverebbe di una materia prima che andrebbe cercata altrove.

“Abbiamo chiesto maggiore incisività e una tempistica più precisa al sindaco”, ha spiegato Marco Pezzoni, parte della delegazione in rappresentanza di Creafuturo. “Ad esempio, non si può lasciare indeterminata la chiusura dell’inceneritore. Le linee guida finora esposte da Bordi prospettavano in termini imprecisi la tempistica per la progettazione degli impianti di trattamento meccanico biologico, alternativi all’inceneritore. E’ necessario invece che la politica dia termini temporali più stringenti, sulla base di esperienze già in atto, per programmare la dismissione progressiva dell’inceneritore e insieme mettere nero su bianco le alternative. A Reggio Emilia ci sono voluti tre anni per passare dalla volontà politica di dismettere l’incenerutore all’avvio del Tmb e al recupero di materia prima “seconda”. Questo significa che anche a Cremona, se si decide oggi, si può arrivare alla chiusura di San Rocco nel 2017“.

Il tavolo delle 21  associazioni firmatarie del documento, parteciperà quindi al gruppo di lavoro annunciato da Bordi per stilare le linee guida sullo smaltimento rifiuti. Vi prenderanno parte i sindaci del circondario cremonese e tutte le  forze politiche, oltre a tecnici qualificati. “Ok ad un tavolo allargato – aggiunge Pezzoni – ma che non sia il modo per allungare il brodo. Occorre dare ad Aem una committenza politica all’interno di Lgh, chiedendo la chiusura progressiva dell’inceneritore e la progettazione di impianti alternativi. Gli ingegneri di Lgh e Aem vadano a vedere esperienze già avviate, non si parte da zero. E’ un percorso fattibile e con obiettivi realizzabili”. E poi l’attacco alla politica di retroguardia, forse più rivolto a parte del suo partito, il Pd,  che agli avversari: “Non  nascondiamoci che qui il problema è politico – conclude Pezzoni – questo tema entrerà prepotentemente nella prossima campagna elettorale. Non possiamo permettere che quadri politici regressivi ci portino su strade troppo prudenti. Occorre superare logiche di lobby e di vecchie alleanze che impediscono di affrontare con libertà di giudizio le alternative all’incenerimento. Non c’è da stupirsi che i partiti siano più indietro, rispetto al mondo delle imprese, nel comprendere il valore anche economico e di creazione di lavoro delle nuove forme di valorizzazione dei rifiuti”.

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